Argentina: inizio d’anno turbolento per la scuola
Nella repubblica sudamericana si susseguono le agitazioni degli insegnanti. Nel sud del paese un insegnante è stato ucciso durante una manifestazione.
L’Argentina, che come tutti sanno non se la sta passando bene negli ultimi anni, aveva uno dei sistemi scolastici migliori dell’America Latina. Fin dalla seconda metà dell’ottocento l’impulso educativo dato dalla presidenza Sarmiento (costruì numerose scuole, accademie e università, incentivò la scolarizzazione femminile, l’11 settembre, giorno della sua morte, è celebrato come giornata panamericana del maestro) ha fatto sì che le scuole pubbliche argentine fossero tra le migliori. Ma con la crisi economica che il paese ha attraversato anche la scuola ha subito danni irreparabili. Oggi a Buenos Aires il 40% degli alunni frequenta una scuola privata, un insegnante statale guadagna 210 euro e quest’anno ad alcune province (la Repubblica Argentina è uno stato federale e la scuola dipende dalle province) sono venuti a mancare i fondi persino per avviare l’anno scolastico, che nell’emisfero australe inizia nel mese di marzo.
E l’anno scolastico è cominciato con uno sciopero nella provincia di Buenos Aires. A questa hanno fatto seguito quelli delle altre province, tra cui quelle più povere del sud del paese, tra cui Santa Cruz, la provincia del presidente della repubblica Kirchner, il quale per non incorrere in contestazioni ha rinunciato a partecipare alla celebrazione del 25° anniversario della guerra delle Malvine.
Di fronte a queste agitazioni il Ministro dell’Educazione ha promesso un aumento degli stipendi dagli attuali 210 euro a 260 euro. Una misura che tuttavia è sostenibile da parte delle province più benestanti, come quella di Buenos Aires (città in cui il Ministro stesso è candidato a sindaco), ma non da quelle più povere. In due di queste la situazione è particolarmente difficile: a Salta ancora 180 scuole non hanno iniziato le lezioni e a Nequen sono tutte le scuole ad essere ancora chiuse.
In quest’ultima provincia si sono avute le manifestazioni più massicce ed intense con occupazioni di strade e blocchi di ponti. E qui il 5 aprile scorso la polizia ha ucciso un giovane insegnante di chimica, colpito da un candelotto lacrimogeno.
Il 9 aprile scorso tutta la scuola argentina è scesa in sciopero contro questo delitto e a
Nequen continuano manifestazioni e blocchi che si sono ripetuti nella giornata del 10 ed anche nella notte tra l’11 e il 12 aprile. Alle rivendicazioni iniziali sull’apertura dell’anno scolastico e sulle retribuzioni si è aggiunta oggi la richiesta delle dimissioni del governatore della provincia, esponente di un partito locale, collocato all’opposizione del governo federale e dell’attuale presidente della repubblica Kirchner.
Roma, 12 aprile 2007
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