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Lutto nella FLC CGIL. Il nostro ricordo di Salvatore Merlo

Salvatore Merlo, componente della segreteria nazionale della FLC CGIL ci ha lasciato. I funerali si svolgeranno sabato 19 giugno alle ore 10.00 nel Duomo di Torino.

17/06/2010
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Il 16 giugno è mancato il compagno Salvatore Merlo, componente della segreteria nazionale della FLC.

Nonostante la giovane età, la sua salute era minata da una malattia che ha avuto ragione della sua fortissima resistenza.
Salvo lascia la sua compagna, due bimbe piccole e un vuoto incolmabile tra coloro che lo hanno conosciuto, frequentato, che hanno avuto la fortuna di lavorarci insieme e che gli hanno voluto bene.
I funerali si svolgeranno sabato 19 giugno alle ore 10.00 nel Duomo di Torino.

Gianna Cioni, fino a non molto tempo fa segretaria nazionale del nostro sindacato con la responsabilità del comparto della ricerca, ci ha inviato il suo personale ricordo di Salvo. Dalle sue parole, insieme alla grande stima, emerge anche in maniera limpida l'affetto che la lega a Salvo. Un sentimento che Gianna ha avuto l'opportunità di coltivare più a lungo e in maniera più forte di molti di noi, che pure con Salvo abbiamo lavorato e nelle sue parole ci riconosciamo.

"Mai avrei pensato di trovarmi a ricordare il compagno Salvatore Merlo, per me e per la maggior parte di noi Salvo.
Avrebbe potuto, per l'età, essere mio figlio e, in un certo senso, l'ho sempre sentito come tale in tutti questi anni in cui abbiamo lavorato insieme nel e per il sindacato.
Conoscevo Salvo da 20 anni: lui, già preparato politicamente e con una forte base anche teorica. Io, molto più istintiva e portata ad improvvisare. Forse sono state proprio queste differenze che ci hanno permesso di lavorare bene insieme.

Salvo ha operato nello SNUR in Piemonte, nel CNR, ma anche negli altri enti lì presenti. Poi è passato a lavorare a livello nazionale per il CNR e, negli ultimi anni, è entrato nella Segreteria nazionale della FLC per occuparsi soprattutto della ricerca pubblica. Dico soprattutto perché molta della sua attenzione è stata rivolta al ruolo della ricerca, pubblica e privata, per lo sviluppo del paese, agli aspetti legati all'innovazione ed alle politiche territoriali.

Per affrontare tutti questi aspetti ha prima di tutto studiato. Ha letto tantissimi testi, ha ricercato dati a livello nazionale ed internazionale. I suoi numeri, presenti in tante notizie nel nostro sito e riportati per concretizzare affermazioni e scelte politiche in tante iniziative che il nostro sindacato ha realizzato, ma anche per dare una base a incontri di trattative ci sono stati in moltissime occasioni indispensabili.
Non so quanto questo aspetto è stato compreso sempre dai compagni, ma la fatica che Salvo ha fatto per supportare il lavoro del sindacato in tutti questi anni è una delle caratteristiche tipiche del lavoro dei quadri della CGIL e che rende il nostro sindacato diverso dagli altri e superiore per valore scientifico a tante delle forze politiche ed imprenditoriali oggi potenti in Italia.

Studiare è faticoso, richiede tempo, impegno e rigore e Salvo ha speso tanti sforzi in questa direzione, pur sapendo che i risultati sono lenti e l'apprezzamento spesso assente.
Rigore, quindi, in tutte le sue affermazioni, non genericità, non frasi ad effetto ma senza contenuti. Rigore e costanza.

Ma quando poi ha avuto a che fare con le persone, con i lavoratori, con i loro problemi e le loro specificità, al rigore ed alla serietà ha aggiunto la capacità di ascoltare, di capire e di trovare le strade migliori per andare avanti. Ha saputo stare in mezzo alle persone, ma non ha mai scelto le scorciatoie dei favori e delle clientele. Per gli altri e, prima di tutto per se stesso.

Avrei tanti esempi da fare, ma ciò che penso sia un elemento caratterizzante è la fatica di Salvo di rileggere i contratti così come gli accordi, per trovare tra le pieghe di questi gli strumenti concreti per superare le discriminazioni e per estendere i diritti. Tutto ciò apparentemente senza assumere posizioni di rottura e rischiando in questo modo rimproveri da alcuni compagni.
Rigore, costanza, intelligenza, piena adesione allo spirito, ma soprattutto alla tradizione ed agli esempi concreti della CGIL.

Poi un brutto giorno quella che sembrava una scocciatura si manifesta come un tumore e dei più brutti ed in stadio avanzato.
Che cosa avrebbe potuto fare Salvo: arrendersi alla malattia, oppure combatterla, ma lasciando perdere l'impegno sindacale. Pensare solo a se stesso ed alla sua famiglia.
Invece sceglie di andare avanti, di cercare di sconfiggere il tumore, ma continuando a lavorare per gli altri.
Quanta fatica gli è costato continuare a viaggiare da Torino a Roma e spesso in tante altre parti d'Italia, fino al congresso ultimo di San Benedetto, alternando i viaggi con le chemioterapie e le cure terribili a cui era costretto.
Lo ha fatto con semplicità, continuando a parlare con i compagni, i lavoratori.
E lo ha fatto fino a pochi giorni fa.
Poi è entrato in ospedale, ha avuto un crollo improvviso, ma continuava a tenere duro, ad aspettare il momento migliore.

Oggi non c'è più e io mi accorgo di non riuscire ad accettare questo fatto.
Il compagno Salvo meritava di continuare il suo cammino tra di noi. Noi tutti ne avevamo bisogno.
Ora dobbiamo essere capaci di fare noi quello che lui ha fatto per dirgli grazie e non sprecare il suo lavoro. E non è facile.

Ad Anna ed alle due bimbe, tanto amate da Salvo, siamo vicini con tantissimo affetto. Vi promettiamo che come per voi, anche per noi Salvo resterà un esempio vivo ed una presenza preziosa".

Gianna Cioni

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