FLC CGIL
Iscriviti alla FLC CGIL

https://www.flcgil.it/@3900537
Home » Università » AFAM » AFAM: comunicato unitario dopo il seminario del 6 e 7 febbraio ad Ancona

AFAM: comunicato unitario dopo il seminario del 6 e 7 febbraio ad Ancona

L'Alta Formazione Artistica e Musicale negli istituti superiori di studi musicali: problemi e proposte.

25/02/2013
Decrease text size Increase  text size

FLC CGIL - CISL UNIVERSITÀ - UIL RUA

Dopo lo scioglimento delle Camere, con la conseguente mancata approvazione del Disegno di Legge Atto Camera 4822 “Valorizzazione del sistema dell'Alta Formazione e Specializzazione Artistica e Musicale", il sistema ancora oggi si trova in una situazione di grande drammaticità.

Dopo tredici anni dalla legge di riforma n. 508/99 è giunto il momento che il Parlamento e “la Politica” si facciano carico dell’Alta Formazione Artistica e Musicale e diano una risposta definitiva a tutte le tematiche rimaste inevase: tra queste il reclutamento del personale e la definizione degli organici che stanno creando caos e precariato, l’assetto della docenza e della ricerca, il rapporto fra gli ex Istituti musicali Pareggiati ed i Conservatori ed una adeguata programmazione sul territorio di tutte le Istituzioni AFAM.

Tre a nostro avviso sono i temi che il prossimo Parlamento dovrà prioritariamente affrontare nei primi 100 giorni se si vuole riconoscere e dare un’ulteriore spinta di crescita al sistema culturale del nostro Paese:

  1. statizzazione degli ISSM ex Istituti Pareggiati legge 508/99;
  2. soluzione dell’ultra decennale precariato con conseguente emanazione del DPR concernente lo sviluppo, programmazione e reclutamento del sistema AFAM;
  3. attuazione equipollenze, risoluzione criticità provocate dalla Legge di Stabilità  n.228/2012.

Il primo punto che vogliamo affrontare è quello relativo agli ex Istituti Musicali Pareggiati, oggi Istituti Superiori di Studi Musicali.

A seguito dell’emanazione della legge n. 508/99 “Riforma delle Accademie di belle arti, dell'Accademia nazionale di danza, dell'Accademia nazionale di arte drammatica, degli Istituti superiori per le industrie artistiche, dei Conservatori di musica e degli Istituti musicali pareggiati”, gli istituti musicali pareggiati sono stati oggetto di una profonda riforma che li ha trasformati in Istituti Superiori di Studi Musicali, dotati di personalità  giuridica, autonomia statutaria, didattica, scientifica, amministrativa, finanziaria e contabile, riconosciuti come sedi primarie di alta formazione, di specializzazione, produzione e di ricerca nel settore artistico e musicale.

Istituti equiparati in tutto ai Conservatori statali ad eccezione della provenienza dei finanziamenti, essendo i primi esclusivamente finanziati dagli Enti locali e i secondi dallo Stato. Infatti, i costi del personale docente e tecnico amministrativo di tali istituti, gli organi di governo nonché la gestione delle strutture, spesso sottoposte a vincoli dei beni artistici, con costi molto rilevanti di messa in sicurezza e manutenzione, ricadono per la quasi totalità sui bilanci dei Comuni, delle Province e delle Regioni, ove tali istituzioni hanno la loro sede, e che attendono da ormai 13 anni il completamento della statizzazione prevista dalla legge stessa, che, al contrario di quanto avvenuto in altre Istituzioni della Pubblica Amministrazione, non prevede risorse a sostegno della propria attuazione.

Non va dimenticato poi che al personale di questi Istituti è applicato il Contratto di Lavoro dell’AFAM così come previsto dalla legge e che le modalità di assunzioni sono le stesse di tutto il pubblico impiego.

La pesante congiuntura economica, i consistenti tagli e i vincoli imposti ai bilanci degli Enti locali, stanno mettendo in serio pericolo lo svolgimento delle normali attività di questi Istituti che, in alcuni casi, rischiano la chiusura al prossimo 31 ottobre.

