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Indicazioni per il primo ciclo e monitoraggio

Anche Legambiente Scuola e Formazione e il Coordinamento Genitori Democratici non condividono l’iniziativa del MIUR.

01/12/2011
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Non è una questione di poco conto. La qualità dei primi segmenti del sistema di istruzione è fondamentale nella formazione delle persone e quindi nello sviluppo del paese. La definizione dei traguardi comuni nella scuola dell’infanzia e del primo ciclo (primaria e secondaria di primo grado) è questione di importanza strategica. Non può risolversi in modo sbrigativo e burocratico. Chi ha a cuore le sorti della scuola e  delle giovani generazioni non può permetterlo. Dopo quelli di cui già abbiamo dato conto, sono giunti i documenti  di Legambiente Scuola e Formazione e del Coordinamento Genitori Democratici

Rinnoviamo  alle scuole l'invito a far pervenire al MIUR le loro considerazioni, elaborazioni, proposte, difficoltà in merito alle indicazioni vigenti.

Dal MIUR ci attendiamo un atteggiamento di ascolto e di valorizzazione dei contributi delle scuole.

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Scuola dell’Infanzia e primo ciclo: indicazioni per curricolo calate dall’alto

Legambiente Scuola e Formazione chiede più condivisione e partecipazione nell’elaborazione delle nuove regole e dei programmi

“La discussione in merito alle indicazioni del curricolo nella scuola primaria, introdotto dall’ex ministro dell’Istruzione Fioroni, non è un aspetto tecnico che riguarda solo i docenti ma dovrebbe coinvolgere tutti, visto che si occupa di cosa e come i nostri figli e i cittadini più giovani devono apprendere nella scuola dell’obbligo. In un momento di evoluzione sociale così profonda non ci possiamo affidare ai meri passaggi burocratici, ma fare in modo che i professionisti della scuola si confrontino per elaborare un curricolo capace di fornire strumenti ai giovani cittadini per essere in maniera attiva e positiva dentro a questi cambiamenti”.

Così Vanessa Pallucchi presidente di Legambiente Scuola e Formazione, l’associazione professionale d’insegnanti e educatori ambientalisti, in una nota chiede al nuovo Ministro Profumo di rivedere l’armonizzazione, chiesta dal precedente governo, tra le indicazioni nazionali introdotte dall’ex ministro Moratti con le indicazioni per il curriculo stabilite dall’ex ministro Fioroni. Secondo l’associazione, infatti, il monitoraggio finalizzato ad armonizzare, entra molto poco nei meriti e tende solo a fotografare come le scuole, in questi anni, hanno risposto ai provvedimenti, arrivati spesso in modo discordante.

“Le disposizioni date dal precedente governo sembrano più una via di uscita che un modo di realizzare qualità dell’istruzione – ha aggiunto Pallucchi – come se si volesse certificare la “bontà” dei tagli al sistema d’istruzione come l’introduzione del maestro prevalente”.

Infatti, sottolinea Legambiente Scuola e Formazione, nelle quattro parti in cui è suddiviso il questionario inviato dal Ministero dell’Istruzione, c’è poco che abbia a che vedere con l’applicazione dei due documenti d’indicazioni forniti fino ad oggi. Sono prevalenti, infatti, le domande per sapere come le scuole si sono organizzate per supplire ai tagli previsti dal regolamento “Gelmini” sul primo ciclo, mentre non appaiono domande su quale delle due indicazioni abbiano applicato o come le abbiano armonizzate per il conseguimento degli obiettivi di insegnamento/apprendimento.

L’Ufficio scuola e Formazione Legambiente

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COORDINAMENTO GENITORI DEMOCRATICI NAZIONALE

Perché i genitori no?

Ci è giunta informazione del monitoraggio promosso dal MIUR per valutare gli esiti operativi, di-dattici e organizzativi dopo le modifiche degli ordinamenti (leggi 132/2008 e 169/2008), avviati nel 2009 e i risultati dell’applicazione di due diverse indicazioni curriculari, che si sarebbero dovute armonizzare, attraverso mezzi e strumenti promessi, ma mai visti.

La data di consegna del questionario è stata rinviata perché, si dice, sono molte le scuole che vo-gliono partecipare.

Bene! Significa che le trasformazioni organizzative a cui si è stati costretti ad opera dei molti tagli lineari, premono per essere comunicate, vagliate e, conoscendo la realtà della scuola, magari aiutate ad essere modificate.

Interpellata una serie di genitori eletti nei Consigli di Istituto, essi si sono mostrati all’oscuro dell’operazione. Eppure i cambiamenti hanno una ricaduta diretta e immediata sui nostri bambini: pluralità docenti (non più team che progetta insieme e coopera) che neppure la scuola secondaria di primo grado riesce ad uguagliare, rincorsa spasmodica verso attività pomeridiane e recuperi a pagamento per far fronte a orari scolastici ridotti e azzeramento della compresen-za/contemporaneità, dedicate in modo rilevante ad attività di recupero dei bambini in difficoltà … Per dire solo delle più macroscopiche evidenze.

Ma può un questionario con quesiti tecnici, che ogni scuola comunque rende noti e che già dovreb-bero essere in possesso del ministero, rispondere all’esigenza di verificare “l’armonizzazione degli assetti pedagogici , didattici e organizzativi della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione con gli obiettivi del DPR 89/2009”?

Come è possibile, ci chiediamo, armonizzare due proposte che si basano su principi di fondo così diversi?

La prima proposta pensa ad abbreviare i percorsi formativi, la seconda a prolungare l’obbligo sco-lastico fino a 16 anni; l’una parla di piani “personalizzati” che si modulano su situazioni socioeco-nomiche diverse, l’altra parla di apprendimento per tutta la vita.

Chiediamo al nuovo Ministro di fermare questa operazione di facciata per intraprenderne un’altra: monitorare, valutare la situazione attraverso un contatto vero con gli utenti e gli operatori della scuola, fornendo mezzi e strumenti per promuovere azioni di ricerca, formazione e sperimentazione didattica.

La realtà ci dice, ad esempio, come non siano previsti fondi per la formazione dei docenti: chi ha dignità professionale si aggiorna a spese proprie, ma è evidente come un percorso personale pur me-ritorio, non si possa paragonare all’efficacia di un’azione collegiale del corpo docente.

E i genitori? Quelli disponibili, e ce ne sono, a mettersi in gioco, ad aiutare la scuola a crescere in un momento di difficoltà generale: tagliati fuori, ai margini, sempre gli ultimi ad essere coinvolti quando non si tratti di richieste di esborso economico.

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