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Decreto legge 101/2013: no al blitz del Governo sulla Scuola Italiana all’estero

La FLC CGIL ribadisce la sua netta contrarietà alla norma che consente alle istituzioni scolastiche statali italiane all’estero di assumere direttamente in loco il personale docente

06/09/2013
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Quello consumato con il comma 2 dell’art. 9 “Misure urgenti per le istituzioni scolastiche e culturali italiane all'estero” di cui al D.L. 101/2013 è un vero e proprio blitz del governo in quanto va a configurare un sistema duale e contraddittorio di reclutamento del personale docente da assegnare alle scuole e alle istituzioni scolastiche statali italiane all’estero.

In maniera del tutto subdola e illegittima sia dal punto di vista giuridico che costituzionale il governo  prefigura la possibilità – da parte di chi? - di assumere nelle scuole e nelle iniziative scolastiche statali italiane all’estero  anche per gli insegnamenti curriculari docenti stranieri o italiani residenti in loco sulla base della legislazione locale di riferimento.

Se la norma sopra richiamata dovesse essere mantenuta anche in occasione di conversione del decreto legge in legge dello stato verrebbe inferto un durissimo colpo al futuro delle scuole e delle iniziative scolastiche statali italiane all’estero ritornando cosi di fatto ad una “ri-privatizzazione” delle stesse ovvero a quell’anarchia di reclutamento e contrattuale superata con la legge 604/82.

Non solo la norma contenuta nel decreto, se mantenuta, mette la parola fine all’intero sistema scolastico statale italiano all’estero voluto dal legislatore come facente parte integrante parte del nostro sistema scolastico nazionale tanto da inserirlo nella Parte V – Scuole Italiane all’Estero -  del Testo Unico sulla Scuola (D.Lgs 297/94), ma apre vasti e possibili processi di destatalizzazione delle già poche scuole statali italiani operanti nel mondo.

Il governo ma soprattutto il ministro degli affari esteri e quello dell’istruzione farebbero bene a rivedere la loro posizione che francamente sembra più essere motivata da pseudo ragioni economiche che da una logica che rilanci la nostra politica culturale nel mondo.

La FLC CGIL è decisamente convinta che il sistema scolastico italiano all’estero debba essere riformato; è però altrettanto convinta che questa riforma non può non avere al centro l’intervento statale in piena coerenza con i principi stabiliti dalla nostra Costituzione.

La FLC CGIL chiede a tutte le forze politiche che hanno a cuore la Scuola della Repubblica di impedire che si continui a smantellare pezzo dopo pezzo le istituzioni e le iniziative scolastiche statali italiane all’estero.

Da parte sua la FLC CGIL metterà in atto tutte le iniziative necessarie a scongiurare la deriva di questa parte fondamentale della nostra politica culturale nel mondo. 

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