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Dichiarazione finale del quarto Social Forum Europeo

Nella risoluzione finale gli impegni per il prossimo anno. I successi nel rapporto tra movimenti dell’Est e movimenti dell’Ovest. Le scadenze contro la guerra, per la difesa dei diritti dei migranti e contro la precarietà. Un arrivederci al Forum Mondiale di Nairobi.

16/05/2006
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Ad Atene il 7 maggio scorso, al termine del quarto Sociale Forum Europeo è stata approvata la dichiarazione che qui di seguito riportiamo. Anche se alcuni passaggi non trovano la completa condivisione della FLC Cgil il testo rappresenta un documento di indubitabile valore e significato sia perché si colloca al termine di un’annata particolarmente densa di battaglie sia perché il Forum ha rappresentato un momento di confronto significativamente riuscito e gli impegni che ne derivano costituiscono danno luogo a importanti scadenze a cui la FLC Cgil non intende sottrarsi.

Dichiarazione dell’Assemblea dei movimenti del 4° Social Forum Europeo Atene 7 maggio 2006

Noi, donne ed uomini, dei movimenti sociali europei, ci siamo incontrati ad Atene dopo anni di esperienze comuni e di lotte contro la guerra, il neoliberismo, tutte le forme di imperialismo, di colonialismo, di razzismo, di discriminazione e sfruttamento, e contro i rischi di una catastrofe ecologica.
Quest’anno è stato importante in quanto lotte sociali e campagne hanno avuto successo nel fermare progetti neoliberisti come la proposta della Costituzione Europea, la direttiva europea Ports e il CPE in Francia.
I movimenti e l’opposizione al neoliberismo crescono e si scontrano con il potere delle corporazioni transnazionali, contro il G8 e organizzazioni come il WTO, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale come pure contro le politiche neoliberiste dei singoli Stati e dell’Unione Europea.
Importanti cambiamenti politici sono avvenuti in America Latina ed hanno scosso l’offensiva neoliberista e in alcune situazioni la lotta popolare ha fermato processi di privatizzazione.
Nella situazione attuale si aprono grandi opportunità ma ci sono anche rischi drammatici. L’opposizione e la resistenza alla guerra e all’occupazione in Irak hanno svelato il fallimento delle politiche di Gran Bretagna e Stati Uniti. Il mondo ora è di fronte all’incubo di una nuova guerra in Iran. L’arbitraria decisione dell’Europa di tagliare i fondi alle autorità Palestinesi è inaccettabile e rende ancora più drammatica la situazione. L’oppressione del popolo curdo non è mai finita.
Le forze conservatrici nel nord e nel sud stanno incoraggiando uno “scontro di civiltà” con la finalità di dividere le popolazioni oppresse, il che produce violenze inaccettabili, barbarie, e un aumento degli attacchi ai diritti e alla dignità di migranti e delle minoranze.
Nonostante l’Europa sia una delle aree meta di maggiore mobilità nel mondo, decine di milioni di persone vivono in povertà, sia per la disoccupazione che per la precarizzazione dei rapporti di lavoro. Le politiche europee basate su una esponenziale estensione della competizione dentro e fuori l’Europa costituiscono un attacco all’occupazione, ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, ai servizi pubblici, all’educazione, al sistema sanitario pubblico. L’ Europa sta pianificando la riduzione dei salari e dei diritti e la generalizzazione della precarizzazione.
Noi rifiutiamo questa Europa neoliberista ed ogni tentativo di rilanciare il trattato Costituzionale. Noi stiamo lottando per un’altra Europa, un’Europa femminista, ecologica, di pace, di giustizia sociale, di vita sostenibile, di solidarietà, che rispetti i diritti delle minoranze e l’autodeterminazione dei popoli.
Condanniamo la caccia alle streghe e la criminalizzazione dei movimenti progressisti e no global nell’Europa dell’Est e dell’Ovest.

Noi concludiamo il SF Europeo di Atene avendo fatto passi in avanti per la costruzione di rapporti tra i movimenti dell’Est e dell’Ovest, con una comune determinazione a lottare per la pace, il lavoro, un’esistenza più sicura.Noi ci impegniamo a programmare le nostre iniziative e mobilitazioni sulla base della piattaforma scaturita dal lavoro delle reti al SF di Atene.

Abbiamo bisogno di coordinare il nostro lavoro di definire una strategia efficace per il prossimo periodo, di rafforzare e allargare i movimenti.
Ci appelliamo ai movimenti europei perché si apra un ampio dibattito per decidere insieme le prossime tappe nella cornice del processo del Social Forum Europeo.

Alcuni importanti eventi sono già decisi

- Ci mobiliteremo per un completo ritiro delle truppe dall’Irak e dall’Afghanistan, contro la minaccia della guerra in Iran, contro l’occupazione della Palestina, per il disarmo e per eliminare le basi Nato in Europa e ci impegniamo ad una settimana di mobilitazione dal 23 al 30 settembre 2006.- Lanciamo la proposta di una giornata di moibilitazione il 7 ottobre 2006 in Europa e in Africa, per la legalizzazione delle/dei migranti, per il riconoscimento di uguali diritti, per la cittadinanza di residenza, per la chiusura dei CPT, per fermare le espulsioni, per fermare le deportazioni, contro la precarietà e per cancellare il fatto che il permesso di soggiorno sia indispensabile per ottenere contratti di lavoro.- Ci mobiliteremo contro la precarietà, lo smantellamento dei servizi pubblici e per i diritti sociali coordinando le nostre iniziative a livello europeo nei prossimi mesi.

In gennaio 2007 il SF mondiale si incontrerà a Nairobi. La crescita dei movimenti in Africa è cruciale per il mondo. Costruire il Social Forum mondiale sarà una occasione per lottare contro lo sfruttamento e il neocolonialismo dell’Europa.

Nel giugno 2007 ci sarà l’incontro del Consiglio dell’Unione Europea e quello del G8 a Rostock in Germania dopo quello a San Pietroburgo nel luglio di quest’anno. Verificheremo l’opportunità di una generale convergenza delle nostre lotte in queste due occasioni.

Roma, 16 maggio 2006