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Regno Unito. Obbligo fino a 18 anni e ritorno ai diplomi

Le scelte radicali del ministro dell’educazione del governo Brown: dopo Germania, Belgio, Olanda, Polonia e Ungheria anche il Regno Unito verso l’obbligo a 18 anni.

12/11/2007
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Stanno sconquassando la scuola britannica le intenzioni di Ed Balls, il nuovo Segretario di Stato per i Bambini, la Scuole e le Famiglie del governo laburista di Gordon Brown, dopo che ha annunciato l’intenzione di voler portare l’obbligo scolastico all’età di 18 anni entro il 2015. A spingerlo verso questa decisione è stata l’osservazione della incidenza sempre maggiore dei cosiddetti NEETs ( no education, employement & training, vale a dire i giovani che non sono né a scuola né al lavoro né nella formazione professionale) soprattutto nelle aree deboli dell’isola di Albione, quelle dal passato minerario e siderurgico, e soprattutto tra la popolazione maschile di queste aree.

In realtà il problema si poneva da tempo dal momento che il sistema educativo britannico che finora prevede l’obbligo scolastico fino a 16 anni, dopo quell’età offre un percorso che la maggior parte degli alunni frequenta solo parzialmente. Non arrivano infatti al 40% coloro che raggiungono un A-level, vale a dire un percorso di conoscenze completo utile almeno ai fini di un passaggio in una facoltà universitaria, la maggior parte degli alunni frequentano corsi parziali fondati su tre o quattro discipline, che rilasciano le relative certificazioni, senza considerare i dispersi totali. E’ una situazione di cui i primi a lamentarsi erano stati gli stessi industriali britannici, preoccupati della “ignoranza” della loro mano d’opera, tanto che una commissione di studio formata alcuni anni fa, la commissione Tomlison, aveva redatto un libro bianco in cui, pur senza rinunciare alla tradizionale ampia flessibilità dei percorsi scolastici britannici, si suggeriva il ritorno al diploma di tipo continentale. Ed infatti nei propositi di Balls non sembrano mancare anche questi: il mese scorso ha annunciato l’introduzione di tre nuovi diplomi, umanistico, scientifico e linguistico, che si aggiungono ai 14 diplomi professionali già istituiti in questi anni. Il giornale The Indipendent parlava a fine ottobre di campane a morto per l’ A-level, ma Balls, smorzando i toni della polemica, ha sostenuto che una decisione sui diplomi come eventuale unico titolo di uscita dalla secondaria superiore sarà presa solo nel 2013.

Ma il 2015 non è tanto vicino e la proposta di innalzamento dell’obbligo a 18 anni comunque non è destinata ad avere vita facile. Se la cosa ha l’appoggio del sindacato degli insegnanti NASUWT, trova invece una aperta ostilità in campo politico, soprattutto da parte del Partito Liberal-Democratico, che accusa i laburisti di saper ragionare solo in termini di coercizione. Balls da parte sua in una recente conferenza alla Fabian Society ha invece rilanciato dicendo che non è necessario aspettare il biennio 2013-2015 per produrre un innalzamento dell’obbligo di fatto. D’altra parte la sua proposta parla di education and training fino a 18 anni, che tradotto nel linguaggio scolastico italiano significa scuola e formazione professionale.

Roma, 12 novembre 2007