Libri di testo: ma si smonta così la legge Moratti?
Il Ministro Fioroni scrive agli editori per richiedere modifiche all’impostazione dei testi scolastici
Il Ministro Fioroni ha scritto una lettera al presidente dell’associazione nazionale editori per chiedere loro di produrre libri di testo per il primo ciclo improntati al rigore scientifico e non alle Indicazioni Nazionali. Lo ha rivelato una notizia giornalistica.
Bene, con questo atto il Ministro Fioroni testimonia dunque, nel modo più chiaro, la non prescrittività delle attuali Indicazioni nazionali, a partire dai libri di testo fino alla progettazione di scuola. Non rimane che far seguire a questo atto informale una chiara e trasparente informazione alle scuole dell’azione adottata e del suo significato rispetto alle conseguenze.
I numerosi pareri negativi accumulati dalle Indicazioni Nazionali, da parte della comunità scientifica e dal mondo della scuola, la sostanziale illegalità di percorso e l’autoreferenzialità culturale, rendono infatti questo documento inconciliabile con la costruzione di un curricolo autonomo da parte delle scuole. Siccome l’autonomia scolastica si inscrive dentro un quadro di norme nazionali che comprendono proprio gli obiettivi del processo formativo e gli standard di competenze, diventa particolarmente critico il conflitto che si esercita in questo campo e le scuole che non condividono le Indicazioni Nazionali ma cercano anche un riferimento nazionale a cui agganciare il proprio progetto didattico, vivono una situazione di instabilità che non giova alla qualità e allo sviluppo dell’azione didattica. Se a questo si aggiunge la querelle sui libri di testo, lo stato di incertezza comincia a diventare insopportabile.
In realtà il rischio di alimentare un’idea di scuola fai da te è vero ma non così concreto perché le scuole, soprattutto quelle del primo ciclo, potendo contare su una consolidata esperienza didattica che fa perno sui Programmi della scuola elementare dell’85 e della scuola media del ’79 e sugli Orientamenti della scuola materna, di alto profilo e condivisi, non fa che ricollegarsi a quelle pratiche.
Programmi e Orientamenti convivono con le Indicazioni Nazionali, non essendo mai stati abrogati, dunque nessun problema di illegalità si pone per le scuole che decidono di orientare la propria azione didattica su quei principi. A questa incertezza però occorre rapidamente porre termine.
La lettera del Ministro è una prima parziale risposta alla richiesta che viene dalla scuola e che la FLC ha raccolto promovendo una Petizione nazionale per il rapido superamento delle Indicazioni Nazionali. La Petizione ha raccolto molte decine di migliaia di firme e chiede l’immediata sospensione anche formale delle Indicazioni Nazionali e l’istituzione di una commissione pluralista per la loro definitiva riscrittura. ( Il termine per la raccolta di firme è stato prorogato alla fine di febbraio).
A questa lettera dovrà seguire una comunicazione formale alle scuole da parte del ministro, inoltre dovrà seguire un’informazione chiara sulla composizione della commissione chiamata a rivedere le Indicazioni Nazionali, una commissione che dovrà essere pluralista, competente per profilo scientifico e culturale.
E’ il momento di dimostrare alle scuole che il metodo è nettamente cambiato, che c’è la volontà di procedere in modo trasparente e condiviso, a partire dalle commissioni che lavoreranno, sia sulle Indicazioni Nazionali che sull’attuazione dell’obbligo, ma anche dal coinvolgimento e dalla condivisione con le scuole e con le sue rappresentanze, andando oltre il “Progetto ASCOLTO” messo in campo proprio in questi giorni.
La necessità di riportare la serenità e la certezza nel lavoro delle scuole, non passa solo per le dichiarazioni di principio di cui il ministro è stato prodigo, ma ha bisogno di cambiamenti concreti che l’azione amministrativa deve mettere in campo e che lo strumento del cacciavite, da noi mai condiviso, ha smesso da tempo di produrre.
Roma, 25 gennaio 2007
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