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Per il Governo e il Parlamento, l’Università italiana rappresenta davvero un valore strategico per il Paese?

Dal 28 gennaio all’8 febbraio 2008, assemblee unitarie indette dalle Organizzazioni sindacali e delle Associazioni rappresentative della docenza universitaria.

10/01/2008
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ADU, ANDU, APU, AURI, CISAL Università, CISL Università,
CNRU, CNU, FIRU, FLC Cgil, SNALS Università, SUN, UILPA-UR

Le Organizzazioni sindacali e le Associazioni rappresentative della docenza universitaria debbono ancora una volta denunciare che alle dichiarazioni sul valore strategico per il Paese dell’alta formazione e della ricerca non c’è riscontro nelle scelte concrete operate dal Governo e dal Parlamento con la Legge Finanziaria 2008. Infatti, non solo erano stati previsti finanziamenti assolutamente insufficienti per la sopravvivenza stessa dell’Università, ma addirittura si è proceduto ad un ulteriore taglio di oltre 90 milioni di euro del FFO.

Il finanziamento dell’Università italiana permane così notevolmente al di sotto della media dei Paesi industrializzati, non rendendo possibile il rilancio dell’attività scientifica e didattica degli Atenei e nemmeno l’avvio dell’improcrastinabile ricambio generazionale.

Le Organizzazioni e Associazioni confermano la loro grande preoccupazione per l’attuale situazione di stallo dell’Università dovuta all’eccessivo ritardo nella definizione di provvedimenti ritenuti unanimemente urgenti come quelli relativi alle riforme dello stato giuridico della docenza, del dottorato di ricerca, del governo e dell’organizzazione degli Atenei e del Sistema universitario nel suo complesso, nonché all’avvio di un grande processo nazionale di ascolto e monitoraggio dei risultati della riforma della didattica.

Nella previsione dell’uscita – per pensionamento – di circa la metà dei docenti in atto impegnati nelle università, le Organizzazioni e le Associazioni, ritengono che il Governo ed il MIUR debbano impegnare risorse aggiuntive finalizzate al bando di concorsi a ricercatore per consentire finalmente il superamento dell’attuale patologico fenomeno del precariato che è insostenibile per i diretti interessati ed è dannoso per la qualità dell’attività di ricerca.
Prevedere un’unica figura pre-ruolo che duri al massimo di tre anni, adeguatamente retribuita, con i diritti lavorativi e con una autonomia di ricerca, deve essere per il Governo e per il MIUR un obiettivo da realizzare.
Il Consiglio dei Ministri, il 28 dicembre, ha dato il via allo sblocco dei concorsi per il 2008 con le vecchie norme. Tale intervento, reso necessario solo da due anni ingiustificati di stallo, non è altro che una misura tampone assunta con grave ritardo e senza neanche introdurre in via transitoria opportuni aggiustamenti della normativa.
Ogni intervento sui meccanismi di progressione, deve essere accompagnato da una riforma complessiva ed organica dello stato giuridico che consenta, a regime e senza ulteriori blocchi, la legittimazione delle aspettative di carriera di coloro che operano per e nella università, e il reclutamento di giovani per un efficace ed efficiente andamento delle attività di didattica e di ricerca.
A fronte della grave situazione che attraversa l’Università, le suddette Organizzazioni e Associazioni promuovono una fase straordinaria di confronto tra i docenti.
A tal fine, nel periodo dal 28 gennaio all’8 febbraio 2008, negli Atenei saranno unitariamente indette Assemblee per discutere sui problemi sopra evidenziati e sulle necessarie iniziative nazionali.

Le Organizzazioni e le Associazioni chiedono al ministro Fabio Mussi un incontro urgente per potergli illustrare direttamente le proprie posizioni sulle questioni più critiche e non più procrastinabili che riguardano l’Università.

Roma, 8 gennaio 2008