Referendum costituzionale: il percorso ad ostacoli in Emilia Romagna
La FLC CGIL a fianco dei lavoratori a cui è stato impedito di partecipare ad assemblee sindacali sulla riforma costituzionale.
L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La conoscenza non fa eccezione. Chi lavora nel mondo della scuola ha il diritto di partecipare al dibattito sulle modifiche costituzionali sottoposte al referendum del prossimo 4 dicembre, soprattutto perché lo riguarderanno. Anche per questo i recenti fatti verificatesi in Emilia Romagna ci lasciano sgomenti e ci spingono ad agire.
La FLC CGIL dell’Emilia Romagna, come tutte le categorie del lavoro pubblico e privato della CGIL, ha predisposto in questi mesi assemblee sindacali, in orario di lavoro, con all’ordine del giorno diverse materie di interesse sindacale, tra le quali anche la posizione della CGIL sulle predette modifiche costituzionali. Una dicitura, “materie di interesse sindacali”, contenuta nell’art. 20 dello Statuto dei Lavoratori, che ha la finalità di consentire a tutti i lavoratori di riunirsi per partecipare alle scelte sindacali e favorire la discussione collegiale di problematiche di interesse collettivo, senza che il datore di lavoro possa esercitare alcun controllo di merito.
Eppure a Rimini, prima, e a Bologna, dopo, lo svolgimento di queste assemblee all’interno delle scuole è stato ritenuto inopportuno perché “dal sapore propagandistico”. Sono state lese tutte le libertà sindacali dei lavoratori da parte di quei dirigenti che non hanno concesso l’uso dei locali e non hanno permesso la partecipazione del personale alle assemblee sindacali, specialmente perché “la partecipazione ad un’assemblea sindacale non necessita di alcuna autorizzazione, essendo sufficiente una preventiva comunicazione”, ha scritto Domenico Pantaleo, Segretario generale FLC CGIL in una lettera al Prefetto di Rimini.
“Stiamo parlando non di propaganda ma di informazione sulle riforme costituzionali e gli assetti istituzionali del Paese, che hanno ricadute dirette sui diritti di cittadinanza, sui diritti del lavoro, sull’ordinamento scolastico, sull’istruzione e sugli spazi di democrazia”, ha sottolineato, in una lunga lettera, Raffaella Morsia, Segretaria generale della FLC CGIL Emilia Romagna.
La FLC CGIL ha deciso, comunque, di convocare nei locali della Camera del Lavoro le assemblee, che hanno avuto grandissima partecipazione e ha depositato immediatamente un ricorso ex art. 28 (comportamento antisindacale) con procedura d’urgenza, tanto da far ritornare sui propri passi quella controparte che inopinatamente aveva deciso di negare il diritto di assemblea.
Quanto avvenuto, anche se trattasi di casi isolati, denota un clima che via via si fa sempre più pesante per i diritti dei lavoratori e che impedisce di fatto la libertà di informazione che caratterizza l’attività sindacale. Per questo tuteleremo, in ogni sede opportuna, il diritto della nostra organizzazione ad esprimere le proprie idee all’interno dei luoghi di lavoro e il diritto dei lavoratori alla partecipazione.
E se per difendere gli spazi di democrazia che ancora resistono in questo Paese, sono necessarie le interrogazioni parlamentari, ben vengano!
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