Venti Istituti in tutta Italia, con oltre 800 docenti e quasi settemila studenti sono concretamente e irreversibilmente a rischio soppressione, con evidenti gravissimi danni ai docenti, al personale tecnico e amministrativo, agli studenti e alle loro famiglie, alle città interessate. E' inevitabile che la gran parte di essi, sotto la scure dei tagli ai bilanci degli Enti Locali, vengano privati in tutto o in gran parte delle risorse indispensabili.

Attualmente gli Enti Locali sostengono costi pari a circa 42 milioni di euro come risulta dal dato ufficiale ANCI  ma la scure che si è abbattuta sui loro bilanci non consentirà più di confermarli e per molti Istituti il finanziamento si fermerà al 31 ottobre 2013.

Leggi il documento che l'ANCI ha inviato alle forze politiche in vista delle elezioni del 24 e 25 febbraio.

E’ bene ricordare  che si tratta di Istituti conosciuti e apprezzati a livello nazionale e internazionale, alcuni di essi sono nati alle soglie del XX secolo, e che rappresentano un importante patrimonio culturale ed una tradizione musicale storica per il nostro Paese e per i territori che li ospitano, e che va in ogni modo salvaguardata.

E’ fondamentale prevedere un intervento economico da parte dello Stato (l’ultimo finanziamento risale al 2008) che contribuisca alle spese di tali Istituti, al fine di scongiurare la reale possibilità di chiusura.

Chiediamo con forza l’applicazione delle legge 508 nelle declinazioni atte a dare una risposta concreta al territorio: innanzitutto portare a statalizzazione l’intera offerta formativa anche attraverso la possibilità di accorpamenti tra ISSM o attraverso trasformazione degli ISSM in sedi staccate dei Conservatori di Musica. I passaggi dovranno avvenire con una convenzione Regioni-Enti Locali e MIUR che definisca la compartecipazione finanziaria ai costi di funzionamento. E’ ovvio che tali operazioni non possono avvenire a “costo zero” (sarebbe altrimenti l’ennesima bugia/farsa!).

L’obiettivo è quello di consolidare tutta l’offerta formativa con un piano di investimento che renda stabili i “presidii” formativi e il personale tutto, e ottenere una nuova pianta organica che sia la somma di quelle degli ISSM e dei Conservatori. Non va sottovalutato il fatto che con l’entrata in vigore dei nuovi ordinamenti gli studenti sono aumenti di circa il 22%.

I tempi sono strettissimi e si deve agire con la massima urgenza

Il secondo punto che vogliamo affrontare è il precariato. Il settore AFAM non può più subire ulteriori ritardi attuativi della legge 508, anche nei principi generali sul reclutamento del personale docente (l’apposito DPR, che giace da anni sulle scrivanie del MIUR, nelle previsioni, produrrà efficacia solo tra diversi anni).

E’ importante sottolineare che proprio la mancata attuazione di questa legge e quindi la regolamentazione di un reclutamento a regime, ha prodotto il fenomeno non più tollerabile del precariato.

Il ricorso sistematico ai contratti a tempo determinato pone il sistema AFAM stesso in una condizione di “diffusa precarietà”: il continuo mutamento degli incarichi di docenza, individuati su graduatorie nazionali (Legge 143/04) o su graduatorie d’istituto ricostituite ogni tre anni e con sistemi disomogenei, mette a dura prova la programmazione pluriennale dei corsi di studio.

Allo stesso modo il disagio colpisce il personale tecnico amministrativo, dove il fenomeno di migrazione, quando possibile, verso altre amministrazioni è in aumento. Le difficoltà sono evidenti: il precariato aumenta, per effetto del tour-over, del 20% ogni anno e compromette l’efficacia e l’efficienza del servizio e dell’offerta formativa.

Non v’è dubbio che la definizione di nuove regole per il reclutamento del personale è atto della massima urgenza e contestualmente la chiusura del “vecchio” sistema attraverso l’adozione urgente del regolamento previsto dalle legge 508.

