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Ammazzaprecari: nessun emendamento della maggioranza e del governo alla norma in discussione al Senato. Indispensabile continuare la mobilitazione

Dopo il presidio di venerdì continua la mobilitazione.

09/03/2009
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Il riuscito presidio di lavoratrici e lavoratori precari della Ricerca dell’Università e della Pubblica Amministrazione è solo il primo appuntamento della rinnovata iniziativa di mobilitazione contro la norma ammazza precari in discussione al Senato.

Se da una parte abbiamo bloccato il tentativo di anticipare in un decreto legge la fine delle stabilizzazioni dall’altra è evidente la volontà del governo di mantenere ferma la formulazione attuale della norma e la data del primo luglio. Non ci sono infatti emendamenti della maggioranza o del governo all’articolo 7 dell’atto Senato 1167.

Mentre non mancano i pareri favorevoli allo stralcio dalla norma di alcune istituzioni di ricerca o delle Università per le quali la commissione cultura chiede di posticipare gli effetti della norma al 1° gennaio 2010, il governo è intenzionato ad andare avanti. E’ sconcertante che lo stato italiano (unico in Europa) decida di licenziare i precari nei settori pubblici mentre la crisi economica continua ad aggravarsi.

Sono circa 400.000 i precari della pubblica amministrazione che rischiano il posto di lavoro per il mix letale dei tagli contenuti nella 133 e della norma ammazza precari.

Intanto il dissesto finanziario degli atenei causato dai tagli e dai nuovi limiti alle assunzioni stanno portando al licenziamento migliaia di precari che lavorano con contratti di collaborazione assegni di ricerca e borse.

Per queste ragioni la FLC sarà di nuovo in piazza il 18 marzo giorno dello sciopero generale dei lavoratori della conoscenza e assieme a tutta la CGIL il 4 aprile per una grande manifestazione nazionale contro le politiche scellerate del governo.

Roma, 9 marzo 2009