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Link University: la FLC sollecita l’intervento del MUR

Dopo il cambio di governo e dopo il recente arresto per bancarotta di Polidori, chiediamo alla nuova Ministra Messa di chiarire la situazione e di avviare i tavoli di confronto sul sistema università.

17/03/2021
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Lo scorso gennaio il segretario generale della FLC, Francesco Sinopoli, ha sollevato con una specifica lettera al Ministero dell’Università e della Ricerca e al Consiglio Universitario Nazionale alcune grave anomalie che come organizzazione sindacale abbiamo riscontrato in 20 bandi per professore associato che sono stati emanati dalla Link University. Diversi articoli dei bandi, infatti, stravolgevano lo stato giuridico dei docenti universitari, prevedendo rapporti di lavoro difformi dalla normativa vigente (anche con l’introduzione di periodi di prova o possibilità di risoluzione del rapporto di lavoro), che di fatto davano la possibilità di aggirare la selezione concorsuale e l’inquadramento pubblico della docenza universitaria. Regole concorsuali, stato giuridico e inquadramento che, come è noto, nel sistema universitario italiano sono vigenti sia per le università statali sia per le università non statali, proprio per garantire da una parte la libertà di docenza e ricerca garantita dalla Costituzione, dall’altra un’omogeneità qualitativa dell’offerta didattica in tutti le università (come infatti ben risulta anche dalle classifiche internazionali).

Come organizzazione sindacale ci è ben chiaro che queste disposizioni, contro la ratio e la lettera della normativa, saranno facilmente impugnabili dai lavoratori e dalle lavoratrici. Come abbiamo sottolineato sin dalla lettera di gennaio, però, da qualche anno alcuni atenei non statali provano ad aggirare proprio le norme e i criteri (sulla docenza e sulla didattica) che tengono insieme il sistema universitario nazionale. Non a caso, infatti, un piccolo numero di istituzioni ricorre in modo esorbitante a personale precario, anche con numeri incongrui di figure particolari (come i professori straordinari, cioè docenti ordinari a tempo determinato, assunti con fondi specifici ed esterni all’Ateneo o la presenza di RTD ancora inquadrati secondo la cosiddetta Moratti, legge 230 del 2005).

Nel frattempo, da notizie di stampa, abbiamo appreso che Francesco Polidori è stato recentemente arrestato nell’ambito dell’indagine della procura di Roma su una ipotesi, tra le altre cose, di bancarotta fraudolenta. All’imprenditore risalirebbero una serie di società che, tra le altre cose, sono proprietarie di due atenei non statali (tra cui la stessa Link University). Dalle notizie diffuse sembrerebbe siano state sequestrate preventivamente le quote “di un’importante società tuttora attiva nel settore dell’istruzione, disponibilità finanziarie e immobili - tra cui lo stabile ove ha sede una università telematica - per un valore complessivo di circa 28 milioni di euro”.

La precedente lettera non ha avuto sinora occasione di una risposta, anche a causa della crisi di governo e del conseguente passaggio di consegno. Abbiamo quindi rinnovato l’invito al MUR ad intervenire: nella giornata di ieri, 16 marzo 2021, il segretario della FLC, Francesco Sinopoli, ha scritto alla nuova Ministra Cristina Messa, segnalando nuovamente la vicenda e anche sollecitando la convocazione del tavolo tecnico sul "sistema università” previsto da qualche mese.

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Roma, 16 marzo 2021

Al Ministero dell’Università e della Ricerca 

OGGETTO: Richiesta intervento e incontro su Link university

Egregia Signora Ministra,

alla fine di gennaio abbiamo scritto al precedente Ministro dell’Università e della Ricerca, come al Presidente del CUN e a tutto il Consiglio, per segnalare quelli che ritenevano gravi anomalie in venti bandi per professor associato della Link University [https://www.unilink.it/ateneo/bandi-e-concorsi/]. Tutti e venti bandi, infatti, prevedevano assunzioni a tempo definito (art. 11 dei bandi, in modo difforme dalle previsione degli art 11 e 22 del DPR 382 del 11 luglio 1980, ancora vigente), introducono un periodo di prova della durata di tre mesi (art 8 dei bandi, in modo difforme dallo stato giuridico della docenza universitaria, a partire dalla legge 240 del 30 dicembre 2010); infine, prevedono la possibile cessazione del rapporto di lavoro, determinata dal recesso motivato di una delle due parti (art 9, comma 3 dei bandi, ugualmente in modo significativamente difforme dall’attuale stato giuridico della docenza universitaria).

Nel frattempo, da notizie di stampa, apprendiamo che Francesco Polidori è stato recentemente arrestato nell’ambito dell’indagine della procura di Roma su una ipotesi, tra le altre cose, di bancarotta fraudolenta. All’imprenditore risalirebbero una serie di società che, tra le altre cose, sono proprietarie di due atenei non statali e, rispetto alle notizie diffuse, sembrerebbe siano state sequestrate preventivamente le quote “di un’importante società tuttora attiva nel settore dell’istruzione, disponibilità finanziarie e immobili - tra cui lo stabile ove ha sede una università telematica - per un valore complessivo di circa 28 milioni di euro”.

Come abbiamo sottolineato nella prima lettera, il sistema universitario italiano è oggi tenuto insieme da alcune norme e criteri che impongono a tutti gli Atenei (statali, non statali e privati) un inquadramento comune sia al loro personale docente sia ai loro corsi di studio (stato giuridico pubblico dei docenti universitari; ordinamenti e criteri quantitativi e qualitativi per l’accreditamento dei corsi). Da qualche anno però alcuni atenei non statali provano ad aggirare norme e criteri, per contenere i costi o per indirizzare il lavoro docente e di ricerca dei docenti. Basta guardare i dati sui numeri e gli inquadramenti del personale docente, liberamente disponibili sulla relativa Anagrafe del MUR: un piccolo numero di istituzioni ricorre in modo esorbitante a personale precario, anche con numeri incongrui di figure particolari (come i professori straordinari secondo la legge 230/2005, cioè docenti ordinari a tempo determinato, assunti con fondi specifici ed esterni all’Ateneo o la presenza di RTD ancora inquadrati secondo la cosiddetta Moratti, legge 230 del 2005).

La precedente lettera non ha avuto occasione di una risposta a causa della crisi di governo (un incontro fissato in agenda con le organizzazioni sindacali, che tra le altre cose avrebbe dovuto affrontare anche questo punto, è stato purtroppo annullato in seguito alle dimissioni del Presidente del Consiglio). Anche alla luce delle recenti notizie, però, siamo qui a rinnovare al suo Ministero l’interessamento per questa questione, disponibili anche ad un incontro specifico e in ogni caso sollecitando la convocazione del tavolo tecnico sul "sistema università” previsto da qualche mese.

Con l’occasione, le rinnoviamo i saluti per il suo incarico,

Il segretario generale FLC CGIL
Francesco Sinopoli