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Scuola, Regione e Cgil contro Bianchi sul Patto educativo e i fondi del Pnrr

Polemica al "Marie Curie" di Ponticelli dove il ministro è intervenuto in videocollegamento e senza ammettere domande. L'assessora Fortini: "Si sarebbero dovuti utilizzare i soldi per le scuole tecniche e professionali nei territori più a rischio"

28/06/2022
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la Repubblica

Paolo Popoli

Patrizio Bianchi è in videocollegamento mentre l'aria all'istituto "Marie Curie" di Ponticelli si fa rovente. Il ministro dell'Istruzione diventa bersaglio di contestazioni durante la tavola rotonda "Una scuola che si prende cura del futuro" promossa da FLC CGIL e Proteo Fare Sapere con esperti e addetti ai lavori. L'assessore regionale all'Istruzione Lucia Fortini riporta il malcontento e i dubbi di presidi e istituti per il riparto dei fondi del Pnrr per il contrasto alla dispersione scolastica. La misura, approvata venerdì dal ministro, stanzia 550 milioni, di cui 79 per oltre 400 scuole della Campania. L'elenco comprende anche i beneficiari delle risorse del "Patto educativo" per l'area metropolitana di Napoli, siglato a maggio da Bianchi dopo una lunga gestazione con il ministro dell'Interno Lamorgese, prefettura, enti locali, chiesa e terzo settore. Il patto sarà replicato in altri territori, a partire dalle periferie di Roma e in Calabria. «Abbiamo appreso del riparto dal decreto - spiega l'assessora Fortini - una scelta senza confronto, gli assessori regionali hanno chiesto un incontro con il ministro per conoscere i criteri e l'esclusione di alcuni istituti». Per l'assessora della giunta campana, «si sarebbe dovuto utilizzare questi fondi soprattutto per gli istituti tecnici e professionali, in particolare nei territori più a rischio. Dispersione e abbandono si abbattono con la formazione professionale e con borse di inserimento». Ancora più critica la posizione di Flc Cgil, in agitazione dopo lo sciopero del 30 maggio convocato per i nuovi criteri di reclutamento degli insegnanti: «Si è tornati a risparmiare sulla scuola - accusa il segretario generale Francesco Sinopoli - Da una parte arrivano i soldi del Pnrr, ma dall'altra si pianifica un risparmio della spesa ordinaria sulla scuola pubblica: una cosa inaccettabile, soprattutto in vista dell'autonomia differenziata che penalizzerà i territori più deboli». Dal 4 per cento sul Pii, si dovrebbe passare al 3,6 e poi al 3,4. Non solo: sulla misura contro la dispersione, fondata sulla co-progettazione tra istituti, enti locali e associazionismo, il sindacato chiede di «ridare centralità alla scuola: perché se il terzo settore è importante - continua Sinopoli - non può sostituire la scuola pubblica». Questo uno dei temi più caldi del dibattito. Monica Fontana di Proteo parla «di scuola esclusa dal patto per Napoli», mentre Roberto Serpieri della Federico II mette in guardia da «una delegittimazione del pubblico in favore dei mercati privati nel settore istruzione: ricordiamo piuttosto i miracoli che si fanno ogni giorno nelle scuole a fronte di enormi carenze». «Se ci sono risorse, vanno fatte assunzioni e investimenti nelle scuole», chiosa Nicola Ricci, segretario Cgil Napoli e Campania. Bianchi risponde in diciannove minuti di videocollegamento senza ammettere domande e repliche. Il ministro ricorda i criteri del riparto basato anche sui dati Invalsi, poi invita «a giudicare il Pnrr nel suo insieme e non solo su questa misura». E rivolgendosi a Fortini, aggiunge: «Abbiamo una riforma specifica che riguarda scuole tecniche e professionali e che faremo entro la fine dell'anno». Sul "Patto per Napoli", che sarà replicato altrove, Bianchi aggiunge che «è stato tarato proprio per costruire reti, perché in situazioni di estrema difficoltà bisogna coinvolgere più soggetti». Parole, queste, rivolte alla Cgil: «Nessuno mette in discussione la centralità della scuola, ma bisogna coinvolgere chi è parte della storia del territorio» e cita, nel caso di Napoli, l'esperienza di "Maestri di strada". Pochi giorni fa, però, il ministro aveva incassato le perplessità per i ritardi nell'attuazione del Pnrr in vista del nuovo anno scolastico proprio da Marco Rossi-Doria e dagli altri componenti del gruppo di esperti istituito dallo stesso ministro per la misura sul contrasto alla dispersione. Le risposte di Bianchi non convìncono del tutto la platea, soprattutto quando accenna a una scuola da ripensare nel futuro in base alla programmazione territoriale e alla riduzione delle nascite: e porta così il caso delle prime elementari che non si riescono a formare «nelle isolette vicino Venezia». Nell'auditorium di Ponticelli, qualcuno chiede lumi sulle "classi pollaio" nel Sud. E il segretario regionale Flc Cgil, Ottavio De Luca, ricorda «gli 8 mila alunni che interrompono la frequenza a Napoli e una platea di 30 mila a rischio abbandono. Domani saranno giovani senza competenze, socialmente esclusi. In gioco, c'è il futuro del territorio e del Paese». Il sindacato: "Sipianifca un risparmio della spesa ordinaria sulla scuola pubblica, è una cosa inaccettabile"


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