Una delle soluzioni oggi perseguibili è la trasformazione delle graduatorie nazionali (ex legge 143/04) in graduatorie ad esaurimento con la possibilità di procedere ad assunzioni sia annuali che con contratto a tempo indeterminato.

Contemporaneamente occorre predisporre procedure concorsuali, già adottate con la legge 143/04, per il personale docente che abbia conseguito l’idoneità nella valutazione dei titoli artistico-culturali e professionali ai fini della inclusione nelle graduatorie di istituto collocando tale personale in graduatorie aggiuntive a quelle ad esaurimento anzidette, tenendo conto tra l’altro della disponibilità dei posti in organici numericamente fermi al 1999 - e considerando che tale procedura sostanzialmente è a costo zero.

Analogamente occorre procedere nei confronti del personale EP e dei tecnici e amministrativi con contratto a tempo determinato, già assunto con pubblico concorso, includendolo in apposite graduatorie utili per l’attribuzione dei contratti a tempo indeterminato.

La stessa VII Commissione della Camera, in occasione della discussione del ddl 4822, aveva approvato l’emendamento 7.022 adottando questa identica soluzione.

Il terzo punto di cui vogliamo parlare riguarda le equipollenze (L. 228/2012 art. 1 dal comma 102 al comma 107).

La questione è politica. Per gli operatori del settore AFAM non c’è mai stata disponibilità da parte della “politica attiva” ad assumere il comparto quale priorità e ad agire di conseguenza previa definizione di un progetto organico che collochi il comparto dell’Alta Formazione Artistica e Musicale in sintonia con le scelte europee dove non esistono discriminazioni per le arti:l’alta formazione è universitaria, ogni settore ha le proprie peculiarità che vanno assunte come valore aggiunto e non come subalternità.  

Alla protesta e alle rivendicazioni degli studenti formalizzate con fiumi di mail e fax il Parlamento ha risposto definendo le equipollenze dei titoli di studio dell’AFAM, le quali hanno prodotto modifiche di particolare pregnanza il cui riflesso non è ancora ben esplicitato. Infatti, alcune corrispondenze decise dalla legge hanno trovato già discordanze e criticità (vedi ad esempio la protesta delle associazioni degli storici dell’arte) mentre altre, rinviate a successive decretazioni,  hanno immediatamente subito un freno perché mancano gli organismi necessari per la emanazione dei decreti entro i novanta giorni prescritti dalla legge stessa. Il Ministro ha deciso di non prorogare il CNAM creando così un vuoto non quantificabile nel tempo vista la coincidenza con la "sospensione" della Legislatura per le elezioni in corso!

Il nostro argomentare, che si limita ad una prima presa d’atto di quanto avvenuto, non vuole disconoscere la portata del provvedimento che comunque era urgente ed essenziale per la equiparazione delle finalità istituzionali che stanno a fondamento dell’AFAM e dell’Università, intende però porre in evidenza il metodo adottato, che nella fattispecie diventa anche merito,.

Ci saremmo aspettati che il Legislatore avesse preso a riferimento il percorso adottato per l’Università e che a stabilire le corrispondenze e le equipollenze fossero gli addetti ai lavori professionalmente competenti e non una griglia burocratica “simil pallottoliere”.

L’approvazione dichiarata doverosa, dopo tredici anni di ritardi, è per noi sbagliata nel metodo e nel merito per alcuni effetti negativi che ricadranno sugli istituti e su molti studenti: per chi si diplomerà con il vecchio ordinamento dal 1° gennaio 2013 il titolo di studio non sarà equipollente né ai diplomi accademici AFAM né a quelli universitari.

DIPLOMI VECCHIO ORDINAMENTO

conseguito:

da:

con il possesso
del diploma di maturità

Equipollenza

prima
del 31.12.2012

interni e privatisti

SI*

Diploma di II livello
AFAM

dal 1.1.2013

interni e privatisti

SI*

NESSUNA

* in assenza del diploma di maturità non vi è comunque l’equipollenza.

