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Il Decreto Rilancio è legge. Il provvedimento resta inadeguato rispetto ai reali bisogni del sistema scolastico

Le modifiche approvate riguardano principalmente il tema degli organici. Mancano gli investimenti necessari per assicurare la ripartenza in presenza e in sicurezza e per rilanciare il sistema scolastico. 

17/07/2020
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È stato definitivamente approvato dal Senato il disegno di legge di conversione Decreto Legge 34/20, cosiddetto “Decreto Rilancio” , che presenta poche ma significative modifiche, rispetto al testo originario, per il settore scuola.

Oltre al già annunciato aumento del contingente delle assunzioni dei docenti di 16 mila unità, si prevede quanto segue:

  • gli USR potranno essere autorizzati dal Ministero dell’istruzione, “anche in deroga alle disposizioni vigenti”, a modificare il numero di alunni per classe previsto dal Dpr 81/2009 (minimo e massimo), assumendo a tempo determinato personale Ata e docente dalla data di inizio delle lezioni o dalla presa di servizio, fino al termine delle lezioni; il contratto potrà essere interrotto unilateralmente nell’eventualità  di una nuova sospensione delle attività didattiche in presenza; 
  • in tutti gli ordini di scuola gli scrutini finali dovranno essere effettuati entro il termine delle lezioni;
  • i collaboratori scolastici ex LSU assunti a tempo parziale, stipuleranno un contratto aggiuntivo fino al 31 dicembre, per un full time presso la sede di titolarità;
  • sono autorizzate assunzioni di assistenti tecnici nelle scuole del I ciclo, nel limite complessivo di 1000 unità per i mesi da settembre a dicembre 2020, ripartiti in base al numero degli studenti di ogni scuola;
  • nelle more dell’espletamento del concorso per il reclutamento,  sono prorogati, al massimo fino al 31/12/2021, i contratti a tempo determinato degli incarichi per le funzioni ispettive;
  • viene istituito un fondo di 13 milioni di euro per il FUN dei Dirigenti scolastici.

Sono confermati gli stanziamenti che riguardano:

  • implementazione del fondo di funzionamento per le scuole statali (331 milioni);
  • fondo per gli esami di stato nelle scuole statali e paritarie (39 milioni);
  • implementazione Sidi (10 milioni);
  • incremento dei finanziamenti al sistema 0-6 (15 milioni).

Vengono significativamente incrementate le seguenti risorse:

  • contributo ai servizi educativi e alle scuole dell’infanzia non statali (165 milioni rispetto ai 65 mln previsti nel testo originario del  decreto);
  • contributo alle scuole primarie e secondarie paritarie (120 milioni rispetto ai precedenti 70 milioni).

Gli emendamenti approvati intervengono anche sulle prestazioni di “lavoro agile”, prorogandolo fino al 31 dicembre 2020 per il 50% dei dipendenti che svolgono attività eseguibili da remoto e introducendo il "Piano organizzativo del lavoro agile" (Pola), con il quale dal 1° gennaio 2021 la percentuale salirà ad almeno il 60%. E’ prevista anche l’istituzione, presso  il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, dell'Osservatorio del lavoro agile "per raccogliere dati e informazioni fondamentali e permettere di programmare al meglio le future politiche organizzative delle Pa e lo sviluppo delle performance di dirigenti e personale".

Il nostro giudizio sul decreto rimane complessivamente negativo.

In particolare, la previsione che, rispetto  alle assunzioni sui posti aggiuntivi “a tempo determinato” di docenti e ATA per fare fronte all’emergenza covid, l’Amministrazione possa recedere unilateralmente dal contratto, in caso di nuovo lockdown, introduce elementi discriminanti e un grave arretramento dal punto di vista dei diritti e della pari dignità di tutti i lavoratori.

È stata bocciata, inoltre, l’introduzione di una procedura semplificata per assumere i docenti specializzati su sostegno, rinviandone così la stabilizzazione fino all'espletamento del concorso ordinario che richiederà tempi troppo lunghi rispetto alle necessità delle scuole, ai diritti degli alunni e dei lavoratori interessati

Gli stanziamenti restano del tutto insufficienti a rilanciare il sistema scolastico, già penalizzato da una più che decennale politica fatta di tagli e disinvestimenti e  messo in ginocchio dai lunghi mesi della pandemia. L’incremento di un miliardo annunciato dal presidente Conte e dalla ministra Azzolina rimane, appunto, un annuncio. In compenso le risorse per le scuole paritarie si trovano, fino a raddoppiare i già consistenti finanziamenti previsti nella stesura originaria del decreto.

Ci riserviamo di pubblicare nei prossimi giorni un commento puntuale e analitico degli emendamenti approvati.

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