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Nelle Università serve un piano straordinario di assunzioni

La FLC CGIL chiede un incontro urgente alla Ministra Giannini ed al Presidente della CRUI.

13/06/2016
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Pubblichiamo di seguito la lettera inviata dal Segretario Generale della FLC CGIL alla Ministra Giannini ed al Presidente della CRUI in cui si chiede un incontro urgente sulle modalità dell’abilitazione scientifica nazionale e per avviare da subito un piano straordinario di reclutamento.
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Gentili professori,

a tre anni di distanza dall’ultima tornata delle abilitazioni scientifiche nazionali è stato pubblicato il primo dei tre decreti che daranno avvio al nuovo ciclo delle abilitazioni ed è stato firmato il secondo. Ci auguriamo che i tempi richiesti per la stesura e approvazione dei decreti che mancano, in particolare di quello relativo agli indicatori di produttività scientifica, non facciano slittare il nuovo ciclo al 2017. Infatti, ad attendere il nuovo ciclo di abilitazione vi è un numero crescente di studiosi – soprattutto ricercatori a tempo indeterminato e determinato, e assegnisti – che sperano da anni di potersi abilitare. Nel frattempo, sono migliaia i docenti abilitati di II e di I fascia che a causa dei limiti al turn-over e della scarsità di risorse non sono stati messi in grado di far valere il loro titolo.

I segnali che il governo ha voluto inviare al sistema universitario non sono, a nostro giudizio, sufficienti, sia nei numeri, sia nelle risorse. Del resto, il reclutamento straordinario di professori di I fascia e di ricercatori “tipo B” previsti dall’ultima legge di stabilità sembra gravare sul FFO, configurandosi come un reclutamento basato su risorse ordinarie “finalizzate” più che “straordinario”. Ad oggi, sono ancora oltre 17.000 i ricercatori a tempo indeterminato nei nostri atenei (erano circa 24.000 nel 2012 e 21.000 nel 2014), sono oltre 3.200 quelli a tempo determinato di tipo A e poco meno di mille quelli di tipo B. Delle abilitazioni di II fascia meno della metà si è ad oggi tradotta in un passaggio di carriera, ancora più basse le percentuali per la prima fascia.

Siamo quindi convinti che sia urgente avviare un vero piano straordinario di reclutamento di ricercatori a tempo determinato di tipo B e di professori di I e II fascia, con risorse adeguate, che riporti il sistema universitario almeno ai numeri del 2008. In considerazione dell’alto numero degli abilitati riteniamo che nell’immediato sia necessario prorogare le misure transitorie di reclutamento previste all’articolo 24 della legge 240/2010.

Solo con questi strumenti è possibile superare gli effetti distorsivi sulla programmazione del reclutamento e sullo svolgimento delle procedure concorsuali prodotti dai limiti al turn-over e dai meccanismi dei punti organico e dare corpo a un flusso ordinato di nuovo reclutamento e di opportunità di carriera che permetta a tutti i ricercatori a tempo indeterminato e determinato abilitati, o che si abiliteranno, di poter essere chiamati come professori di II fascia nonché a tutti gli attuali e futuri professori di II fascia abilitati di poter essere reclutati nella fascia superiore.

In queste settimane raccogliamo anche crescenti preoccupazioni da parte della comunità scientifica relativamente alla scelta dell’Anvur di prevedere indicatori di produttività scientifica estremamente restrittivi, sia per la fascia dei professori associati che per quella degli ordinari. In particolare, sono forti i timori di tutte o di alcune delle nuove soglie sulla base dei soli lavori pubblicati nell’ultimo quinquennio per i candidati alla seconda fascia. Se fosse vera, una scelta simile sarebbe irragionevolmente penalizzante verso gli attuali ricercatori a tempo indeterminato “in esaurimento” che, grazie al loro lavoro, concorrono a sostenere l’offerta formativa dei nostri atenei, le attività di servizio agli studenti, le attività di amministrazione e governo dei nostri atenei.

Sarebbe allo stesso modo penalizzante verso i tanti ricercatori non strutturati scientificamente più maturi che rischiano di non vedere riconosciuta tutta la loro carriera scientifica. Crediamo invece che l’arco temporale di valutazione della produttività scientifica debba rimanere di 10 anni per tutti gli indicatori, e che le commissioni possano tenere adeguatamente conto dell’intera produzione scientifica di uno studioso in rapporto alla sua età accademica: più breve per i più giovani, più lunga per i meno giovani. Scelte diverse non faranno altro che accrescere il malessere, la frustrazione, le disillusioni e le divisioni che già condizionano i nostri atenei. Non è accettabile che gli attuali ricercatori a tempo indeterminato siano collocati in un ghetto professionale, demotivando ulteriormente oltre 17.000 studiosi la stragrande maggioranza attivi scientificamente e didatticamente. Le posizioni della nostra organizzazione sindacale sono note, riteniamo necessaria una revisione complessiva del pre-ruolo e delle procedure di reclutamento (che dovrebbero essere distinte dagli avanzamenti di carriera) poiché oggi figure professionalmente diverse come i ricercatori “tipo B” e i ricercatori universitari in esaurimento vengono artificialmente contrapposte.

Riteniamo sia opportuno e urgente un chiarimento sulle modalità di calcolo dei nuovi indicatori per l’abilitazione scientifica nazionale, affinché le scelte fatte siano a garanzia di tutti gli studiosi italiani e dell’ordinato svolgimento delle abilitazioni.

Su tutti questi temi, chiediamo quindi a Lei, onorevole Ministra e al Presidente della CRUI, Prof. Manfredi, un incontro urgente perché si concretizzi da subito un vero piano straordinario di assunzioni e si modifichi radicalmente l’impianto della legge 240/2010 che tanti guasti ha prodotto negli Atenei.

Distinti saluti

Il Segretario generale FLC CGIL
Domenico Pantaleo