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A Belém il nono Forum sociale mondiale, la cronaca delle giornate

La IX edizione si è svolta nello Stato brasiliano amazzonico di Pará dal 27 gennaio al 1 febbraio 2009. Il Presidente di Progetto Sviluppo (Istituto sindacale per la cooperazione allo sviluppo) ci racconta il suo svolgimento.

02/02/2009
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Si è svolto dal 27 gennaio al 1 febbraio a Belém, nello Stato brasiliano amazzonico di Pará, la IX edizione del Forum sociale mondiale. I numeri previsti erano: 4.000 organizzazioni provenienti da 150 Paesi per confrontarsi sulla crisi globale in atto, prendendo in esame le ricadute di sofferenza per le popolazioni più deboli. Attese oltre 80 mila persone.

Abbiamo chiesto al Presidente di Progetto Sviluppo (Istituto sindacale per la cooperazione allo sviluppo), l'ONG della CGIL per la solidarietà internazionale, presente con la delegazione CGIL, una cronaca delle giornate del Forum.

Prima giornata

Il 27 gennaio 2009 si è aperto, a Belém (Stato del Parà-Brasile), il nono Forum Sociale Mondiale (FSM) con una grande manifestazione per le vie della città. Belém è un importantissimo porto fluviale sul Rio delle Amazzoni, viene anche definita la "porta dell'Amazzonia". Sono previste, fino al primo febbraio, 2400 attività (seminari, incontri tematici), sono presenti più di 5000 delegazioni provenienti da 150 Paesi.

La Cgil è presente con una propria rappresentanza (Dipartimento internazionale, alcune categorie e strutture regionali, Progetto Sviluppo e Sistema servizi).

Il Forum si tiene in un contesto di varie crisi mondiali: economica, energetica, ambientale, culturale e politica. Siamo di fronte a una crisi del modello di civilizzazione. Le rivendicazioni avanzate nei precedenti eventi rimangono drammaticamente disattese. Con maggiore insistenza che in passato siamo, perciò, chiamati a lottare per un mondo differente. Più che mai è arrivato il momento di cambiare direzione. Il fatto, poi, che il FSM si realizzi in Amazzonia evidenzia il riconoscimento dell'importanza vitale delle risorse naturali oggi esistenti in questa parte del pianeta. L'occasione è utile anche per discutere dello sfruttamento e della distruzione delle risorse naturali, delle culture e della qualità della vita. Contemporaneamente vanno valorizzate le incredibili capacità dei popoli dell'Amazzonia di resistenza secolare alla dominazione. Il Forum sarà uno spazio per formulare alleanze, piattaforme di azione e di lotta che rafforzino i processi in corso e ne creino di nuovi nella prospettiva di un mondo migliore.

Seconda giornata

La giornata è stata caratterizzata dalla grande "Marcia" di 7 Km, dalla zona del porto a Piazza dell'Operaio: migliaia di persone con le proprie idee, culture, lingue, hanno invaso Belém (si parla di 100.000 partecipanti) per niente infastiditi da un violento acquazzone (normale in questa stagione). Il 28 gennaio è la giornata dell'Amazzonia, una occasione importante per i popoli originari di far sentire la propria voce. Al centro del dibattito il tema del cambio climatico e dello sviluppo sostenibile. Hanno preso il via anche le attività autogestite dalle diverse associazioni. Particolarmente significativi gli incontri sui temi sindacali, economici e sociali, promossi dalla Confederazione Sindacale Internazionale (CSI) e dalla Confederazione Sindacale dell'America (CASA). La Cgil è protagonista in alcuni seminari dove si realizza un interscambio fra diverse esperienze e un confronto aperto.

L'Organizzazione del FSM ha legato le attività a 10 precisi obiettivi cosi sinteticamente riassumibili: Pace, giustizia, etica; liberazione dal dominio del capitale; beni comuni; democratizzazione, indipendenza della conoscenza; eliminazione di tutte le discriminazioni; diritti universali; autodeterminazione; economia solidale; partecipazione popolare; difesa ambientale e diritti dei popoli originari.

