IeFP e sperimentazione dell'apprendistato: dal Ministero del lavoro solo promesse e propaganda
Dietro al paravento del "sistema duale" si cela il tentativo di abbassare i livelli di istruzione dei nostri giovani. Miur totalmente ignorato
Il 13 gennaio scorso con una conferenza stampa, il Ministero del lavoro ha annunciato l'avvio della sperimentazione dell'apprendistato nell'ambito dei percorsi di istruzione e formazione professionale gestiti dai Centri di Formazione Professionale, in applicazione dell'Accordo del 24 settembre 2015 in conferenza Stato Regioni. Nell'occasione il sottosegretario Bobba ha usato parole roboanti: "nasce la via Italiana al Sistema Duale", "la sperimentazione rafforzerà il collegamento fra mondo scolastico e lavorativo", "la sperimentazione è frutto di una intensa e proficua collaborazione con tutti i soggetti coinvolti: Regioni, enti di formazione e parti sociali".
Contestualmente sono stati sottoscritti, dal sottosegretario e gli assessori regionali alla formazione, i protocolli di intesa con cui si dà l’avvio alla sperimentazione.
La cornice di riferimento della sperimentazione è rappresentato dalle norme attuative del Jobs act, in particolare dal D. Lgs. 81/15 e dal D. Lgs. 150/15, che modificano profondamente il paradigma di riferimento riguardo allo status del giovane in apprendistato: non più studente ma lavoratore a tutti gli effetti titolare di un vero e proprio contratto individuale di lavoro. Un lavoratore che fin dai 15 anni, ha l'obbligo di effettuare il normale orario di lavoro previsto dal CCNL di settore, costituito dalla formazione interna (in azienda), formazione esterna (presso l'ente di formazione) e dalle ore di lavoro vero e proprio.
Pur in assenza di indicazioni credibili sulle capacità formative delle imprese, si accordano forti incentivi ai datori di lavoro:
- non trova applicazione il contributo di licenziamento di cui all'articolo 2, commi 31 e 32, della legge n. 92 del 2012
- riduzione dal 10 al 5% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali
- sgravio totale dei contributi a carico del datore di lavoro.
Inoltre per le ore di formazione interna (in azienda) all'apprendista è riconosciuta una retribuzione pari al 10 per cento di quella che gli sarebbe dovuta.
Per tutta questa operazione, sono stati stanziati 87 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015 e 2016 che sono stati ripartiti con Decreto del Direttore Generale per le Politiche attive, i servizi per il lavoro e la formazione del Ministero del lavoro n. 417/2015 del 17 dicembre 2015 a cui si aggiungono le risorse europee, pari a € 10.500.000,00, finalizzate a finanziare i servizi di orientamento e placement.
Come abbiamo denunziato ripetutamente, le scelte del MLPS acuiscono il rischio di un forte abbassamento dei livelli di istruzione proprio di quella fascia di giovani più debole per condizione familiare, economica e culturale. In questo senso appare sintomatico il totale silenzio e, anzi, l'estraneità di questo ministero rispetto all'obbligo di istruzione.
Altrettanto evidente è il tentativo da parte del Ministero del lavoro di "acquisire" un pezzo del sistema di istruzione utilizzando come pretesto il sistema duale o la lotta alla dispersione scolastica. In questo contesto appare imbarazzante, l'arroganza con cui questo ministero ha totalmente ignorato il Ministero dell'Istruzione.
Al di là della propaganda, le tipologie di procedure e finanziamenti fanno intendere chiaramente che non si tratta di un intervento di sistema, ma di azioni legate alla necessità impellente di reperire risorse da allocare in un settore che presenta situazioni di sofferenza occupazionale ed economica ormai endemiche. Tutto da dimostrare nel breve-medio periodo, se l’utilizzo dell’apprendistato sarà uno strumento per ridare fiato al sistema dell’IeFP gestito dai Centri di Formazione Professionale o l’ennesimo tentativo di abbattere pesantemente i costi.
Infine non è dato sapere a quale parti sociali, coinvolte nell'elaborazione della sperimentazione, il sottosegretario faccia riferimento.
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