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Università: una coalizione su reclutamento, dottorato e diritto allo studio

La FLC CGIL ha elaborato insieme ad ADI, LINK e CRNSU alcune proposte di emendamento alla Legge di Stabilità.

06/11/2015
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In questi anni l'insufficienza del diritto allo studio, il blocco del turn-over e il definanziamento del sistema hanno prodotto la precarizzazione della ricerca e della docenza, l'invecchiamento del corpo docente, la restrizione dell'offerta didattica e, di fatto, incoraggiato l'adozione del numero programmato per i corsi di laurea. Tutti fattori che hanno concorso ad un drammatico calo di studenti; all'espulsione di quasi 50.000 precari della ricerca dal sistema universitario negli ultimi dieci anni; ad un crescente fenomeno di migrazione intellettuale, ad una progressiva divaricazione tra aree geografiche a cui si accompagna la penalizzazione di interi settori disciplinari.  

Lo abbiamo denunciato da ultimo nell'assemblea nazionale "Fuori dall'Emergenza" che ha visto la partecipazione di associazioni e coordinamenti di varie componenti del mondo universitario.

Alcuni dei contenuti condivisi in quell'occasione sono diventati, oggi, proposte di emendamento alla Legge di Stabilità condivise tra FLC-CGIL, ADI, LINK e Coordinamento Ricercatrici e Ricercatori Non Strutturati.

Nonostante gli annunci, nel ddl stabilità manca un intervento di sistema capace di rispondere alla crisi che ormai da anni ha indebolito i nostri Atenei fino quasi a sfinirli.

Il primo grande assente della Legge di Stabilità è il Diritto allo Studio. Il nostro paese perde l'ennesima occasione per intervenire su un'emergenza, quella dei costi insostenibili dell’Università che ha portato a un processo di espulsione di massa dai nostri atenei: solo nell’ultimo anno il calo degli iscritti è di 71.784, e solo con un sistema di welfare studentesco adeguato è possibile invertire questo trend. È quindi necessario un intervento di rifinanziamento del sistema, accompagnato dalla definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni, che sono funzionali e necessari affinché si ponga fine alle profonde disuguaglianze legate all’accessibilità del percorso universitario e alla fruibilità dei servizi destinati agli studenti da nord a sud della penisola.  

Inadeguati (per numero e modalità) anche gli interventi sul reclutamento. Si prevede, infatti, l'assunzione di (circa 500) professori di I e II fascia per chiamata diretta secondo procedure distinte rispetto alle ordinarie modalità di assunzione previste dalla legge 240/10, iniziativa che produrrà un’ulteriore gerarchizzazione del sistema della docenza e rischia di consentire un'illegittima disparità di trattamento (anche stipendiale) nell’ambito di uno stesso stato giuridico.

Si dispone inoltre l'attivazione di un piano di reclutamento per 1.020 ricercatori a tempo determinato di tipo b di cui beneficeranno gli atenei con risultati migliori nella valutazione della qualità della ricerca (VQR). Un numero quasi risibile a fronte delle esigenze del sistema universitario, peraltro mal allocato dato che l’assegnazione “premiale” acuisce la differenziazione tra atenei ritenuti d’eccellenza e quelli invece non premiabili, indebolendo ulteriormente l’unitarietà del sistema universitario e contribuendo ad abbassare la sua qualità media.

Infine, la legge di Stabilità prevede dal 2016 per gli atenei “virtuosi” che le assunzioni dei ricercatori a tempo determinati di tipo a non siano sottoposte ai limiti al turn-over. Questo provvedimento incoraggia gli atenei ad avvalersi di ricercatori precari - meno costosi e più governabili rispetto alle figure con tenure-track - che non avranno opportunità di reclutamento indipendentemente dalla qualità del lavoro svolto.

Oltre alle altre e più generali proposte di emendamento avanzate dalla FLC CGIL sul complesso dei temi che attengono agli altri comparti e a quelle relative al personale contrattualizzato dell'Università, le richieste condivise con  ADI, LINK e Coordinamento Ricercatrici e Ricercatori Non Strutturati riguardano le seguenti esigenze:

  1. il reintegro del Fondo di Finanziamento Ordinario di 800 milioni di Euro, cioè quanto tagliato dal 2009 ad oggi;
  2. l'aumento del Fondo Integrativo Statale per garantire la copertura delle borse di studio e per dare risposta all’emergenza Isee;
  3. una riforma tassazione studentesca e “no tax area” fino a 23.000 euro di Isee
  4. un piano pluriennale di reclutamento di ricercatori a tempo determinato di tipo b che ne preveda 5000 all'anno per 4 anni in modo da mettere in sicurezza i nostri atenei e dare risposte ai tanti precari che hanno tenuto in piedi la didattica e la ricerca nell'ultimo decennio;
  5. lo sblocco del turn-over per tutte le figure dell' Università e l'abolizione del sistema dei punti organico, insieme alla separazione delle risorse destinate al primo reclutamento da quelle per il passaggio dalla seconda alla prima fascia e dal ruolo a esaurimento dei ricercatori a tempo indeterminato a quello dei professori associati;
  6. un finanziamento a sostegno delle borse di dottorato che consenta la copertura di tutti i posti banditi;
  7. il mantenimento delle somme destinate all'edilizia universitaria.

In allegato le proposte di emendamento.