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ISTAT: il profilo di Blangiardo è incompatibile con la carica di presidente

Lettera di Francesco Sinopoli ai membri delle Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato

16/11/2018
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In vista delle prossime convocazioni delle Commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, che saranno chiamate nei prossimi giorni ad esprimersi sulla nomina del nuovo presidente dell’Istat, il segretario generale della FLC CGIL Francesco Sinopoli ha inviato una lettera ai membri delle commissioni parlamentari. 

Ricordiamo che la procedura per arrivare alla nomina del presidente dell’Istat prevede che la proposta del governo, per essere valida, sia ratificata dai due terzi delle due Commissioni.

Il governo, su proposta della Ministra Bongiorno, ha scelto di proporre il professor Gian Carlo Blangiardo, ordinario di demografia all’università “Bicocca” di Milano.

Il segretario generale della FLC CGIL Francesco Sinopoli ha quindi nella lettera ritenuto di "portare alcuni elementi di riflessione all’attenzione dei componenti delle Commissioni parlamentari", ricordando alcune posizioni del professor Blangiardo su vari temi, nonché la sua esplicita vicinanza alla Lega, evidenziata persino nei giorni scorsi, dopo la nomina in Consiglio dei ministri, con la partecipazione alla Scuola di formazione politica del partito di governo.

"Ovviamente non è in discussione il diritto del professor Blangiardo di schierarsi e prendere parte al dibattito pubblico: occorre tuttavia evitare di offrire la percezione che negli Enti di ricerca si proceda adattribuzioni di nomina politica e di lottizzazioni tra i partiti".

Nella lettera si conclude quindi ritenendo che il profilo di Blangiardo sia "incompatibile con la carica di presidente dell’Istat".

I poteri attribuiti dalla normativa attuale al presidente, che nomina di tutti i dirigenti, non controbilanciati a sufficienza dal Consiglio d'Istituto o dagli organismi democratici di controllo e partecipazione pure previsti dal contratto e dalla Carta Europea dei ricercatori (come il Consiglio scientifico), "rendono possibile il condizionamento delle linee di attività future dell’Istituto, delle direzioni di ricerca e del quadro interpretativo diffuso".

Occorrerebbe invece, chiude la nota, "dare definitivamente piena attuazione all’articolo 33 e all'articolo 97 della Costituzione, richiamati recentemente dal Presidente della Repubblica Mattarella, assegnando maggiori poteri alla comunità scientifica interna e di settore, rimuovendo la centralità delle decisioni dalle mani del presidente e dei dirigenti da lui nominati, a cominciare dal direttore generale, per renderle collettive e partecipate, come già accade in altri enti di ricerca".

La lettera invita quindi "i membri delle Commissioni parlamentari a valutare attentamente la proposta avanzata dal governo, disinnescando la sensazione che alle nomine dei vertici delle istituzioni di ricerca si applichino impropriamente logiche di controllo politico da parte dei partiti".

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