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Il MIUR comunica la ripartizione dei fondi per le contrattazioni integrative regionali dei dirigenti scolastici

L’applicazione della manovra di luglio 2010 riduce i fondi contrattuali per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici nell’anno scolastico 2011/12. Una ragione in più per chiedere una inversione nelle politiche scolastiche e la cancellazione di norme ingiuste.

16/12/2011
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Nella giornata di ieri il MIUR ha fornito alle Organizzazioni Sindacali rappresentative dell'area V della dirigenza scolastica l’informazione sindacale prevista dall’art. 2 del CCNL 2006-09 sulla quantificazione del fondo unico nazionale e sulla sua ripartizione tra gli Uffici Scolastici Regionali.

La comunicazione agli USR dell'ammontare dei fondi (in allegato) consentirà l’apertura dei tavoli di contrattazione regionale, per la determinazione della retribuzione di posizione parte variabile e risultato dei dirigenti scolastici per l’a.s. 2011/12.

L’art.9 comma 2 bis del Decreto legge 78/2010, convertito dalla legge 122/2010 prevede che l’importo destinato annualmente al trattamento accessorio del personale, anche dirigenziale, non può superare “il corrispondente importo dell'anno 2010 ed e', comunque, automaticamente ridotto in misura proporzionale alla riduzione del personale in servizio”.

L’ammontare del fondo nazionale è stato quindi diminuito perché è diminuito il numero di dirigenti scolastici in servizio a causa dei pensionamenti e del mancato svolgimento del concorso ordinario.

Il fondo  nazionale risulta ridotto di € 2.895.352,46 rispetto al fondo per l’a.s. 2010/2011, nonostante l’inserimento nei fondi della quota del 2010 della RIA dei dirigenti cessati dal servizio al 1 settembre 2010 ed anche tenendo conto, come previsto dalla Circolare n.12 della Ragioneria Generale dello Stato per l’applicazione del DL 78/2010, della necessità di pagare le reggenze (2118) assegnate ai dirigenti in servizio nell’anno scolastico 2011/12.

Nell’a.s. 2011/2012 il 20,5 % delle scuole italiane è affidato a dirigenti reggenti. Questo significa che oltre il 40% delle scuole italiane ha un dirigente che è impegnato in due scuole. Questa situazione, diffusa ovunque in Italia, vede però percentuali sopra la media in Lombardia, Basilicata, Abruzzo, Liguria, Emilia Romagna, Friuli e Piemonte nelle quali il 50% dei dirigenti in servizio ha due scuole da dirigere.

La nostra posizione

La manovra di contenimento della spesa pubblica di luglio 2010  ha bloccato la contrattazione fino al 2013 (poi ulteriormente bloccata dalla manovra di luglio 2011 fino al 2014) e stabilito che, nello stesso periodo, le retribuzioni individuali complessive dei pubblici dipendenti non possono superare quelle percepite nel 2010  e i fondi contrattuali devono essere ridotti in misura corrispondente alla riduzione del personale.

Tali misure impediscono l’adeguamento delle retribuzioni all’inflazione (1,5 nel 2010 e 3,4 a novembre 2011) e all’incremento dei carichi di lavoro derivanti dai tagli di personale e dalla riorganizzazione dei servizi pubblici. Per la dirigenza scolastica significa che la ristrutturazione della rete scolastica, l’aumento delle dimensioni delle scuole, a causa del dimensionamento, e gli effetti delle reggenze sulla categoria non possono essere riconosciute economicamente.

Maggior carico di lavoro e minor numero di lavoratori: lavorare in meno, lavorare di più, guadagnare di meno.

L’ammontare del fondo nazionale e la sua distribuzione alle regioni è oggetto di sola informazione sindacale in conseguenza dell’applicazione del Dlgs 150/2009 (Riforma Brunetta) e le Organizzazioni Sindacali possono solo prendere atto delle decisioni unilaterali dell’amministrazione.

Una ragione in più per cancellare una riforma che ha ridotto le materie contrattuali e ha reso più deboli e indifesi i lavoratori.

La FLC CGIL ha contrastato le misure del precedente governo che hanno duramente colpito i dirigenti scolastici e i lavoratori della scuola e di tutto il pubblico impiego e, anche nell’attuale contesto, ha chiamato alla mobilitazione tutti i lavoratori della conoscenza a difesa del loro reddito e delle loro condizioni vita e di lavoro.

Lo sciopero unitario del 19 dicembre 2011, con CISL, UIL, Gilda e SNALS, rappresenta una occasione per i dirigenti scolastici e per tutti i lavoratori per affermare, insieme al diritto al contratto, anche la necessità di un cambiamento, nelle politiche scolastiche, che valorizzi il capitale umano e dia un contributo alla ripresa ed alla crescita del Paese.

La FLC CGIL e la struttura di comparto dei dirigenti scolastici sono impegnati perchè nessuna riduzione della retribuzione dei dirigenti scolastici in servizio possa derivare dal taglio dei fondi contrattuali assegnati agli Uffici Scolastici Regionali.

La FLC CGIL, insieme alle altre organizzazioni sindacali dell’Area V, ha emanato un comunicato unitario.
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COMUNICATO UNITARIO DELLE OO.SS. RAPPRESENTATIVE DELL’AREA V

Le OO.SS. FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS CONFSAL e ANP CIDA, rappresentative dell’Area V, considerano estremamente penalizzante per i dirigenti scolastici il risultato dell’applicazione dell’art. 9 comma 2 bis del D.L. 78/2010 (L.122/2010) e della successiva CM della Ragioneria Generale dello Stato n.12/2011 sulla determinazione del fondo nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici  

Le OO.SS  pur considerando positivi i miglioramenti ottenuti nel confronto informativo ritengono necessario che le norme che penalizzano di dirigenti scolastici siano profondamente cambiate.

Il blocco dei contratti e la decurtazione delle risorse per il salario accessorio del personale del pubblico impiego sono misure deprecabili in sé sulle quali i sindacati dell’Area V ribadiscono il dissenso e la contrarietà già espressi dalle rispettive Confederazioni di appartenenza. Quelle misure diventano particolarmente inique ed odiose quando si applicano ai dirigenti dell’Area V, già penalizzati rispetto alle altre dirigenze pubbliche per una retribuzione di posizione nettamente inferiore sia nella parte fissa che variabile, per una retribuzione di risultato largamente inadeguata e per la diversità di trattamento economico esistente all’interno della categoria.

Per questi motivi i sindacati dell’Area V sono impegnati perché nelle contrattazioni integrative regionali siano utilizzate tutte le risorse disponibili e sia garantito il mantenimento della retribuzione di posizione dei dirigenti scolastici in servizio

 

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