Le proposte della Cgil per una scuola sicura
Dal convegno nazionale sulla sicurezza


Sono sicuri gli edifici scolastici? Stando ai dati diffusi dal Ministero della pubblica istruzione, il rispetto degli standard di sicurezza stabiliti dalla legislazione europea e nazionale non abita in tutte le scuole italiane. Solo una parte dei 32.000 istituti scolastici può considerarsi a norma, mentre crescono (dati Inail) gli infortuni di studenti (30%) causati da deficit dell'ambiente scolastico. Sette milioni circa di studenti e più di un milione tra insegnanti e personale scolastico hanno diritto ad un luogo di studio e di lavoro salubre, sicuro e, perché no, accogliente. I pesanti ritardi dell'applicazione delle norme sulla sicurezza della scuola sono stati denunciati dalla Cgil scuola nel corso del convegno nazionale tenuto a Roma il 4 maggio u.s. dove, tra l'altro, sono state presentate importanti esperienze e testimonianze. La legge 626 ha avuto il merito - si è detto nel corso dei lavori - di imporre un modello partecipativo di sicurezza nei luoghi di lavoro, superando il modello conflittuale che legava questo problema alle trattative contrattuali e ai rapporti di forza del momento. Un fatto di civiltà diffusa, quindi, che però stenta a realizzarsi per l'inadempienza e la latitanza - almeno nel settore scuola - dell'amministrazione. In estrema sintesi, non si poteva pensare che l'adeguamento delle scuole alle norme di sicurezza non avesse un costo, ma il Ministero non ha messo a disposizione risorse economiche, né ha costretto i proprietari, ossia gli Enti locali, a mettersi in regola anche attraverso accordi interistituzionali. Come spesso succede nel settore pubblico, l'amministrazione è aleatoria negli impegni che la riguardano e impositiva, ad esempio, nei confronti dei dirigenti scolastici, individuati come datori di lavoro, cui sono negati, però, gli strumenti per esercitare questa nuova e delicata responsabilità. Inoltre, uno degli aspetti più innovativi della 626, quello partecipativo e collaborativo, stenta a decollare visto che non dappertutto sono stati designati i responsabili, né sono stati eletti rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. La Cgil scuola propone, all'interno del Dpef, un master plan di 10.000 miliardi per far fronte ai problemi di edilizia scolastica, manutenzione degli impianti, mappatura dei rischi, formazione e informazione dei lavoratori e degli studenti. Solo attraverso un investimento massiccio in questo senso la scuola può assolvere al ruolo istituzionale di creare e consolidare una cultura della sicurezza.
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