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Un programma per l’Università, dibattito a Roma il 22 gennaio

Le Organizzazioni sindacali e le associazioni universitarie si confrontano con le forze politiche.

16/01/2013
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In maniera unitaria le organizzazioni sindacali e le associazioni universitarie si fanno promotrici di un incontro con i responsabili dei partiti politici per discutere del documento proposto dall'intersindacale e dei rispettivi programmi su università e diritto allo studio.

Hanno già assicurato la propria partecipazione all'incontro Federazione dei Verdi, FLI, Fratelli d'Italia, IDV, Lega Nord, PD, PDL, Rifondazione Comunista, Rivoluzione Civile, SEL, UDC.

L'incontro, che si terrà a Roma martedì 22 gennaio alle ore 10.30 al centro congressi di Via Cavour 50, rappresenta un momento importante di confronto pre-elettorale e di circolazione delle ipotesi unitarie di piattaforma politica.

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ADI,  ADU, ANDU, CIPUR, CISL Università, CNRU, CNU, COBAS Pubblico Impiego, CoNPAss,
CSA CISAL Università, FLC CGIL, LINK, RETE29Aprile, SNALS Docenti, SUN, UDU, UGL INTESA FP, UIL RUA, USB Pubblico Impiego

interverranno gli esponenti di

Federazione dei Verdi, FLI, Fratelli d'Italia, IDV, Lega Nord, PD, PDL,
Rifondazione Comunista, Rivoluzione Civile, SEL, UDC

il confronto sarà fruibile in diretta streaming

Le Organizzazioni e le Associazioni universitarie hanno più volte denunciato la condizione drammatica in cui versa l'Università italiana, aggravata dal recente Decreto Legge sulla spending review.

La Legge 240/2010 si è rivelata in buona parte inapplicabile e funzionale ad una gestione rigidamente burocratica, centralizzata e verticista degli atenei. Una gestione che si è affiancata alla progressiva riduzione di finanziamenti, di organici, di strutture e percorsi formativi, nell'ambito di una complessiva politica di ridimensionamento del sistema pubblico in tutti i settori. L'attuale governo invece di intervenire sui limiti e le contraddizioni di quella legge, e di segnare un cambio di passo rispetto al precedente governo, ha ulteriormente ridotto i già limitati spazi di democrazia negli Atenei per mezzo di ricorsi ai TAR su Statuti giudicati “troppo democratici”, ha prorogato il mandato dei rettori in scadenza ed ha lasciato accrescere i poteri e le prerogative dell'ANVUR ben al di là del mandato di legge. Se il referendum sull'abolizione del valore legale del titolo di studio voluto dal governo si è dissolto grazie all'opposizione venuta dal mondo dell'istruzione e della ricerca, si porta a compimento lo svuotamento del diritto allo studio con il progressivo aumento della tassazione studentesca e del numero dei corsi a numero chiuso o programmato. Infine, il perdurare del blocco sostanziale delle assunzioni e delle opportunità di carriera  rischia di essere aggravato dalla messa in opera di procedure arbitrarie, illogiche e farraginose di abilitazione scientifica nazionale.

Ancora una volta, consapevoli che il Paese e chi opera e studia negli Atenei non possono più tollerare che venga cancellata l'Università pubblica, autonoma, democratica, di qualità e aperta a tutti, torniamo a denunciare il comportamento del ministro Profumo che ha proseguito nell'opera di smantellamento, rifiutando il confronto con l'insieme delle rappresentanze del mondo universitario.

E' sempre più urgente modificare le norme sull'Università per andare in una direzione opposta e contraria a quella finora seguita e che si vorrebbe continuare a perseguire. Ribadiamo che per questo occorre:

1.Investire con la massima urgenza e in quantità rilevante sulla ricerca (a partire dalla valorizzazione del dottorato) e l'alta formazione per raggiungere almeno il livello della media europea. Prevedere il finanziamento del FFO sulla base di dati certi e oggettivi (es. costo standard per studente);

2.Difendere il valore legale dei titoli di studio, individuando con il mondo universitario politiche capaci di innalzare effettivamente la qualità dell'offerta formativa in tutti gli Atenei. In questa direzione è necessario valorizzare il titolo di dottore di ricerca all'interno e all'esterno dell'Università;

3.Favorire l'accesso in ruolo dei precari prevedendo un reale turn over. Assicurare reali prospettive di carriera al personale già di ruolo. Procedere nell'immediato all'assunzione dei vincitori di concorso;

4.Realizzare un vero diritto allo studio, assicurando a tutti gli studenti idonei la borsa di studio, aumentando e migliorando i servizi (biblioteche, aule, laboratori, ecc.) e le condizioni di vita degli studenti (residenze, mense, ecc.). In direzione opposta vanno invece l'aumento delle tasse, l'introduzione dei prestiti d'onore e di altri strumenti di indebitamento, il progressivo ricorso al numero programmato degli accessi. Riteniamo che si debbano urgentemente ritirare i provvedimenti che prevedono l'aumento della tassazione studentesca e che rischiano di determinare un drammatico calo nelle immatricolazioni proprio nelle fasce sociali più debole ed esposte;

5.Ribadire l'importanza di un organo nazionale di piena rappresentanza e di coordinamento del Sistema nazionale delle Università;

6. Rivedere l'attuale governance universitaria: in alternativa ai poteri immensi e antidemocratici del rettore e del CdA, è necessario rafforzare il Senato Accademico, direttamente eletto da tutte le componenti, con responsabilità della programmazione, del coordinamento e del controllo. Va inoltre assicurata la piena autonomia finanziaria e gestionale ai dipartimenti;

7.Introdurre trasparenti meccanismi di reclutamento in ruolo. Garantire l'avanzamento di carriera sulla base di valutazioni individuali nell'ottica di un ruolo unico della docenza, senza distinzioni di diritti e doveri, nel quale comprendere gli attuali ordinari, associati e ricercatori;

8. Prevedere un'unica figura pre-ruolo a tempo determinato, di breve durata e adeguata retribuzione, con reale autonomia di ricerca e il riconoscimento pieno dei diritti;

9. Valorizzare le professionalità del personale tecnico-amministrativo, superare il blocco della contrattazione nazionale e del turn over, investire in aggiornamento e formazione.

Questi cambiamenti vanno realizzati subito per rilanciare il ruolo fondamentale dell'Università per lo sviluppo culturale, sociale ed economico del Paese. L'attuale crisi impone - come in altri Paesi - di puntare/investire sull'Università, invece di utilizzare la crisi stessa come pretesto per la sua demolizione a vantaggio di potentati economici e accademici.

Per ottenere tutto questo facciamo APPELLO a studenti, docenti e personale T.A e all'opinione pubblica affinché sostenga una battaglia che più di ogni altra può portare al superamento di una crisi che altrimenti risulterà irreversibile.

Si chiede a tutte le forze politiche e alla società civile un confronto sulle questioni da noi poste anche in vista della prossima scadenza elettorale che si augura possa portare alla costituzione di un Parlamento e di un Governo che non ascoltino soltanto coloro che hanno interesse allo smantellamento dell'Università statale.