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I Sindacati: In caso di guerra l'Italia del lavoro si fermerà!

Dichiarazione di Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti

18/03/2003
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Dichiarazione di Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti

Cgil, Cisl e Uil ritengono illegittima la decisione dell'ultimatum degli Usa all'Iraq presa al di fuori di ogni mandato delle Nazioni Unite, non motivata politicamente e tale da compromettere un ordine mondiale fondato sulla sicurezza e sul rifiuto della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali.

Coerentemente alle scelte assunte a livello europeo dalla Confederazione Europea Sindacati, Cgil, Cisl e Uil intendono mettere in campo, nel pieno rispetto della legalità, tutti gli strumenti democratici per scongiurare la guerra ed esprimere la più netta contrarietà, il più fermo dissenso del mondo del lavoro.

Chiederanno da subito un incontro urgente al Presidente del Consiglio dei Ministri per esprimere le loro opinioni, per riconfermare che l’Italia è vincolata al rispetto della Costituzione e alla Carta dell’Onu, per chiedere che il Governo Italiano non metta a disposizione di questa avventura uomini,strutture militari e infrastrutture logistiche.

Qualora dovesse scoppiare la
guerra, Cgil, Cisl e Uil unitariamente proclameranno intutta Italia azioni di sciopero, fermate di tutte le lavoratrici e lavoratori, manifestazioni in ogni città.

Di fronte a questo scenario drammatico, confermano di voler tenere la manifestazione 1 maggio unitariamente ad Assisi, città simbolo della convivenza e del dialogo fra i popoli e della pace.

Roma, 18 marzo 2003