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Mobilità scuola 2017/2018: delude la prima proposta sull’assegnazione dagli ambiti alle scuole

Il MIUR presenta un testo estraneo alle richieste sindacali. Prova d’appello fra due giorni per rimettere al centro l’accordo politico del 29 dicembre.

07/02/2017
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Si è svolto martedì 7 febbraio 2017 il primo confronto tra MIUR e sindacati sul tema dell’assegnazione dei docenti dagli ambiti territoriali alle scuole, quella che per brevità viene denominata “chiamata per competenze”. Il punto in questione è rimasto sospeso nella trattativa sulla mobilità 2017/2018 e vincola la nostra firma definitiva al contratto stesso, già siglato nell’ipotesi del 31 gennaio.

La proposta presentata da MIUR confluisce sostanzialmente nella linea tracciata lo scorso anno, quando si ruppe il tavolo negoziale della sequenza proprio sui principi che reggevano l’orientamento dell’amministrazione.

Ancora una volta il MIUR si affida ad una serie di operazioni generiche che lascia ampi spazi alla discrezionalità procedurale del dirigente scolastico e congela quegli aspetti partecipativi e progettuali che dovrebbero essere patrimonio di tutta l’autonomia scolastica.

Sono molto marcate le divergenze con le nostre aspettative: il Collegio viene chiamato in causa solo per essere “sentito”, l’elenco nazionale è indicativo di 36 requisiti e ulteriori possibili, il dirigente definisce un ordine di priorità a suo parere, gli USR di competenza intervengono nelle fasi finali dove non si nomina nemmeno il punteggio.

Per noi tutto ciò può essere considerato solo l’espressione di un punto di vista, ma nemmeno la base su cui partire per la trattativa: il testo non rimanda nulla delle istanze sindacali avanzate e ripropone un modello lontano dallo spirito dell’intesa politica del 29 dicembre, al contrario perfettamente inserito nel solco della legge 107/15.

C’è quindi, molto da fare: all’amministrazione il compito di recepire i rilievi emersi di parte sindacale, per arrivare ad un’altra proposta che sarà oggetto del prossimo incontro di giovedì 9 febbraio.

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