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ENEA: senza una svolta ci si prepara alla mobilitazione

Successo dell’assemblea unitaria nazionale con tutti i centri di ricerca collegati. Inevitabile la dichiarazione di stato di agitazione.

17/07/2019
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Ultim’ora: l’ENEA convoca d’urgenza le organizzazioni sindacali

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Partecipazione e condanna unanime in tutta l’ENEA per la rottura del tavolo dell’integrativo dopo anni di blocco salariale. Inaccettabile lo smantellamento delle infrastrutture dell’ente che storicamente (storia italiana del nucleare) vede la maggioranza dei centri ENEA in sedi delocalizzate e lontane dai centri urbani. Inoltre ancora non si dice a voce alta che dopo il referendum del 2011 le scorie nucleari sono ancora presenti in molti centri dell’ENEA (non sanno dove metterle) e quindi sono da presidiare, ovviamente utilizzando anche il salario accessorio del personale, già, perché il magro contributo che si riceve dalla Sogin se lo intasca il vertice. L’ENEA ha bisogno di un salto per portare avanti gli obiettivi ambiziosi che anche opinione pubblica chiede. L’ENEA è l’unico ente pubblico italiano a cui non vengono assicurati gli stipendi del “posto fisso”. 180 milioni sono le spese di 2.700 dipendenti, ma il contributo dello Stato arriva a 140 milioni. Questo mentre sulle bollette elettriche si fa la cresta ai cittadini per miliardi sotto la voce spiritosa e misteriosa “oneri di sistema” (la Gabbanelli tenendosi cauta ha calcolato tale entrate in 8 miliardi e mezzo ogni anno), cioè 39 euro ogni due mesi ad utente!

Le richieste che vengono dal personale ENEA sono chiare; i tempi, considerate le ferie, sono stretti. Si vuole difendere e portare a casa l’integrativo dopo anni di blocco salariale.

Quindi chiusura rapida dell’integrativo, che vede la maggioranza degli argomenti già trattati, ma anche difendere l’agibilità dei centri di ricerca dal tentativo di ridimensionarli se non di chiuderli.  Di seguito la mozione all’unanimità votata in tutti i centri.

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Mozione assemblea dei lavoratori ENEA del Centro Ricerche CASACCIA
del 15 luglio 2019 in videoconferenza con gli altri Centri ENEA

Il giorno 15 luglio ad esito di una partecipata assemblea dei dipendenti dell’Enea, tenutasi in Casaccia in videoconferenza con gli altri Centri, si è deciso di rappresentare all’Amministrazione dell’Ente la necessità di finalizzare l’ipotesi del CCNI 2016/2018, attualmente in discussione, prevedendo quanto segue:

  1. mantenimento dello status quo in merito al servizio di trasporto che l’Assemblea all’unanimità definisce quale infrastruttura dell’Ente stesso, cosi come da storia decennale dell’Ente;
  2. Invece di chiudere un servizio che finirebbe per danneggiare gravemente i Centri decentrati dell’Enea, occorre migliorare le infrastrutture di collegamento, anche alla luce dell’isolamento strutturale e geografico delle sedi dell’Enea, nonché delle imminenti scadenze dei contratti e convenzioni con le società di trasporto locali;
  3. mantenimento delle infrastrutture quale elemento indispensabile per garantire sia l’esercizio delle attività lavorative, sia l’attività formativa portata avanti nell’Ente, anche al fine di evitare l’isolamento scientifico delle strutture dell’Enea;
  4. consentire al Personale in quota protetta di raggiungere le sedi di lavoro
  5. prevenire e gestire la problematica dei rischi in itinere presso tutti i Centri attraverso il mantenimento della infrastruttura dei trasporti.

Tali richieste risultano essere perfettamente in linea con gli obiettivi di mobilità sostenibile, salvaguardia ambientale ed efficientamento energetico, core business dell’Enea.

Pertanto alla luce di quanto fin qui esposto l’Assemblea chiede di confermare sul nuovo integrativo i contenuti dell’articolo 1 commi 1 e 2 delle norme di omogeneizzazione, e di impegnare le OO.SS. a proclamare lo stato di agitazione immediato chiedendo contestualmente all’Amministrazione la convocazione delle Organizzazioni Sindacali entro il 22 luglio, data ultima per la chiusura della contrattazione integrativa.

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