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Piano d'Azione e Coesione: le misure innovative e sperimentali di tutela dell'occupazione e politiche attive del lavoro

Previsti nell’ambito della terza e ultima riprogrammazione dei fondi strutturali.

01/03/2013
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Nel corso del 2011 è stata avviata, di intesa con la Commissione Europea, l’azione per accelerare l’attuazione dei programmi cofinanziati dai fondi strutturali 2007-2013 attraverso la concentrazione delle risorse finanziarie "su progetti di rilevanza strategica sia di carattere infrastrutturale che immateriale". Per dar corpo a tale obiettivo e al tempo stesso colmare i gravi ritardi nell'attuazione dei programmi cofinanziati è stato predisposto il Piano d'Azione e Coesione (PAC) i cui interventi sono concentrati in quattro Regioni (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) dell'Area Convergenza.

Da segnalare che la riprogrammazione è finalizzata anche:

  • "ad avviare nuove azioni, alcune delle quali di natura prototipale che, in base agli esiti, potranno essere riprese nella programmazione 2014-2020;
  • ad anticipare i nuovi metodi di “programmazione rivolta ai risultati” che saranno adottati nel bilancio europeo e nella programmazione della politica di coesione 2014-2020, a cominciare da una forte enfasi sui risultati attesi e a una maggiore trasparenza e apertura del processo decisionale e dei dati".

Il Piano di Azione Coesione è attuato attraverso tre fasi successive. Le prime due fasi (dicembre 2011 e poi maggio 2012) hanno riallocato un totale di risorse pari a 6,4 miliardi di euro. Tali fasi hanno riguardato in misura prevalente (4,9 miliardi) le Regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia e in misura più contenuta (0.5. miliardi) le altre Regioni del Sud e alcune del Centro Nord.

La terza ed ultima riprogrammazione è pari a 5,7 miliardi di euro e riguarda, per l’area "Convergenza", i Programmi regionali di Calabria, Campania, Puglia e Sicilia e i Programmi nazionali "Reti e Mobilità" e "Sicurezza per lo sviluppo" (per circa il 98%). Riguarda inoltre i Programmi delle Regioni Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Valle d’Aosta.

L’ultima riprogrammazione è finalizzata a tre obiettivi

  • misure anticicliche che consentano a lavoratori, imprese e persone di superare la prolungata crisi recessiva senza compromettere le opportunità e la vita nella fase di ripresa (2,5 miliardi);
  • salvaguardia di progetti validi in ritardo (1,9 miliardi);
  • nuove azioni selezionate dalle Regioni (1,3 miliardi).

Nell’ambito delle misure anticicliche sono previsti i seguenti interventi con l’indicazione delle risorse dedicate

Misure anticicliche

Interventi

Risorse

1. Agevolazione fiscale de minimis per micro e piccole aziende delle aree a disagio socioeconomico

377,0

2. Rifinanziamento credito d’imposta occupati svantaggiati

175,0

3. Misure innovative e sperimentali di tutela dell'occupazione e politiche attive del lavoro collegate ad ammortizzatori sociali in deroga

530,0

4. Promozione della nuova imprenditorialità

204,8

5. Potenziamento istruzione tecnica e professionale di qualità

106,0

6. Promozione sviluppo turistico e commerciale

3589,9

7. Interventi di rilancio di aree colpite da crisi industriali

282,0

8.Strumenti di incentivazione per il rinnovamento di macchinari e attrezzature da parte delle imprese

327,0

9. Aiuto alle persone con elevato disagio sociale

143,7

Totale

2.504,4

Tra gli interventi sopra elencati sono particolarmente rilevanti per i settori della conoscenza quelli relativi al "Potenziamento istruzione tecnica e professionale di qualità" (Intervento n. 5) e alle "Misure innovative e sperimentali di tutela dell'occupazione e politiche attive del lavoro collegate ad ammortizzatori sociali in deroga" (Intervento n. 3)

Misure innovative e sperimentali di tutela dell'occupazione e politiche attive del lavoro collegate ad ammortizzatori sociali in deroga

Le azioni previste, che riguardano esclusivamente le Regioni dell’Area Convergenza, sono finalizzate ad attivare misure innovative e sperimentali che integrano sostegno al reddito e misure di politica attiva.

In particolare:

  • è prevista una ruolo centrale dei Centri per l’Impiego o delle Agenzie del lavoro accreditate "che devono disegnare ed erogare percorsi personalizzati e strutturati di politica attiva, coerenti con i bilanci di competenze (inserimento in percorsi mirati di riqualificazione professionale, stage presso aziende, voucher aziendali, partecipazione dei lavoratori ai corsi di formazione continua previsti dai Fondi Interprofessionali, doti formative, ecc.)";
  • per ogni 3 euro di politica passiva (sostegno al reddito più contribuzione figurativa) si attiva 1 euro di politica attiva. 

Da segnalare che, tenuto conto della presenza scarsamente incisiva dei Centri per l’impiego nelle quattro Regioni dell’Area Convergenza, l’intervento sarà attivato a seguito dell’approvazione di specifiche norme di carattere generale nonché dalla promozione di forme di cooperazione con alcune Regioni del Centro Nord che hanno dato vita alle migliori pratiche in questo ambito.

Risultati attesi sono i seguenti:

  • mantenimento di posti di lavoro e/o offerta di effettive opportunità di ricollocazione lavorativa;
  • numero di lavoratori presi in carico da percorsi di politica attiva del lavoro;
  • numero di nuovi occupati a seguito delle misure di politica attiva del lavoro.

Da segnalare che il potenziamento dei centri per l’impiego è uno dei perni fondamentali della proposta “Garanzia Giovani” lanciata recentemente dalla CGIL.