Il Contratto della Ricerca, scaduto da oltre quattro anni, riprende finalmente il percorso conclusivo. I diritti dei lavoratori frenati da ritardi inaccettabili e da burocrazie irresponsabili
Un altro faticoso e sofferto passo verso l'applicazione di un contratto lungamente ed irresponsabilmente osteggiato dal Governo e da troppi Enti
Comunicato stampa di Enrico Panini
Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil
Stamane il testo del contratto della Ricerca relativo al quadriennio 2002 – 2005 è stato inviato alla Corte dei Conti per la verifica conclusiva del percorso di validazione.
Infatti, il nuovo Comitato Direttivo ed il nuovo Presidente dell'Aran, nominati lunedì dal Governo, hanno oggi sottoscritto il testo firmato la settimana scorsa dalle organizzazioni sindacali dopo che erano state apportate alcune precisazioni all’articolato, già chiuso nei mesi scorsi, onde evitare ulteriori pesantissime lungaggini.
Un altro faticoso e sofferto passo verso l'applicazione di un contratto lungamente ed irresponsabilmente osteggiato dal Governo e da troppi Enti.
Ora ci auguriamo che la Corte dei Conti si esprima positivamente in breve tempo per consentire l’erogazione degli aumenti retributivi a salari fermi da oltre quattro lunghi anni.
Non ci sfuggono le precise responsabilità politiche del Governo in questa inaccettabile vicenda.
E’ evidente, alla luce delle esperienze vissute in questi anni, che è necessario nel prossimo futuro rimettere mano alle normative che presiedono alla validazione dei contratti per evitare il ripetersi di simili comportamenti: percorsi incerti, tortuosi, lunghi nei tempi; percorsi completamente sottratti alla conoscenza e all'intervento dei soggetti contrattuali, sia sindacali sia datoriali, che hanno espresso in un contratto la volontà comune di giungere ad un risultato.
Percorsi non compatibili con la logica di un contratto di natura privatistica, come ormai sono i contratti del pubblico impiego, che mortificano le volontà dei soggetti stipulanti ed enfatizzano il ruolo regolatore e sanzionatorio delle burocrazie ministeriali o degli organismi di controllo.
E a farne le spese sono i lavoratori.
Roma, 23 marzo 2006
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