Gli studenti, diplomandosi dal 1 gennaio 2013 in poi, non si vedranno riconosciuto il diritto all’equipollenza del titolo di studio al II livello AFAM. Una disparità inaccettabile.legge di

Un ragionamento a parte va fatto per il CNAM. La legge di stabilità, che comprendeva anche la legge “Milleproroghe”, non ha previsto la proroga del CNAM (Consiglio Nazionale per l’Alta Formazione Artistica e Musicale) anche per l’anno 2013.

Va ricordato che il D.M. 16 settembre 2005, n. 236 che aveva indetto le elezioni del CNAM in carica fino al 31 dicembre 2012, imponeva al Ministro, con apposita ordinanza, di indire le elezioni dell’organo almeno sei mesi prima della naturale scadenza. Pertanto, prendendo atto dell’omissione volontaria del Ministro da noi più volte sollecitato, la proroga per legge s’imponeva come unica opzione possibile così com’è avvenuto nel 2011.

Il CNAM è un organo necessario previsto dalla L. 508/99, pertanto le prescritte competenze non sono derogabili o trasferibili ad altri organismi.

Senza la funzionalità del CNAM si impedirà, conseguentemente, lo sviluppo delle istituzioni AFAM con il rischio di paralizzare tutta la nuova programmazione istituzionale, compresa la problematica degli ex IMP, che obbligatoriamente necessita di un parere tecnico prima di un’approvazione del Ministro.

Altro “segnale” di questo Governo tecnico - che impedisce il funzionamento di un organo tecnico necessario - è riscontrabile nella legge di bilancio dello Stato che, ancora una volta, taglia le spese di funzionamento del CNAM del 50%: per l’anno 2013 ammontano complessivamente a € 56.396.

La mancata proroga del CNAM provoca la paralisi certa del comparto.

Anche la legge di stabilità n. 228 del 24 dicembre 2012 (equipollenze tra titoli di studio universitari e AFAM) con le scadenze introdotte per la nuova normativa in termini di ordinamenti didattici (fine della fase sperimentale e II livelli a regime) non trovando il supporto tecnico del CNAM, rischia una difficile applicazione. Né potrà essere ricondotta a mera decretazione burocratico-amministrativa esposta a impugnative di ogni genere.

Il ricorso a provvedimenti ingegneristici più consoni alle metodiche del pronto intervento hanno suggerito al Ministro di adottare un provvedimento ad hoc mettendo in prorogatio il CNAM  fino al 14 febbraio 2013.

Va ripristinata velocemente la funzionalità dell’organismo, dotandolo di adeguati finanziamenti, perché è bene ricordarlo: la fase di attuazione della legge 508/99 non è affatto conclusa.

Quello che si è fatto fino ad oggi per il settore AFAM "è poco e spesso fatto male": manca un progetto organico, una sinopia di riferimento che dia vita alla riforma delineata dalla legge 508/99, ovvero che realizzi un sistema parallelo a quello universitario, di pari dignità e livello.ed in ogni suo aspetto.

E’ di questi giorni il decreto ministeriale che formalizza la Conferenza dei Direttori dei Conservatori ed esclude i Direttori degli ISSM.

Ci si chiede “cui prodest”?

Perché proseguire con decretazioni che anziché dare corpo al sistema dell’Alta Formazione Artistica e Musicale come prevede la legge 508,  segnano recinti che ne indeboliscono l’identità?

Questo è, a nostro avviso, un atteggiamento irresponsabile che vogliamo oggi denunciare e a tal fine sollecitiamo le forze politiche a rendere operante la legge di riforma (non a costo zero), a realizzare la pari dignità dell’AFAM con l’Università e valorizzarne, nel concreto, l’enorme patrimonio artistico e culturale, che salvaguardi le peculiarità e le identità di centenaria tradizione.

L’Alta Formazione Artistica e Musicale è un pezzo fondamentale del sistema formativo e culturale del nostro Paese. Chiediamo alle forze politiche e al Governo un impegno in termini di investimenti in risorse umane e finanziarie in linea con il contesto europeo.

Siamo convinti di poter affermare che é un investimento certo per il futuro e lo sviluppo del nostro Paese.