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CRUI, CGIL, CISl, UIL: Protocollo di intesa tra Conferenza dei Rettori ed Organizzazioni Sindacali Confederali

Protocollo d'intesa tra la Conferenza dei Rettori e CGIL CISL UIL

14/01/1999
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Protocollo d'intesa tra la Conferenza dei Rettori e CGIL CISL UIL

PREMESSO CHE

- il patrimonio complessivo delle conoscenze, in termini di cultura, di scienza e di innovazione, costituisce la risorsa indispensabile per uno sviluppo fondato sulla coesione sociale e sui valori della libertà e della solidarietà, contro nuove diseguaglianze ed esclusioni. L’istruzione e la formazione in tutte le fasi della vita debbono quindi costituire un diritto individuale, per la crescita personale, la promozione sociale e la tutela di diritti fondamentali, a partire dalla qualità del lavoro;

- nel nuovo contesto di mondializzazione degli scambi e di internazionalizzazione dei processi produttivi, l’istruzione, la formazione e la ricerca sono infrastrutture essenziali per il riequilibrio territoriale, il rilancio produttivo, l’incremento e la qualità dell’occupazione, in quanto condizioni per consentire alle imprese, ai servizi, alla pubblica amministrazione di adeguarsi ai rapidi ed inediti ritmi di cambiamento tecnologico e di assicurare la competitività complessiva del paese;

- le società più industrializzate sono connotate da una diffusione crescente, nel medio - lungo periodo, di professionalita’ qualificate, cui sono richiesti livelli di sapere teorico più alti e più elevati gradi di responsabilità e di autonomia. La crescente domanda sociale di alta formazione e di ricerca, quindi, carica di nuove e pressanti responsabilità le istituzioni preposte, ed in particolare le università, cui si chiede una sempre maggiore apertura e capacità di dialogo con l’intera società, ampliando e articolando l’offerta formativa e di ricerca in relazione alle esigenze di sviluppo culturale, scientifico e di qualità della vita;

- in tale contesto, l’integrazione delle politiche formative, sia all’interno dei sistemi formativi, sia con il mondo del lavoro, diviene elemento fondamentale della qualità del sapere e della sua funzione sociale. A tal fine, l’introduzione di rapporti stabili tra università e parti sociali - come ripetutamente raccomandato anche dalla Comunità Europea - costituisce uno strumento decisivo di raccordo con la domanda di cultura e di innovazione, a livello locale e nazionale;

- il processo di unificazione europea, che è soprattutto processo culturale e di affermazione di valori comuni, richiede al nostro paese un salto di qualità per allinearsi agli standard più elevati, per assicurare il diritto allo studio superiore a giovani ed adulti e per creare un nuovo più efficace rapporto tra sistemi di formazione e mondo del lavoro, come delineato nel libro bianco di Delors e successivamente nel libro "Verso la società conoscitiva" della Commissione Europea. Si pone l’esigenza che ciascun paese rafforzi e acceleri il processo di armonizzazione dei cicli di studi e di reciproco riconoscimento di titoli e crediti formativi, come peraltro attesta il recente protocollo concluso a Parigi tra i Ministri dell’Italia, Francia, Inghilterra e Germania;

RITENGONO

- che il processo di riforme, avviato in Italia negli ultimi due anni, in particolare con le leggi 59/97 e 127/97, crei le condizioni all’interno delle quali operare per aumentare le potenzialità degli atenei, il riconoscimento dei diritti degli studenti, l’apertura alla domanda di innovazione e formazione che nasce dal sistema produttivo e dei servizi nel territorio, anche attraverso il coinvolgimento nei patti territoriali e nei contratti di area;

- che gli interventi di riforma debbano mirare in particolare ai seguenti obiettivi: incremento del numero dei laureati e diplomati; abbattimento del forte tasso di dispersione e della crescente selezione sociale; riduzione dell’eccessiva durata degli studi; elevamento del tasso di "occupabilità" dei titoli di studio; attivazione e incentivazione dei corsi di formazione continua per adulti; rafforzamento della ricerca libera e orientata; maggiore efficacia e trasparenza nell’uso delle risorse;

INDIVIDUANO nell’attuale fase LE SEGUENTI PRIORITA’

1) - programmazione e risorse

La credibilità degli interventi di riforma richiede che ciascuna fase sia accompagnata da risorse mirate, adeguate nelle quantità e certe nei tempi. A tal fine si conviene sull’opportunità che il governo predisponga un piano pluriennale, che definisca le priorita’, assicurando agli atenei risorse correlate agli obiettivi;

2) - Diritto allo studio

Il fondo nazionale per il diritto allo studio deve essere ulteriormente incrementato, per consentire l’accesso agli studi ai giovani meritevoli privi di mezzi, abbattendo l’attuale crescente selezione sociale. L’impegno economico deve essere accompagnato da interventi di riforma della didattica e da misure di orientamento, secondo quanto previsto nell’accordo del marzo ‘97 relativo agli accessi, concluso tra governo - Crui - sindacati confederali - Associazioni degli studenti.

