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La cultura non si mangia ma rende liberi

Dalla grande manifestazione di Roma un messaggio forte: il futuro è dei giovani e del lavoro. Tantissimi i giovani e gli studenti e tutti i settori della conoscenza. Una studentessa dal palco: "Vogliamo una scuola aperta a tutti di cui essere orgogliosi".

27/11/2010
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susanna_camusso_01"La cultura non si mangia ma rende liberi" ha detto Susanna Camusso concludendo la grande manifestazione della Cgil.

I protagonisti della giornata sono stati indubbiamente i giovani, ma anche i problemi della scuola, dell'università e della ricerca.
"Se i giovani non hanno futuro, ha detto la segretaria generale della Cgil, stiamo tutti peggio". E ancora: "Non c'è alternativa tra lavoro e diritti, non si può rinunciare al sapere, alla conoscenza, all'informazione" e ha criticato il Ministro Gelmini che taglia la scuola, l'università, la ricerca, mentre in tutto il mondo l'invito è a studiare di più e meglio, abbassa l'obbligo scolastico. Camusso ha chiesto più risorse per una scuola pubblica, nazionale, laica e invece il governo trova soldi solo per la scuola privata. La scuola deve essere anche un luogo accogliente e pulito, e invece il governo ha tagliato gli appalti per le pulizie con il duplice danno di licenziare lavoratori e lasciare le scuole sporche. A Gelmini che accusa gli studenti di stare con i "baroni", Camusso dice che è il governo a difendere i potentati universitari. Il Ddl sull'università impone a chi voglia lavorare in un ateneo un percorso a ostacoli di contratti a termine. "Il Ministro non deve andare su YouTube a lanciare appelli, ma ritirare il suo Ddl e aprire un confronto serio per realizzare una riforma condivisa".

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Camusso dal corteo
La voce dei lavoratori dai cortei
L'intervento completo di Susanna Camusso dal palco di San Giovanni

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"Siamo saliti sui tetti per rendere visibile il lavoro, che è costantemente oscurato dai media" lo ha detto dal palco un ricercatore universitario, Massimiliano Tabucci della Rete 29 aprile, che ha portato il saluto dal tetto della facoltà di Architettura di Roma. "Siamo saliti per portare in alto l'università, ha detto, e il tetto è diventato una piazza". Per affrontare la concorrenza internazionale ci vuole innovazione e per avere innovazione bisogna investire in ricerca. "Il Governo considera l'università un problema, invece è l'università la soluzione". Il Ddl Gelmini, è sempre Cabucci che parla, istituzionalizza il precariato, costringe alla fuga dei cervelli, affida il governo degli atenei agli speculatori. Siamo all'eutanasia dell'università pubblica". E poi i dati: 1/3 del personale non verrà rimpiazzato, le borse di studio sostituite dai prestiti ("così i giovani diventano debitori prima che lavoratori"), il 40% della didattica è svolta dai ricercatori a titolo gratuito. "Ma anche i ricercatori NON sono + DISPOSTI...", come recita il fortunato slogan della campagna lanciata dalla Cgil.

Di cultura ha parlato anche l'attore Massimo Ghini "in rappresentanza dell'industria culturale che ha complessivamente 3.800.000 addetti". Rivolgendosi al governo che manifesta tanto disprezzo per la cultura, Ghini ha detto che questo settore muove 167 miliardi di euro. "Solo nel cinema lavorano 300 mila persone, ma non sono la casta di cui parla il governo, ci sono 17 mila aziende e un giro di affari per 16 miliardi di euro".

Una studentessa di un liceo di Vicenza, Cecilia Correale, 15 anni, ha parlato dell'alluvione della sua città e della rete di solidarietà formata soprattutto da giovani studenti e da immigrati. "Noi studenti abbiamo bisogno di una scuola aperta a tutti e di cui essere orgogliosi" e non quella della classi sovraffollate e della diminuzione del tempo scuola. "Il futuro è nostro e se tentano di levarcelo lottiamo per riprendercelo".

La manifestazione di oggi ha suggellato un nuovo patto solidale tra le generazioni.