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La Sicilia-Un altro colpo alla scuola che si avvia a perdere oltre 3.000 posti di lavoro"

Un altro colpo alla scuola che si avvia a perdere oltre 3.000 posti di lavoro" Pubblichiamo ampi stralci di una lettera aperta al ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, firmata da 25 docen...

02/01/2003
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La Sicilia

Un altro colpo alla scuola che si avvia a perdere oltre 3.000 posti di lavoro"

Pubblichiamo ampi stralci di una lettera aperta al ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, firmata da 25 docenti nisseni:
Lei dice di voler avviare una politica d'investimenti fondata sulla centralità dei docenti, mentre la Finanziaria per il 2002 prevede un taglio di oltre 2.000 miliardi e nessun investimento di risorse nuove nella scuola, collocando il rapporto fra spesa per la scuola e Prodotto interno lordo nel nostro Paese agli ultimi posti in Europa, e contemporaneamente la commissione sulla deontologia professionale è presieduta da un cardinale! (atto criticato anche dai cattolici, come Corradini dell'Uciim). L'abile battage dei mass-media sull'efficienza del suo ministero (che abbia eliminato la parola pubblica dalla denominazione ci sembra paradigmatico) ha trascurato di far notare che si tagliano 30.000 posti di lavoro fra i docenti e alcune decine di migliaia fra il personale Ata, mentre i precari delle private, assunti senza alcun rispetto delle graduatorie, hanno da lei ricevuto un bel regalo; infatti il loro servizio è stato equiparato a quello dei docenti che nella scuola statale si sono sobbarcati anni di pendolarismo per conquistare un punteggio, sottoponendosi a regole non valide per le assunzioni 'nominative' delle scuole private, che, almeno in Sicilia, sono diplomifici per gli alunni, che pagano rette salate senza garanzia di qualità, ma con la sicurezza di comprare un diploma (fenomeno che sarà amplificato con l'abolizione dei commissari esterni) e una forma di sfruttamento per il personale che lavora in nero (fenomeno che sarà amplificato con l'attribuzione dello stesso punteggio rispetto alla scuola pubblica).
Un altro colpo al processo di riforme costruito faticosamente e culminato con l'autonomia scolastica è la scomparsa dell'organico funzionale, l'irrigidimento dell'orario di lavoro, l'aumento del numero dei giorni entro i quali non si può chiamare un supplente per sostituire un insegnante ammalato). Le ripercussioni negative di questo provvedimento sulla qualità del servizio sono così evidenti (alunni sono vigilati da docenti di altre discipline o continue variazioni dell'orario dell'intero istituto) che non possiamo pensare non sia state da Lei prese in considerazione e quindi denotano essere frutto di una scelta coerente: danneggiare il funzionamento della scuola pubblica rendendola meno capace di rispondere alle esigenze dei ragazzi e delle ragazze e mettendo in discussione la garanzia di pluralismo nell'istituzione per farsi paladina di un pluralismo di istituzione foriero di intolleranza e integralismo (di cui non abbiamo certo bisogno e i cui effetti devastanti dobbiamo oggi scontare).
La riforma degli esami di Stato, su cui i ministri precedenti hanno coinvolto gran parte dei docenti della secondaria con diffusi interventi formativi e la creazione di un osservatorio presso il Cede, avrebbe dovuto da Lei essere verificata prima di una modifica ispirata a una forma di risparmio che sarò molto popolare fra gli studenti diciottenni che votano, e che di fronte alla prospettiva di un esame più facile, non riflettono sul fatto che la perdita di valore del titolo di studio privilegerà chi si potrà permettere scuole private d'elite, magari pagate dallo Stato (e l'art. 3 della costituzione?); la modifica delle commissioni d'esame viene fatta inoltre senza che si dica in modo trasparente come cambierebbero modalità e contenuti dell'esame di Stato.
E' lampante la contraddizione fra la Sua accattivante affermazione che la scuola "...deve aiutare i giovani e costruire la propria personalità libera e responsabile e deve orientarli e prepararli sempre meglio ad affrontare la vita" e la proposta Bertagna di ritornare al maestro unico nella scuola elementare e ridurre a quattro anni le scuole superiori. Certamente un bel risparmio! Soprattutto di intelligenze, sia di quelle dei discenti che non saranno più costretti ad affrontare materie ostiche come matematica e chimica (naturalmente le future classi dirigenti, considerato l'indubbio valore formativo di tali discipline sarebbero liete di studiarle nelle scuole 'libere' cioè non sottoposte alle regole della scuola pubblica) sia dei docenti, non solo non stimolati al faticoso lavoro d'equipe (eliminazione del team della scuola elementare e del consiglio di classe) ma invitati alla rottamazione (-100.000 posti).
Complimenti! In soli 100 giorni è riuscita ad azzerare le conquiste pedagogiche, sociali, professionali e di partecipazione democratica (vedi proposta di riforma Oocc che riduce la presenza di studenti e docenti) degli ultimi trent'anni!


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