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Grazie ai nostri bravi insegnanti

di Dacia Maraini

18/02/2020
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Corriere della sera

Mi chiedo, girando per le scuole, se in Italia ci siano due Paesi: uno fatto di scuole piene di ragazzini ignoranti, dediti solo a scrivere scemenze sui cellulari e uno con scuole e ragazzi vogliosi di apprendere, che studiano, inventano mondi e pensieri nuovi. Possibile che io sia tanto fortunata da capitare sempre in questo secondo tipo di scuole mentre chi denuncia lo sfacelo e il degrado degli studenti capita in quelle del primo tipo? Scuola Martin Luther King, di Caltanissetta, cittadina proverbialmente remota e poco considerata. Eppure qui ragazzini dai nove ai tredici anni hanno organizzato una orchestra di una ventina di elementi e suonano con una sapienza da rimanere ammirati. Coordinati da alcuni insegnanti preparati e sostenuti da una preside piena di idee, leggono in classe romanzi e saggi, li commentano e poi scrivono a loro volta poesie in dialetto sui temi di rilievo. Lo stesso entusiasmo, la stessa disciplina, la stessa voglia di apprendere e stare alle regole le ho trovate nella Scuola media Tisia D’Imeria di Termini Imerese, nell’Istituto comprensivo Verga e la Scuola media Don Bosco di Canicattì, nel Liceo Eschilo di Gela, nella Scuola elementare Plesso ex Capuana di Mazzarino, nel Liceo Fardella Ximenes di Trapani, nonché nell’IC Quasimodo di Floridia e nella Scuola istituto Mazzini di Vittoria, nel C.P.I.A. Manzi di Siracusa, nel Liceo Boggio Lera di Catania, bambini di sei e sette anni fanno teatro, mostrando di parlare bene e muoversi con intelligenza sul palco. Disegnano, imparano la geografia giocando. Parlando con gli insegnanti scopro che anche loro giudicano la vulgata sul degrado degli studenti come impropria e non veritiera. Le prove Invalsi fatte con le crocette e le domande prefabbricate non aiutano a capire il valore dei ragazzi. La mia idea? Che la Scuola come istituzione effettivamente sia ridotta a pezzi. Ma esiste una rete di insegnanti preparati, dediti alla propria missione, che reggono sulle loro spalle la Scuola, come la leggenda racconta che fece un certo Cola Pesce che era bravissimo a recuperare le cose perse nel mare. Andava, raccoglieva e portava a galla. Ma un giorno non tornò: Cola aveva scoperto che una delle tre colonne su cui si reggeva l’isola era spezzata e lui decise di rimanere immerso per tenerla su. Così fanno i nostri bravi insegnanti, pagati poco, e senza più autorità riconosciuta, per tenere su la Scuola. Vogliamo ringraziarli ?


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