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Cgil: Per gli statali meno 1600 euro in 4 anni

Il calcolo è riferito al potere d'acquisto dei dipendenti pubblici, e avrà ripercussioni anche sul trattamento pensionistico

29/12/2010
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Tuttoscuola

Con il blocco degli aumenti contrattuali, una delle misure contenute nella manovra economica varata dal Governo in estate, in quattro anni (fino al 2013) i lavoratori pubblici perderanno circa 1.600 euro di potere d'acquisto. E' quanto stima il dipartimento settori pubblici della Cgil, sottolineando che la manovra avrà un "effetto negativo", ma non quantificabile, anche sulle pensioni.

Circa 1.200 euro lordi si perderanno nel triennio 2010-2012 a causa del mancato rinnovo dei contratti, mentre altri 400 euro si perderanno nel 2013 per il blocco previsto dalla manovra. Il mancato aumento retributivo mensile medio è pari a circa 90 euro nel 2012 e a 120 euro nel 2013. Questi incrementi, spiega il sindacato di corso d'Italia, non saranno mai recuperati e, quindi, anche le pensioni avranno un impoverimento.

Anche la Cisl concorda con queste valutazioni economiche, ma le considera di scarsa rilevanza, come dimostrano le dichiarazioni del segretario confederale Cisl, Gianni Baratta: "Il blocco dei contratti è una ferita ma se guardiamo al panorama europeo le decisioni degli altri Paesi sul lavoro pubblico sono state più pesanti". Dichiarazioni confermate dal segretario della Fp-Cisl, Giovanni Faverin: "In 17 Paesi europei non si sono limitati al blocco dello stipendio in essere ma hanno deciso tagli delle retribuzioni rilevantissimi. In Spagna è stata del 5% mentre in Irlanda hanno avuto tagli del 13%. E puntiamo a recuperare risorse con la contrattazione integrativa". Ci sarebbe però da sottolineare che le nazioni indicate sono quelle più colpite dalla crisi, quindi - secondo le parole del governo - realtà che non ci riguardano.

Bisogna considerare anche che le norme prevedono un forte taglio nel numero dei dipendenti pubblici, attraverso un blocco parziale del turn-over: potranno entrare solo 2 persone, ogni 10 che se ne andranno via. E questo provocherà nel prossimo biennio un calo di occupazione di circa 250 mila unità.


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