Terza giornata

Il 29 gennaio si è tenuto, nella "Tenda del Lavoro", un incontro promosso dalle Confederazioni brasiliane, dalla Conferazione delle Americhe (CSA) e dalla Confederazione Internazionale (CSI). Il tema dibattuto è stato "Cambiamento climatico e Sviluppo Sostenibile". Come prevedibile, molto si è parlato della crisi mondiale. Il Presidente della CUT (la Confederazione Unica dei lavoratori del Brasile) ha affermato che le imprese vogliono approfittare della crisi per far arretrare i diritti dei lavoratori. È intervenuto anche il Ministro del Lavoro del Brasile Luiz Dulci che ha sostenuto che il neoliberalismo è franato e che dalla crisi si esce non arretrando sulle politiche sociali. Il ministro ha poi auspicato una intensa mobilitazione sociale per costruire un nuovo ordine mondiale post-liberale.

Il Presidente Lula, in una intervista al giornale "OLIBERAL" di Belém ha dichiarato: "Prima lo Stato era parte del problema e oggi è parte essenziale della soluzione".

Quarta giornata

Memorabile evento la sera, a Belém, nell'ambito del Forum Sociale Mondiale: 5 Presidenti della Repubblica si sono confrontati sul tema "America Latina, la sfida della crisi finanziaria". Erano presenti: Luiz Lula Da Silva (Brasile), Hugo Chavez (Venezuela, Evo Morales (Bolivia), Fernando Lugo (Paraguay), Rafael Correa (Equador). L'incontro si è tenuto presso il grande auditorium "Hangar", più di 10.000 persone (moltissimi giovani e rappresentanti dei popoli originari), stretti stretti, hanno seguito i diversi interventi con una grande passione politica (tifo da stadio) e la grande speranza di un mondo più giusto.

Evo Morales ha lanciato 4 proposte: pace e giustizia sociale; costruzione di un nuovo modello economico, più solidale; salvezza del pianeta cambiando i padroni del consumo; politica che garantisca e rispetti la dignità e diversità dei poveri. Morales ha, poi, sollevato il problema del Consiglio di sicurezza dell'ONU (peso sproporzionato di alcune nazioni).

Rafael Correa, in un discorso molto preciso e appassionato, ha delineato il programma del socialismo del ventunesimo secolo, molto calibrato sulle esperienze nazionali.

Fernando Lugo ha difeso una maggiore integrazione tra i Paesi per far fronte al fallimento del neoliberalismo.

Hugo Chavez ha detto "Se non ammazziamo il capitalismo, il capitalismo ammazza i poveri. Luiz Lula ha sostenuto che per uscire dalla crisi occorre investire nei settori industriali e in campo sociale, lo Stato non si deve ritrarre ma deve compiere scelte coraggiose. Il clima politico di entusiasmo, molto teso per le sfide che ci attendono, naturalmente, ci ha coinvolto pienamente. Veramente una serata straordinaria!

Quinta giornata

Ultime battute del Forum Sociale Mondiale. Proseguono le numerosissime attività autogestite e le sessioni tematiche. Molto importanti le sedute organizzate dalle Confederazioni sindacali come occasioni di interscambio sui temi del lavoro. Molti seminari coinvolgono gruppi ristretti di persone e qui la partecipazione è decisamente migliore.

Sono presenti nelle due sedi universitarie (UFRA-Università Federale Rurale dell'Amazzonia; UFPA-Università Federale del Parà) 100.000 persone.

Sesta giornata

L'ultimo giorno (1 febbraio) si sono svolte assemblee settoriali tra reti o entità con temi e lotte affini per elaborare proposte concrete emerse durante questi giorni di lavoro; la giornata prevede anche un grande evento pubblico, per presentare i risultati finali (consolidamento e socializzazione delle convergenze).

Roma, 2 febbraio 2009