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Università: perché votare la FLC CGIL alle elezioni RSU

Votarci significa dare consenso a chi ha scelto come orizzonte ideale e stella polare dell’agire quotidiano la difesa delle istituzioni pubbliche e dei diritti di chi vi lavora.

12/04/2018
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“Innanzitutto dignità”. Con questo slogan chiediamo il consenso delle lavoratrici e dei lavoratori in occasione delle elezioni RSU che si svolgeranno il prossimo 17, 18 e 19 aprile
L’università, la conoscenza, l’istruzione sono il futuro di ogni Paese.
Il lavoro negli Atenei non deve più essere umiliato, come è invece avvenuto in questi ultimi anni. Vanno ripristinati i diritti di chi lavora nelle università, vanno fermati i tagli ai finanziamenti e agli organici, va superato il precariato.
Eleggere la RSU significa innanzitutto dare protagonismo ai lavoratori.
Il sindacato ha bisogno di rinnovarsi, di lasciare spazio a chi lavora con impegno negli uffici, nei laboratori, nelle biblioteche, nei dipartimenti, a chi ha iniziato a lavorare negli ultimi anni, ai giovani, alle donne, ai precari.

Video: i “superpoteri” di una RSU FLC CGIL

La FLC CGIL, crede in un sindacato fatto così, capace di rinnovarsi, radicato sui posti di lavoro, fondato sulla partecipazione di tutte e di tutti, un “sindacato delle RSU”.
Votare per la FLC CGIL significa dare consenso a chi ha scelto come orizzonte ideale e stella polare dell’agire quotidiano la difesa delle istituzioni pubbliche e dei diritti di chi vi lavora.

Il contratto, che verrà definitivamente sottoscritto in questi giorni, rappresenta un primo passo verso la riconquista della dignità del lavoro nelle università. Infatti, dopo 8 anni il CCNL ritorna ad essere centrale nel regolare le relazioni sindacali e il rapporto di lavoro del personale: con questo contratto sono stati superati gli aspetti più invasivi e deleteri della legge “Brunetta” ed è stato posto un argine alle prerogative dirigenziali sulla valutazione, in quanto sarà la contrattazione di posto di lavoro a decidere come utilizzare tutte le risorse del salario accessorio. Questo contratto consegna quindi alle RSU un rinnovato protagonismo della contrattazione decentrata che ritornerà a decidere sia sulle condizioni di lavoro, a partire dalla flessibilità dell’orario di lavoro e ai criteri per il miglioramento dell’ambiente di lavoro e la sicurezza, sia sulla retribuzione accessoria, dove, stabilizzata l’IMA, anche le progressioni economiche non devono più sottostare ai vincoli della legge “Brunetta” e quindi non saranno riservate ad una “quota limitata” di personale ma aperte a tutti, con il solo vincolo delle risorse economiche disponibili.
Questo contratto significa anche il ritorno alla normale dialettica sindacale, che vuol dire rispettare i tempi stabiliti dalla legge e dai contratti e quindi dar seguito alle sequenze contrattuali determinando in tempi brevi le soluzioni ai problemi rimasti aperti sull’ordinamento e sulle carriere e avviare le trattative del nuovo contratto 2019-2021, per il quale la FLC CGIL chiederà lo stanziamento di nuove risorse a partire dalla prossima legge di bilancio, per proseguire verso il recupero del potere d’acquisto perduto in questi dieci anni.

Quindi un contratto di ripartenza e non di approdo! Appena firmato il contratto, dovrà essere insediata la commissione paritetica per portare a soluzione i problemi ancora aperti per il personale delle aziende ospedaliere universitari e per i lettori/CEL. Servono anche nuove norme contrattuali per l’inquadramento del personale e per consentire davvero il diritto alla carriera, così mortificato in questi ultimi anni.
La FLC CGIL è impegnata inoltre affinché venga emanato al più presto il DPCM che consentirà a molte università di aumentare il fondo del salario accessorio attualmente fissato al valore del 2016. È questa una norma contenuta nella legge di bilancio del 2018 che rappresenta un primo passo nella direzione da noi fortemente voluta di rafforzare la contrattazione decentrata destinandovi più risorse.
In questi ultimi 8 anni, a partire dall’approvazione della legge 240/10, la cosiddetta riforma Gelmini, abbiamo visto l’università diventare sempre più piccola e più povera, con un drastico ridimensionamento delle risorse umane e finanziarie.
Chiediamo per questo interventi sul personale, perché è aumentato a dismisura il ricorso al lavoro precario negli atenei e perché sono cresciuti i carichi di lavoro per il personale stabile: è indispensabile quindi procedere alla stabilizzazione dei precari e ad un piano di assunzioni che, superando il vincolo del punto organico, riporti il personale contrattualizzato almeno ai livelli pre-Gelmini (mancano almeno 10.000 unità di personale tecnico-amministrativo!).

La FLC CGIL è in campo con tutte le sue strutture, con tutti i suoi delegati e delegate, con le sue RSU per affermare che una diversa università è possibile, di massa e di qualità, più democratica e meno autoritaria, con strutture rinnovate e soprattutto con un personale adeguato numericamente, riconosciuto nella sua professionalità, protagonista della vita universitaria.
Il 17, 18 e 19 aprile si voterà anche per questo, per eleggere le nuove RSU che saranno le interpreti di questa necessità di cambiamento.