“CHIEDO TEMPO AL TEMPO ED IL TEMPO MI RISPONDE NON NE HO”
Il nuovo anno scolastico è alle porte. Servono azioni urgenti. La FLC è fortemente preoccupata e, se dovesse proseguire questa situazione, ne trarrà le dovute conseguenze.
Comunicato stampa di Enrico Panini Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza
Il nuovo anno scolastico è ormai ampiamente alle porte e fra un breve lasso di tempo, il 1° settembre 2006, inizieranno le prime riunioni dei Collegi dei docenti per avviare e mettere a punto l’attività.
Il nuovo anno scolastico deve iniziare all’insegna della normalità, ovvero senza Collegi dei docenti e organismi collegiali vittime delle forzature messe in campo dal Ministro nei cinque lunghi anni che abbiamo alle spalle.
Il nuovo anno scolastico deve iniziare all’insegna della legalità, cioè nel rispetto delle Leggi di questo Paese troppo spesso violate ed offese per affermare un disegno di cambiamento nella scuola sbagliato e privo di consenso.
Siamo fortemente preoccupati perché su alcuni processi si sta accumulando da parte del Ministro Fioroni troppo ritardo e la qualità dell’inizio dell’anno scolastico rischia di essere compromessa.
Certo, è positivo che si siano aperti primi spazi per incrementare le classi di tempo pieno e di tempo prolungato secondo il corretto modello ordinamentale, è bene che finalmente si sia chiarito che la valutazione della religione cattolica deve essere fuori dalla scheda di valutazione, che si siano ampliati gli spazi di autonomia delle scuole; che si siano disapplicate contrattualmente le norme sul tutor, sugli anticipi, sulle collaborazioni piegate a coprire attività fondamentali.
Molto meno positivo è non sapere ancora se le prove Invalsi per il prossimo anno saranno effettivamente sospese, come richiesto dalla FLC e come avrebbe richiesto lo stesso Ministro all’Istituto di valutazione, e nel caso in cui l’Istituto abbia deciso ugualmente di procedere non sapere che cosa si intende fare su un punto irrinunciabile.
Assieme a questo elemento relativo alla valutazione, ci sono tre fatti dai quali dipende la qualità più profonda del nuovo anno scolastico e sui quali non siamo né soddisfatti della situazione né sereni.
Il primo di essi riguarda le Indicazioni nazionali ed il portfolio, un gretto esempio di oscurantismo il primo un vero e proprio esempio di confusione mentale dei proponenti il secondo. Le parole di condanna si sprecano e vanno dall’accusa di mobbing nei confronti del personale della scuola fino alla constatazione di una frattura fra la struttura scritta e la realtà praticata nelle classi tutti i giorni.
Bisogna buttare questi due atti. Mentre si avvia il corretto iter per la definizione degli obiettivi e degli standard del sistema, le Indicazioni Nazionali vanno da subito esplicitamente dichiarate, al massimo, come uno dei possibili documenti di riferimento, per le scuole, insieme ai precedenti programmi.
Sulla valutazione degli alunni, l'individuazione di nuovi strumenti certificativi chiesta dal DPR 275 deve vedere il mantenimento, pur provvisorio, di quelli precedenti (le schede) senza intralciare la libertà didattica delle scuole autonome.
Bisogna farlo e subito.
Il secondo riguarda l’orario ed i vari spezzatini, prodotto autartico di una “cucina” di pessima qualità. Sappiamo bene che le scuole, con l’autonomia, possono considerare l’orario in modo unitario evitando ogni frattura al suo interno.
Tantissime scuole lo hanno fatto e lo spezzatino è stato rifiutato in nome di un’assunzione di responsabilità da parte delle stesse.
Un atto di discontinuità con la precedente amministrazione consiste nel chiarire quale è la posizione dell’attuale Ministro circa lo spezzatino e l’affermazione dell’unitarietà dell’orario.
Un fatto che da solo farebbe cessare decine di conflitti fra dirigenti scolastici pungolati dai Direttori generali regionali e Collegi dei docenti gelosi assertori della qualità del loro operare.
Bisogna farlo e subito.
Il terzo atto riguarda l’anticipo nella scuola elementare. Sappiamo bene che è una legge che lo prevede e che solo un’altra legge può intervenire. Ma, per non essere più realisti del famoso re, la Legge non obbliga a fare strame della qualità educativa ed allora alcune regole alle quali deve rispondere l’accoglienza degli alunni anticipatari vanno fissate. Poi noi rimaniamo convinti che questa norma vada cancellata e rapidamente, ma di fronte ad un 1° settembre ampiamente alle porte alcune discriminanti sulla qualità devono essere poste.
Bisogna farlo e subito.
Queste quattro questioni non esauriscono la mole dei problemi ereditati dal precedente Governo né indicano il nuovo percorso (nel quale, a nostro avviso, innalzamento dell’obbligo scolastico; superamento della precarietà; consultazione della categoria sui valori e gli obiettivi per un programma di cambiamento; un investimento in risorse economiche sono fondamentali) ma sono in grado di segnare in modo incisivo un anno scolastico diverso.
Ci preoccupa che ad oggi su di essi non ci sia alcun atto definitivo e chiarificatore.
Lo sollecitiamo con fermezza a nome di centinaia di migliaia di lavoratori della scuola che devono essere rispettati per quello che valgono e per quello che fanno.
Non fosse così non staremo né zitti né ci limiteremo ai comunicati ed alle richieste.
Agiremmo di conseguenza.
Roma, 18 luglio 2006
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