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Scuole paritarie in crisi già oltre 400 chiusure

Perdono iscritti e finanziamenti, per le scuole paritarie è crisi nera: da due anni ormai chiude i battenti una media di 4 istituti a settimana.

06/01/2018
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Il Messaggero

Perdono iscritti e finanziamenti, per le scuole paritarie è crisi nera: da due anni ormai chiude i battenti una media di 4 istituti a settimana. Un bilancio decisamente critico per un settore che, di fatto, contribuisce a portare avanti il servizio scolastico statale. Anche l'anno che si è appena concluso ha registrato perdite importanti e saranno le prossime iscrizioni scolastiche, in partenza il 16 gennaio, a rivelare il futuro delle paritarie. A pesare sul settore sono stati da un lato la crisi economica che ha investito le famiglie, quindi anche quella quota che in passato preferiva la scuola paritaria come scelta educativa, e dall'altro il calo dei finanziamenti che sta mettendo in difficoltà i gestori degli istituti. E le conseguenze sono inevitabili. E' sufficiente infatti leggere i dati relativi all'anno scolastico 2015-2016 per contare i danni: sono 415 le scuole che hanno chiuso i battenti in due anni. Oltre duecento l'anno, quasi 4 scuole a settimana. La perdita in tutto, secondo le rilevazioni di Tuttoscuola, equivale al 3,2% e investe soprattutto le regioni del Sud: la Sicilia ha perso 104 scuole e la Campania 70, la Puglia 28 e la Calabria 22. Su tutti ha inciso, ovviamente, il calo degli iscritti. In due anni sono mancati all'appello, presso le classi delle paritarie, oltre 23 mila studenti. Un calo vertiginoso se si guarda al 2012-2013 quando gli iscritti erano oltre un milione, oggi invece si scende sotto i 900 mila. In 5 anni, quindi, sono andati perduti 100 mila studenti. E non è poco visto che le scuole paritarie vanno ad alleggerire il carico di presenze nelle scuole pubbliche, spesso sovraffollate. È il caso, primo fra tutti, degli asili. Le scuole dell'infanzia, statali o comunali, troppo spesso non reggono la richiesta delle famiglie e sarebbe impossibile fare a meno delle strutture private. Avviene soprattutto nelle grandi città, dove le graduatorie per le materne ogni anno devono fare i conti con liste d'attesa infinite. La soluzione, per chi può, è rivolgersi alle strutture paritarie. Eppure delle 415 scuole private che hanno chiuso in due anni, ben 292 sono asili. E il taglio è destinato a crescere. Nella legge di bilancio 2018, infatti, è previsto un taglio sui fondi statali alle paritarie: è stato abolito il contributo di 50 milioni di euro, inserito un anno fa nella Legge di Bilancio del 2017. 
LE PROTESTE«Si deve riscontrare, ancora una volta - spiega la Fism, Federazione italiana delle scuole materne - la sordità e l'insensibilità su questioni che interessano centinaia di migliaia di famiglie, visto che le scuole e le istituzioni educative associate alla Fism accolgono circa 600 mila bambini da zero a sei anni». In base ai dati forniti dalla Fism, gli interventi statali per le scuole dell'infanzia paritarie nel 2017 sono stati pari a 1,95 centesimi al giorno per bambino, mentre nella scuola statale per ogni bimbo è stato speso 26,08 euro. Per una spesa annua di 5.739,17 euro. Ad insorgere sono anche i vescovi, in difesa delle scuole paritarie cattoliche. Adriano Tessarollo, vescovo di Chioggia e presidente della Commissione ecclesiale triveneta per scuola, università e educazione, lancia l'allarme: «il prossimo anno chiuderanno altre scuole materne». Il fondo per le paritarie, per il 2017, è stato di 574 milioni di euro complessivi, compresi i 23 milioni destinati alla disabilità e i 50 milioni in più per l'infanzia. Dal prossimo anno, dopo il taglio dei 50milioni, una boccata di ossigeno potrebbe arrivare dai fondi Pon a cui le scuole paritarie possono accedere, come recentemente previsto dalla Commissione europea. 
Lorena Loiacono


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