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Formazione in servizio: scelte poco comprensibili e forse poco chiare del MIUR

Le già scarse risorse per la formazione in servizio vengono dilapidate con procedure anomale e poco chiare nell'assenza di corrette relazioni sindacali.

19/11/2012
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L'antefatto: da mesi al MIUR si sta cercando di giungere alla chiusura del Contratto nazionale integrativo sulla formazione in servizio del personale della scuola. Perché non ci si riesce? Per molte serie ragioni.

Innanzitutto perché c'è al MIUR e molto probabilmente anche al MEF (che da qualche tempo conta incommensurabilmente di più) chi un contratto - e la relativa contrattazione con i sindacati - proprio non lo vorrebbe preferendo di gran lunga procedere con un atto datoriale, unilaterale.
Perché già nell'a.s. 2011/2012 si è proceduto senza contratto integrativo. E nella terra di nessuno che si è creata nell'assenza di corrette relazioni sindacali, sono stati spesi i fondi a disposizione in modi vari e che sembrano pure assai difficili da ricostruire, visto che le reiterate richieste, della FLC CGIL ma anche delle altre Organizzazioni sindacali, di ottenere se non altro una informativa a posteriori su quanto accaduto, ancora non hanno avuto una risposta completa e plausibile; anzi, in non pochi casi le scelte operate dal MIUR suscitano forti perplessità in ordine non solo alla loro pertinenza e legittimità, ma forse persino in ordine alla loro legalità.
Nel frattempo, il fabbisogno formativo si arricchisce di terreni e materie che richiederebbero un intervento immediato, sistematico, lungimirante ed efficace. Pensiamo solo alla introduzione del nuovo testo di indicazioni nazionali per il curricolo per la scuola dell'infanzia e del primo ciclo e ricordiamo che l'introduzione dei Programmi del 1985 per la scuola primaria, fu accompagnata da un piano pluriennale di aggiornamento rivolto a tutti i docenti. Ma oggi nulla viene previsto né proposto alla discussione per rispondere al fabbisogno formativo.

Il fatto: in questa situazione, dove ancora non sono stati ripristinati i presupposti basilari della trasparenza e della correttezza nelle relazioni sindacali e dove di taglio in taglio i fondi per la formazione in servizio sono stati ridotti, per l'anno 2012/2013, a 1.400.000 euro, si verifica però che su alcuni punti il MIUR continui per la sua strada come se nulla fosse. Per esempio, si procede a organizzare 4 master finalizzati alla formazione di docenti formatori; precisamente Master in Professione formatore in Didattica della Matematica, Professione Formatore in Didattica delle Scienze, Professione Formatore in Didattica dei linguaggi verbali e non verbali, professione Formatore in Didattica della comunicazione. Si prevede di attivare 16 master universitari biennali, realizzati da varie sedi universitarie. Ad ogni master potranno partecipare 30 docenti/corsisti selezionati dall'Università su proposta dell'Amministrazione.

A tal fine sono state fornite ai dirigenti scolastici le indicazioni per formulare le candidature dei docenti. Saranno quindi 480 i docenti destinatari. Per ciascuno di loro è prevista una tassa personale di 200 euro, di cui i corsisti verseranno una quota non superiore a 100 euro e la quota restante sarà versata "con il concorso dell'istituzione" (pare di capire si debba intendere della singola istituzione scolastica). Quali siano i costi per il MIUR al momento, non è dato sapere, né a che cosa si rinuncerà per poterli utilizzare lì. Il MIUR (bontà sua!) ha ritenuto di comunicare alle Organizzazioni sindacali, tramite una email, solo le indicazioni operative per la selezione dei candidati. E pazienza se per realizzare questa operazione vengono utilizzati i fondi contrattuali, pazienza se ancora non si è provveduto, come da obbligo contrattuale, alla formazione per i neoassunti, pazienza se centinaia di migliaia di docenti (altro che 480!) attendono di essere informati e formati sulle "innovazioni" di cui è stato oggetto l'ordinamento scolastico negli ultimi anni!

Non resteremo a guardare mentre le scarsissime risorse ancora dedicate alla formazione in servizio vengono dilapidate in modo incongruo, per non dire dissennato; lo richiede, se non altro, il rispetto che si deve ai docenti, al personale ATA, alle istituzioni scolastiche di questo Paese vessati da anni di tagli e di provvedimenti destrutturanti.
Non un euro venga impegnato né speso al di fuori di un minimo di correttezza procedurale. Non permetteremo che si continui con una prassi anomala e poco chiara.

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