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Come rispondere all’allarme

Spagna, Febbraio 2001

05/02/2001
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Febbraio

Come rispondere all’allarme, lanciato da alcune rilevazioni nazionali, sul basso livello delle competenze degli studenti spagnoli della scuola secondaria obbligatoria (dai 14 ai 16 anni) in materie fondamentali quali la lingua madre e la matematica ? - Si sta surriscaldando il dibattito sull’intenzione del Governo di fare approvare al Congresso, prima della fine dell’anno 2001, una legge di riforma della scuola secondaria, la Ley de Calidad de la Educación, con cui modificare le tre leggi alla base dell’attuale sistema scolastico spagnolo, la LODE (legge sul diritto all’istruzione) del 1985, la LOGSE (Legge organica sull’ordinamento generale del sistema educativo) del 1990 e la LOPEG (legge organica di partecipazione, valutazione e governo dei centri scolastici) del 1995 ed introdurre percorsi formativi differenziati già all’interno della scuola obbligatoria .
Proposta di riforma che ha suscitato la netta opposizione del Psoe, ma anche degli altri partiti dell’opposizione e dei partiti nazionalisti basco e catalano. Si tratta di un confronto ideologico," secondo Amparo Valcarce portavoce socialista al Congresso " il governo vuole creare un sistema scolastico selettivo, di qualità per pochi, mentre noi ne proponiamo uno di uguaglianza di qualità per tutti".
E a fine gennaio è partita la controffensiva del partito socialista spagnolo, che chiede a tutti i partiti dell’opposizione di appoggiare una proposta di legge antagonista a quella del governo, con cui consentire "l’aumento generalizzato delle competenze di tutti gli studenti e non solo di pochi, come vorrebbe il governo con il suo progetto di legge sulla qualità".

La Ley de Calidad su la Educación - La proposta del governo prevede l’introduzione nel 3° e 4° anno della scuola secondaria obbligatoria (14-16 anni) di tre diversi percorsi formativi, in rapporto al rendimento scolastico: uno destinato agli studenti indirizzati verso il bachillerato (gli ultimi due anni di scuola secondaria superiore, non obbligatoria), un altro verso la formazione professionale e, infine, un terzo rivolto a coloro che non riescono a concludere il percorso prcedente.
Un'altra misura consiste nel cambiare il meccanismo della promozione automatica, prevedendo la possibilità di ripetere più volte la stessa classe. Attualmente un alunno può passare di classe all’interno di un ciclo, anche se non ha acquisito tutti gli obiettivi, con la possibilità di recuperare successivamente i debiti formativi, e la valutazione avviene alla fine di ciascun ciclo.
Infine, a partire dal prossimo anno scolastico entreranno in vigore i nuovi contenuti minimi della scuola secondaria, validi per tutto il paese, approvati dal Consiglio dei Ministri nel dicembre scorso. Da un lato si prevede una maggiore definizione degli obiettivi e dei contenuti di base, validi per tutto il territorio nazionale, per facilitare la mobilità degli alunni e la validità del titolo di studio, dall’altra si conferisce maggiore rilevanza ad alcune discipline fondamentali. Sono così modificati i curricoli e gli impianti orari della scuola secondaria obbligatoria, prevedendo un potenziamento delle ore dell’area linguistica e matematica (+17%) , l’introduzione nel curricolo delle nuove tecnologie informatiche ed una migliore conoscenza della cultura classica, il tutto a scapito delle ore di insegnamento di musica e educazione artistica (-50%). C’è, infine, un aumento notevole dei contenuti disciplinari di tutte le materie, comprese ed. artistica e musicale, i cui curricoli rimangono invariati, pur con il dimezzamento dell’orario di insegnamento!.
Nel bachillerato ( 17 e 18 anni) è , infine , previsto un aumento delle ore di filosofia che diventa materia comune in entrambe le classi.
Un ultimo cambiamento riguarda l’accesso all’università: gli studenti potranno accedere a qualsiasi Università, a prescindere dal luogo di residenza. Ciò avverrà in modo progressivo; a partire dal 2001-2002 ciascuna università aprirà almeno il 20% dei suoi posti agli studenti non residenti.