Per quanto attiene ai diversi strumenti (borse, prestiti d’onore, esenzione da contributi e tasse, mense, alloggi) ed alle relative procedure, è necessario procedere ad un esame congiunto tra governo, Crui, sindacati confederali ed asscociazioni degli studenti per eventuali iniziative di razionalizzazione e di sostegno;

3) - Autonomia

L’autonomia didattica crea, attraverso la libertà di gestione e la responsabilizzazione degli atenei, le condizioni per ampliare ed articolare l’offerta formativa per giovani ed adulti; per programmare corsi e contenuti disciplinari anche in relazione ai fabbisogni formativi del mercato del lavoro, a livello locale, nazionale e comunitario; per integrare formazione e lavoro, introducendo cultura del lavoro, stage, tirocini; per introdurre un sistema di riconoscimento dei crediti, con valore nazionale ed europeo, che consenta in prospettiva il raccordo con la scuola e con le competenze acquisite sul lavoro; per definire i diritti e i doveri degli studenti. Attraverso l’autonomia, gli atenei possono divenire i centri promotori di innovazione e di alta formazione nel territorio, per favorire lo sviluppo locale, anche attraverso la partecipazione a patti territoriali e contratti di area.

L’autonomia deve essere inserita in un quadro coerente di interventi normativi ed istituzionali, che assicurino standard minimi nazionali comuni a tutto il territorio e prevedano l’introduzione di un sistema di valutazione, nazionale e di ateneo, quale strumento di verifica del grado di attuazione degli obiettivi conseguiti.

E’ inoltre necessario promuovere una migliore gestione delle risorse, anche umane, definendo nuove regole, al fine soprattutto di incentivare la presenza dei docenti nelle strutture universitarie nonchè promuoverne le capacità professionali attraverso percorsi di carriera e retribuzioni connesse alle prestazioni, ai carichi didattici e di lavoro, agli incarichi svolti;

4) - Partecipazione degli Atenei al nuovo sistema di Formazione Superiore Integrata

L’assenza in Italia di un sistema di formazione superiore integrata (università, scuola, centri di formazione professionale, mondo del lavoro), diretta a raccordare più direttamente percorsi formativi e accesso al mercato del lavoro, come avviene in tutti gli altri paesi europei, è una delle cause che contribuisce all’alto grado di "inoccupabilità" dei giovani, privando le imprese e le pubbliche amministrazioni di nuove e qualificate professionalità.

Nel nuovo sistema, assume importanza determinante la programmazione regionale dell’offerta formativa, per costruire un sistema flessibile e fortemente raccordato al territorio. In tale ambito, è fondamentale l’istituzione di un tavolo di coordinamento regionale, che veda la presenza sia di tutti gli attori della formazione, sia dei portatori di interesi sociali;

5) - Ricerca

La valorizzazione della ricerca universitaria richiede che essa sia inserita in un contesto di programmazione riferito all’insieme del sistema della ricerca (università, ministeri, enti pubblici, imprese private), favorendo il collegamento in rete, in ambito locale, nazionale ed internazionale. Le risorse debbono essere incrementate, al fine del graduale raggiungimento della media degli investimenti degli altri paesi europei in relazione al pil. I progetti di ricerca, a tutti i livelli, debbono essere valutati, definendo parametri di qualità e di quantità, sulla base di quanto già avviene a livello europeo;

6) - Ingresso di nuovi docenti nelle università

Le leggi recentemente approvate in tema di reclutamento ridefiniscono procedure e strumenti, che possono finalmente consentire un adeguamento tempestivo degli organici alla domanda di formazione. E’ necessario approntare progetti e investimenti mirati per consentire l’ingresso di nuovi docenti entro un numero di anni definito.

la CONFERENZA DEI RETTORI E CGIL CISL UIL

CONVENGONO QUANTO SEGUE

I) - Sviluppare, con riferimento alle autorità di Governo e Parlamentari e all’opinione pubblica, azioni comuni intese a far si’ che la formazione e la ricerca assumano un ruolo prioritario negli obiettivi pubblici nazionali;

II) - Ampliare le esperinze positive in atto di collaborazione tra università e mondo del lavoro, in particolare nei seguenti ambiti:

- raccordo sistematico delle strategie di sviluppo del sistema universitario con l’analisi congiunta dei fabbisogni formativi;

- riarticolazione dei curricula per cicli brevi con traguardi intermedi, visibili e maggiormente raggiungibili, che permettano un innalzamento del contenuto complessivo di formazione;

- rafforzamento a tutti i livelli di formazione della conoscenza del contesto socio - economico;

III) - Individuare momenti e sedi, che consentano il confronto università/parti sociali sui temi relativi alla qualificazione e alla riorganizzazione dell’offerta formativa e della ricerca negli atenei, consentendo di rafforzare la funzione dell’università sul terreno dello sviluppo sociale ed economico. In particolare convengono:

- a livello centrale, di attivare un tavolo permanente di confronto sulle politiche di sviluppo del sistema universitario nel più ampio quadro delle politiche sociali;

- a livello regionale, di individuare sedi di confronto con i portatori di interesse e gli altri attori della formazione, per favorire il coordinamento tra le politiche delle università e le politiche di sviluppo locale.