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Nota di aggiornamento del Def 2019: attenzione alla crescita e alla sostenibilità ambientale. Silenzio sulle risorse per il rinnovo dei contratti

Una prima analisi del documento adottato dal consiglio dei Ministri il 30 settembre scorso.

02/10/2019
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La nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2019 delinea un quadro programmatico per il triennio 2020-2022 che vuole, da un lato, preservare la sostenibilità della finanza pubblica e, dall’altro, creare spazi fiscali per rilanciare la crescita economica a partire da un “grande piano di investimenti pubblici e di sostegno agli investimenti privati, nel segno della sostenibilità ambientale e sociale e dello sviluppo delle competenze”. A tal fine il Governo ha deciso di puntare per il 2020 su indebitamento netto (deficit) pari al 2,2% del prodotto interno lordo (PIL). Tenuto conto che in base alla legislazione vigente, il rapporto deficit/PIL dovrebbe essere pari all’1,4%, vi è lo spazio di bilancio per una manovra espansiva pari a 0,8 punti percentuali di PIL (circa 14,5 miliardi di euro).

In tale contesto gli interventi prioritari saranno

  • la completa disattivazione dell’aumento dell’IVA (La nota prevede che tale scelta comporterà una maggiore crescita della domanda interna e un effetto positivo sul prodotto interno lordo)
  • la riduzione del cuneo fiscale. L’impegno aggiuntivo necessario nel 2020 è valutato in 0,15 punti percentuali di PIL, che saliranno a 0,3 punti nel 2021
  • l’avvio di un programma volto a rilanciare la crescita, lo sviluppo del Mezzogiorno e la sostenibilità ambientale (rilanciare gli investimenti pubblici, aumentare le risorse per istruzione e ricerca scientifica e tecnologica, sostenere e rafforzare il sistema sanitario universale)
  • il rinnovo di alcune politiche in scadenza (fra cui gli incentivi Industria 4.0)

Difficile valutare oggi se la manovra tracciata nel Nadef 2019 sia effettivamente in grado di promuovere una crescita dell’economia e dell’occupazione tale da generare le previsioni indicate dal Governo.

Guardando nello specifico gli interventi nei settori della conoscenza la nota di aggiornamento del DEF licenziato dal Governo, pur affermando in più punti l’impegno ad aumentare delle risorse, evita di quantificarne l’entità. Ciò è particolarmente evidente dal totale silenzio riguardo al rinnovo dei Contratti Collettivi del settore pubblico e quindi anche del comparto “Istruzione e Ricerca”. Le indiscrezioni dicono che le risorse ci saranno e deriverebbero dalla spending review, dalla revisione della spesa pubblica e dalla riduzione dei sussidi dannosi per l’ambiente. Ma nel Nadef tali risorse risulterebbero finalizzate a coprire altre spese.

Insomma, un quadro ancora magmatico in cui le scelte programmatiche saranno pienamente definite con la presentazione entro il 20 ottobre del Disegno di Legge di bilancio.

Il Nadef prevede, infine, l’adozione di numerosi disegni di legge collegati alla legge di bilancio, tra cui alcuni riguardanti direttamente i nostri settori

  • DDL Green New Deal e transizione ecologica del Paese
  • DDL recante disposizioni in materia di formazione iniziale e abilitazione del personale docente
  • DDL recante riordino del modello di valutazione del sistema nazionale di istruzione e delle università
  • DDL recante istituzione dell’Agenzia nazionale per la ricerca e il trasferimento tecnologico
  • DDL sull'autonomia differenziata ai sensi dell'articolo 116 comma 3 della Costituzione
  • DDL recante riduzione del cuneo fiscale
  • DDL in materia di semplificazioni normative e amministrative e redazione testi unici;
  • DDL in materia di disabilità
  • DDL recante interventi mirati finalizzati a coordinare le responsabilità disciplinari dei dipendenti pubblici
  • DDL recante disposizioni volte alla razionalizzazione delle procedure selettive della PA.