Il Consiglio di Stato smentisce il Ministro Moratti
Niente delegificazione per le scuole private
Ancora una delusione per il mondo delle scuole private (e per il Ministro Moratti).
Il Ministro Moratti non riesce a soddisfare nemmeno le richieste dei suoi più costanti sostenitori. L’attuazione della delegificazione della disciplina della scuola privata, compresi i suoi rilevanti finanziamenti, è rimandata a data da destinarsi .
Stavolta l’inefficienza e l’approssimazione degli uffici del Ministero, nonostante i numerosi consulenti e direttori generali legati da solidissimi rapporti fiduciari con il Ministro, ha prodotto meno del classico topolino, solo aspettative deluse.
Infatti, il recente
parere del Consiglio di Stato (n.2492/05), ha di fatto bloccato l’emanazione di un ipotetico regolamento di delegificazione predisposto dal MIUR per disciplinare le nuove regole delle scuole private, finanziamenti compresi.
Lo schema di regolamento era stato predisposto per dare attuazione, con il consueto ritardo rispetto ai tempi previsti dalla norma, ad una disposizione della legge 62/2000 (art.1, comma 7) che prevede “…
il definitivo superamento delle disposizioni.. del testo unico 297/94….al fine di ricondurre tutte le scuole non statali nelle due tipologie delle scuole paritarie e delle scuole non paritarie”.
Il Consiglio di Stato ha rilevato in modo inequivocabile che lo strumento individuato, appunto lo schema di regolamento di delegificazione, è errato ed inefficace in quanto non trova alcun fondamento in nessuna normativa primaria, anche in considerazione delle numerose disposizioni di carattere finanziario contenute nello schema inviato all’esame del Consiglio di Stato, integralmente prive di “ copertura“ a livello legislativo.
Al di là dei contenuti dell’ipotesi di regolamento, frutto visibile delle difficili e complicate mediazioni operate tra i diversi interessi del modo delle scuole private, c’è da osservare che lo strumento del regolamento di delegificazione avrebbe avuto il pregio, per chi lo proponeva, di poter modificare ed abrogare disposizioni vigenti senza alcun preventivo confronto parlamentare!!
Il tentativo di delegificazione è fallito ed al di là delle interessanti considerazioni di carattere squisitamente giuridico sollevate dalla pronuncia del Consiglio di Stato emerge con chiarezza che sono necessarie “ norme legislative ad hoc…” per operare il superamento dell’attuale disciplina del vigente Testo Unico.
Insomma, il confronto parlamentare non può essere evitato né dal Ministro né dalle scuole private. Né può essere evitato il parere del ministero dell’Economia sugli aspetti finanziari, peraltro non richiesto neanche sull’ipotesi di regolamento inviato al Consiglio di Stato dal Ministero.
Roma, 1 settembre 2005
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