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Successo dello sciopero generale della scuola anche in Francia

Francia, Ottobre 2002

22/10/2002
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Ottobre

Successo dello sciopero generale della scuola anche in Francia Più di metà del personale della scuola francese docente e non docente, secondo gli organizzatori, quasi metà secondo il Ministero: variano di poco secondo le due fonti le percentuali circa lo sciopero generale della scuola che si è svolto in Francia giovedì scorso, 17 ottobre. E decine di migliaia di insegnanti sono scesi in corteo in una ventina di città. Lo sciopero era stato indetto da cinque organizzazioni sindacali del personale docente e non docente: Fsu, Cgt-Unsen, Unsa-Education, Sgen-Cfdt e Faen. Mancavano all'appello Force Ouvriere, il sindacato cattolico, alcuni sindacati autonomi e la Sud-Education. Al centro dello sciopero era la politica di tagli e mancate assunzioni del nuovo ministero Ferry, la "décentralisation"( vale a dire il decentramento agli enti locali di competenze sulla scuola, per altro senza il decentarmento di risorse) la mancanza di risorse in genere e l'anticipazione a 12 anni della scelta degli indirizzi di studio sulla base dell'andamento scolastico. Si tratta di questioni da tempo dibattute ma su cui il nuovo governo Raffarin, espressione della maggioranza che fa capo al presidente della repubblica Chirac, sta dando una brusca impennata, disattendendo le promesse di Jospin in merito ad organici ed assunzioni e imponendo una gestione degli indirizzi nella scuola media in termini assai diversi da quelli a suo tempo prospettati da Jack Lang, che lasciava alle singole scuole l'autonomia sull'organizzazione dei gruppi di indirizzo per gli alunni

L’inizio dell’anno scolastico sulla stampa. Nuovo governo (di destra, ancorchè moderata), nuovo ministero (che promette, tanto per cambiare, tagli): la scuola francese si è trovata alla ripresa dell’anno scolastico di fronte a queste novità. La stampa d’oltralpe non ha mancato di cogliere i problemi. Il primo giorno di scuola Le Monde intitolava “Il dibattito sulle risorse infiamma il rientro a scuola”, Le Figaro “Ministero-professori: un rientro in cagnesco” e il quotidiano economico Les Echos “Educazione: rotta sul decentramento” e parlava dell’annuncio fatto dal neo-ministro Ferry circa la soppressione di due o tremila posti di sorvegliante ( cioè dei supplenti). Ouest France ancor più drasticamente intitolava “La fine annunciata degli aiuto-educatori”: secondo il giornale della costa atlantica quest’anno ci sarà l’ultimo e definitivo bando per 18.000 dei 70.000 aiuto-educatori (sorveglianti, animatori, supplenti, operatori di laboratorio) assunti con i contratti quinquennali per gli impieghi giovanili e diventati ormai una figura insostituibile della scuola francese, dopo di che probabilmente anche questo personale sparirà. “La lavagna del rientro” intitolava il giornale comunista L’Humanitè, facendo leva sul gioco di parole rappresentato da “tableau noire”, che in francese significa lavagna, ma letteralmente è tavola o tabella (di marcia) nera . E la Voix du Nord: “Rientro: Luc Ferry nella dura scuola …”, sottolineando come il nuovo ministro pensi al decentramento (federalismo?! autonomia?!) come rimedio ai mali della scuola.
Naturalmente l’allarme suscitato dai tagli ha spinto il Ministero a giustificarsi. Il giornale di destra La Croix dichiarava “Luc Ferry ripara una scuola in panne” sottolineando che il ministro aveva smentito la soppressione di 3000 posti d’insegnante e riportando una dichiarazione dell’ex-ministro Lang che accusava il governo di affondare una dinamica riformatrice. La smentita era riportata anche da Le Parisien che intitolava “Allora, più o meno insegnanti nel 2003?”. Secondo Liberation, che da “La spiegazione del testo del Ministro dell’educazione”, il ministro avrebbe invece confermato il congelamento dei posti già previsti da Jospin e si appresterebbe a trasferire i sorveglianti alle amministrazioni regionali.