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I conservatori spagnoli vorrebbero la controriforma della scuola, ma….

Se il PP vincerà le prossime elezioni spagnole la Spagna avrà una terza riforma della scuola in 15 anni. Ma i sondaggi non sono loro favorevoli.

14/01/2008
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Uno dei leit motiv della destra spagnola contro Zapatero ha riguardato in questi anni la sua politica scolastica, come riflesso della sua politica civile e culturale, che lo ha portato a scontrasi con le gerarchie ecclesiastiche, sia per la questione dei matrimoni gay sia per l’aver portato, finalmente, a un meno reticente bilancio storico della guerra civile.

Naturale quindi che lo scioglimento delle Cortes, che Zapatero ha attuato in questi giorni, di prassi prima dei comizi elettorali, abbia rinfocolato le intenzioni controriformatrici del PP nei settori educativi.

Rajoy, il successore di Aznar alla guida del PP, non si è lasciato sfuggire l’occasione per riaffermare che in caso di vittoria non mancherà di varare di nuovo gli stessi provvedimenti che prevedeva la loro legge (LOCE), approvata nel 2002 ma mai attuata per la sospensione che ne aveva fatto il PSOE appena arrivato al potere per poi sostituirla con una legge socialista (LOE).
In particolare nel mirino di Rajoy ci sono tre misure:

  1. la Educacion a la Ciudadania, cioè l’educazione civica: i conservatori spagnoli e la Conferenza episcopale spagnola non sopportano che si parli del diritto di famiglia, per via che questo contempla anche il matrimonio omosessuale;

  2. la valutazione: i conservatori spagnolo non vogliono che ragazzi con tre insufficienze possano essere promossi con voto di consiglio (la legge prevede di norma l’abbuono di solo 2 insufficienze, ma in casi decisi dai docenti si può arrivare anche a 3), ma c’è da notare che è un miglioramento rispetto alla loro legge precedente, assai più selettiva , perché con due insufficienze bocciava;

  3. la valutazione delle scuole: contro una verifica di competenze a 14 anni, in stile PISA, ma senza effetti su una eventuale graduatoria di scuole, il PP vuole verifiche nazionali a 10, 11 e 14 anni, contenutiste e utili alla valutazione delle singole scuole.

Ma nonostante che su questi temi conservatori e vescovi abbiano cavalcato le spinte più tradizionaliste, con mobilitazioni di massa notevoli e boicottando qua e là l’attuazione delle norme (l’educazione civica, la cui attivazione è graduale, non è stata ancora attuata nelle regioni governate dal PP), i pronostici non sono loro favorevoli. Secondo l’ultimo pubblicato oggi su El Pais, il PSOE avrebbe ancora il 43% dei voti, mentre il PP solo il 40% (il resto dei voti andrebbe per lo più alle piccole formazioni di sinistra o regionaliste poco simpatizzanti per il PP), inoltre bel il 58% dell’elettorato si dice convinto di una riconferma socialista, contro appena il 22% pro PP e ben il 47% della opinione pubblica sarebbe favorevole a una riconferma di Zapatero, anche se il suo voto “scolastico” sarebbe uno striminzito 5 +, sempre di più comunque del dal 4 al 5 di Rajoy.
Zapatero dal canto suo dice: “Ho mantenuto quello che ho promesso”.

Roma, 14 gennaio 2008