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Cgil, Cisl e Uil approvano documento su nuovo modello contrattuale

Il nuovo sistema di relazioni industriali proposto poggia su tre pilastri: la contrattazione, la partecipazione e le regole.

15/01/2016
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Il 14 gennaio 2016 a Bologna, in mattinata, durante una vivace assemblea con seimila persone (anche con stacchi di musica e poesia), il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha partecipato alla presentazione della Carta dei diritti universali, la proposta innovativa del sindacato per riscrivere il diritto del lavoro italiano, mortificato da anni di interventi legislativi e da riorganizzazioni nel mondo della produzione che hanno rimesso in discussione le conquiste dello Statuto dei lavoratori.

Nel pomeriggio a Roma il varo della proposta di Cgil, Cisl e Uil sulle nuove relazioni industriali, votata all’unanimità dagli esecutivi unitari. Per i sindacati è arrivato il momento di cambiare radicalmente la politica salariale in un contesto completamente diverso dal passato, quando ogni aumento era riferito all’inflazione. Oggi, con una inflazione che tende a zero, si deve ricominciare ad aumentare il salario e le rappresentanze sindacali devono ricominciare a controllare le scelte nell’ambito dell’organizzazione del lavoro. La Confindustria dice subito no. “Ma il vero problema, dice Susanna Camusso, è che le imprese vogliono puntare solo sul taglio dei salari”.

Sul sito della Cgil il testo del documento approvato “Un moderno sistema di relazioni industriali. Per uno sviluppo economico fondato sull’innovazione e la qualità del lavoro”. Qui di seguito la premessa del documento.

Premessa

L’esigenza che il Paese sappia cogliere i timidi segnali di ripresa, derivanti in massima parte da fattori esterni alla nostra economia, richiedono la definizione di un nuovo progetto di relazioni industriali per l’intero mondo del lavoro e dell’impresa, in grado di affermare il ruolo delle parti sociali come elemento fondante di democrazia, di tutela e miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, oltre che di promozione della crescita economica e sociale del Paese.

Un moderno ed innovativo sistema di relazioni industriali può consentire di fare del lavoro e dell’impresa, pienamente valorizzate nella loro funzione sociale ed economica, leve importanti sulle quali agire per un cambiamento profondo del Paese e, inoltre, confermare i corpi intermedi della società come fattori centrali della necessaria modernizzazione e crescita democratica.

Un nuovo sistema di relazioni industriali deve avere natura inclusiva, per meglio esprimere la capacità delle parti sociali di rappresentanza del lavoro e dell’impresa, profondamente trasformata nel corso di questi anni, sia con l’accentuarsi di diffusi fenomeni disgregativi, in particolare nel mondo degli appalti, delle collaborazioni e nelle forme flessibili estreme; sia con l’emergere di nuove realtà settoriali e professionali, che impongono una evoluzione delle prassi sindacali oltre i tradizionali confini culturali.

L’impianto concettuale del progetto di relazioni industriali si rivolge anche al sistema delle Pubbliche Amministrazioni, componente essenziale dello sviluppo economico e sociale del Paese, nell’ambito di una declinazione adeguata alle caratteristiche del settore.

I pilastri del nuovo sistema di relazioni industriali

Il nuovo sistema di relazioni industriali che Cgil, Cisl e Uil propongono al confronto di tutte le associazioni di impresa poggia su tre pilastri:

  • La contrattazione
  • La partecipazione
  • Le regole

L’esperienza del nostro Paese, dal dopoguerra ad oggi, si è sviluppata soprattutto sul terreno della contrattazione collettiva e della necessaria mediazione sociale tra lavoro e impresa. Proporre una qualificazione dell’attività contrattuale, che valorizzi le intese realizzate negli ultimi anni, comporta estendere tale esperienza, soprattutto per renderla più inclusiva, senza rinunciare per questo alle necessarie discontinuità col passato, consapevoli che si tratta di piani inscindibili, di cui la stessa Costituzione evidenzia il valore, in virtù della funzione sociale attribuita al lavoro, all’impresa ed ai loro soggetti di rappresentanza.

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