Le controproposte del PSOE - Rivendicando il principio di una scuola di qualità per tutti, il PSOE, nella sua controproposta, attribuisce ai centri scolastici la possibilità di dividere, una volta la settimana, le classi 3° e 4° della secondaria obbligatoria in gruppi di 10 o 12 alunni relativamente agli insegnamenti di matematica, lingua spagnola e straniere e per le esercitazioni nelle materie sperimentali, allo scopo di ripassare quanto fatto durante la settimana e di rispondere in modo individualizzato ai problemi degli alunni.
Per quanto riguarda la valutazione e la promozione, il PSOE propone che gli alunni, per passare dalla scuola primaria a quella secondaria, debbano raggiungere gli obiettivi prefissati e in caso negativo ripetano il sesto anno della scuola primaria, garantendo un supporto aggiuntivo.
Nella scuola secondaria obbligatoria la promozione automatica richiederà la conoscenza di determinate materie fondamentali e la valutazione sarà fatta alla fine di ogni classe. Per impedire un’eccessiva differenza di età tra gli alunni di una stessa classe, si propone un massimo di tre ripetenze o di due, nel caso gli studenti abbiano già ripetuto un anno nella scuola primaria.
La proposta del Psoe prevede, infine, una serie di misure per lottare contro l’insuccesso scolastico tra cui

- l’obbligo delle scuole, che ricevono fondi pubblici, di attuare percorsi curricolari differenziati rivolti agli studenti sedicenni che stanno ancora frequentando la scuola secondaria obbligatoria. Gli studenti di tali programmi saranno selezionati dalla équipe di orientamento della scuola e acquisiranno le conoscenze ritenute essenziali per l’acquisizione della licenza di scuola secondaria obbligatoria.
- l’ampliamento dei programmi di garanzia sociale per quegli alunni sedicenni che, comunque, non terminano gli studi nella scuola secondaria, attraverso attività rivolte all’acquisizione di competenze di base e professionali tali da facilitare l'inserimento nel mondo del lavoro.

  • Il potenziamento dei dipartimenti per l’orientamento con l’inserimento di nuove figure professionali: assistenti sociali, mediatori per le problematiche giovanili e personale medico.

  • La distribuzione degli alunni portatori di handicap, secondo una percentuale definita a livello territoriale, anche nelle scuole private che ricevono gli stanziamenti pubblici.

  • L’aumento dei corsi rivolti agli stranieri per l’apprendimento della lingua spagnola

  • L’aumento del numero degli insegnanti nei centri scolastici che attueranno la divisione settimanale delle classi. Si stabiliranno nuovi criteri di incentivi per i docenti, basandosi sulla valorizzazione dell’esperienza professionale, sul lavoro in équipe e sulla partecipazione a progetti di innovazione. Si darà, inoltre, più rilevanza alla professionalità dei direttori dei centri pubblici, creando maggiori incentivi, competenze e riconoscimento del ruolo.

  • L’ampliamento dell’autonomia dei centri dal punto di vista della gestione economica e dell'autonomia curricolare. L'obiettivo è quello di consentire alle scuola le risorse necessarie a mettere in atto quanto previsto dalla programmazione e dagli obiettivi di istituto.

Numerose sono anche le critiche da parte del mondo della cultura e dei sindacati della scuola sia per questioni di metodo, mancata consultazione dei docenti e degli esperti, sia di merito. Le decisioni del governo rispecchiano, secondo i sindacati, una visione della scuola accademica e contenutistica, in contrasto con le esigenze delle società, che richiedono conoscenze più integrate, trasversali e polivalenti. La riduzione delle ore di artistica e di musica, materie fondamentali alla formazione umanistica, impongono, inoltre, il problema di un disequilibrio nel peso tra le diverse aree della conoscenza. Ritorna l’accusa di voler introdurre meccanismi di disuguaglianza all’interno della scuola: la proposta del governo difficilmente riuscirà a risolvere il problema dell’insuccesso scolastico delle fasce più deboli di utenza, ma saranno di nuovo gli alunni che presentano maggiori difficoltà ad essere incanalati verso percorsi meno qualificanti.
Lo scontro è aperto. Si tratta di capire se la pressione delle opposizioni sarà capace di costringere il governo ad un confronto o se quest’ultimo deciderà di votare la proposta di riforma (a prescindere dall’opposizione presente in larghi settori politici e sociali), forte della maggioranza assoluta di cui gode nel congresso.

Sindacati e genitori contro gli itinerari diversificati nella Eso. Il progetto del Ministero dell’educazione nazionale spagnolo di creare itinerari diversificati a seconda degli sbocchi per gli studenti della Eso (la scuola secondaria inferiore obbligatoria spagnola) sta continuando suscitare polemiche sia da parte dell’associazione dei genitori Ceapa sia dei sindacati scuola aderenti a Ugt, Comisones Obreras e Stes. In particolare Ferdinando Lezcano, segretario generale della Feccoo, ha detto: " A parte il fatto di non essere stati consultati, la soluzione salomonica di definire tre itinerari educativi – uno per gli alunni che proseguono nel "bachillerado", uno per coloro che si dirigono alla Fp e uno per coloro che non vanno da nessuna parte – è proprio l’antitesi di ciò che deve perseguire il sistema educativo. Le difficoltà non si risolvono con la segregazione, bensì dando autonomia e risorse alle scuole. Gli itinerari spazzatura producono una svalorizzazione delle matricole degli istituti pubblici. I privati offrono solo gli altri due."

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