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Repubblica: E Bersani pensa alla piazza contro i tagli alla scuola

Il leader Pd pronto a sfilare con la Cgil venerdì a Roma

08/12/2009
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la Repubblica

Mobilitazione nelle città l´11 e il 12 davanti a scuole, luoghi di lavoro, centri commerciali

GOFFREDO DE MARCHIS

ROMA - La risposta al No B day Bersani si prepara a darla venerdì. Non con le mille piazze del Partito democratico. O almeno, non solo con quelle. La mattina di venerdì, il segretario del Pd parteciperà alla manifestazione della Cgil contro il governo per i tagli al settore della conoscenza. Quel corteo, che parte da Piazza della Repubblica a Roma e si conclude a Piazza del Popolo, coincide con il grande sciopero generale che coinvolge tutti i lavoratori del settore: università, scuola, formazione professionale, accademie e conservatori, ricerca. Un tentativo di fermare i tagli di Tremonti che nasce sotto lo slogan "Forbice perde". La scelta di Bersani, non ancora definitiva, s´inserisce nella logica dall´inizio della sua segreteria: «Stare sui problemi quotidiani».
Non è un´adesione ufficiale del Pd alla piazza. È una partecipazione personale, ma carica di significato. Un modo anche per lanciare la mobilitazione democratica delle "mille piazze". Bersani presenterà l´iniziativa giovedì a Roma al Teatro Vittoria. E venerdì pomeriggio sarà a un banchetto nella sua Piacenza. Quello stesso giorno e il giorno successivo il Pd organizzerà punti di ritrovo davanti ai luoghi di lavoro, alle scuole e all´università, nei mercati, nei centri commerciali, chiamando a raccolta tutti i suoi dirigenti e parlamentari.
Sarà inevitabile il confronto con il No B-day, con l´efficacia del corteo viola. Ma Bersani difende la sua assenza. Nella sede del Pd si fa notare che i sondaggi, anche i più recenti, confermano dati positivi: senza oscillazioni il partito resta sopra il 31 per cento. Anche la scelta di partecipare al corteo della Cgil (che darà guidato da Guglielmo Epifani) nasce dall´idea di parlare ai settori del centrodestra delusi dal governo. «Di gente che vuole mandare a casa Berlusconi ce n´è molta di più. Anche tra quelli che hanno votato Berlusconi. Guai a dire che chi ha votato il Cavaliere è un fascista», aveva spiegato l´altro giorno Bersani dopo il No B day.
Bersani, che è rientrato ieri da Praga, sta valutando i pro e i contro della sua adesione alla manifestazione dell´11. Compreso quello, sempre latente, di un collateralismo con il sindacato di Corso d´Italia. Ma la linea non cambia: «Ritengo importantissimo che il sindacato faccia il proprio mestiere ma un grande partito che vuole rappresentare il mondo del lavoro, deve avere una visione autonoma della società. Mi ripropongo di elaborare una piattaforma che di volta in volta potrà collimare con questo o quello, ma che deve essere autonoma». In questo caso, collima. Tanto più che il bersaglio non è solo Berlusconi, non solo la politica sulla giustizia del premier, ma la sua politica, il danno portato a un settore vitale della società.


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