Il sistema scolastico italiano all’estero ha bisogno di investimenti e non di tagli!
Comunicato stampa CGIL e FLC Cgil.
Comunicato stampa CGIL e FLC Cgil
Evidentemente per il governo di centro destra la scuola e le iniziative per la promozione e la diffusione della lingua italiana all’estero non sono risorse da valorizzare ma un centro di spesa da tagliare.
Mosso dalla stessa logica “miope” che ha prodotto, con i provvedimenti estivi, severi tagli al nostro sistema di istruzione complessivamente inteso l’asse Berlusconi/Tremonti/ Gelmini, con la complicità di Frattini, ora cancella anche quel minimo di welfare finalizzato al sostegno della comunità italiana all’estero colpendo con particolare “spietatezza” il segmento della promozione e della diffusione della lingua italiana nel mondo.
Se si mettono in stretta relazione i tagli sul contingente dovuti al dl 93 ( legge con cui è stata finanziata l’operazione ICI), gli effetti della controriforma Gelmini e la riduzione drastica in finanziaria dei capitoli di spesa del MAE, relativi alla Direzione Culturale e alla Direzione degli italiani all’estero, lo scenario è drammatico.
In questo modo si riduce l’intero sistema di istruzione e formazione all’estero ad un mero momento di testimonianza condannandolo inevitabilmente ad un inesorabile declino.
Non solo! Ridurre gli interventi a sostegno della diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo, mentre tutti i grandi Paesi investono su questo terreno, significa “mutilare” la nostra politica culturale che proprio nella diffusione della lingua trova l’asse indispensabile allo sviluppo delle relazioni culturali, politiche ed economiche dell'Italia con gli altri Paesi. Significa, inoltre, cancellare quasi quarant’anni di sostegno alla nostra migrazione che attraverso la lingua e la cultura ha consentito di mantenere vivo il rapporto di appartenenza con l’Italia.
Le scelte del governo appaiono ancora più inopportune in quanto non tengono nemmeno in considerazione le diverse proposte di legge di riforma delle iniziative scolastiche all'estero depositate nelle scorse settimane in Parlamento che vanno in tutt’altra direzione. In questo modo non solo si svilisce il confronto parlamentare, ma si nega qualsiasi processo riformatore.
La CGIL e la FLC Cgil, nel dire no alla politica dei tagli indiscriminati al sistema scolastico ed educativo italiano all’estero complessivamente inteso, condividono e sostengono le proteste delle nostre collettività e degli insegnanti occupati nei corsi di lingua e cultura gestiti dagli enti che rischiano la perdita del posto di lavoro.
La CGIL e la FLC Cgil sono, invece, convinte che la scuola e le istituzioni scolastiche italiane all’estero svolgono un ruolo strategico nella determinazione della nostra politica culturale, per questo hanno bisogno di essere profondamente rinnovate e non tagliate!
Ciò che serve è un radicale processo riformatore che partendo dalla centralità dell’intervento pubblico ridefinisca l’orizzonte dei diritti e dei doveri di tutti gli altri soggetti i coinvolti alla realizzazione dl sistema di qualità e di efficienza dentro un quadro di regole certe e ben definite a cominciare dal pieno riconoscimento dei diritti dei lavoratori e degli alunni.
E’ dentro quest’orizzonte che vanno ridefinite le norme nuove capaci non solo di ridisegnare una rete efficace ma di armonizzarsi con i bisogni dei nostri connazionali e integrarsi nei sistemi di istruzione degli altri paesi.
Roma, 1 dicembre 2008
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