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Infanzia: una prima risposta alla vertenza nazionale lanciata dalla FLC CGIL

Pubblichiamo le memorie per l’audizione sul disegno di legge sul sistema integrato di educazione e istruzione 0-6. La FLC chiede che il Parlamento corregga le ambiguità e valorizzi la specificità della scuola dell’infanzia.

21/03/2014
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La FLC CGIL è stata audita dalla 7° commissione del Senato sul disegno di legge n. 1260 sul sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai sei anni e del diritto delle bambine e dei bambini alle pari opportunità di apprendimento. La nostra organizzazione intende sottolineare l’importanza di un intervento legislativo sull’infanzia. Da tempo abbiamo segnalato ai governi, che si sono succeduti in questi anni, la necessità di investire nei servizi educativi e nelle scuole dell’infanzia anche ai ai fini della prevenzione della dispersione e degli abbandoni scolastici.

La FLC ha avviato nel 2011, con il convegno nazionale “10 idee per la scuola dell'infanzia: la scuola dell'essere e dell'avere”  e con il documento “10 IDEE della FLC per la SCUOLA dell'INFANZIA”, una vertenza nazionale che è proseguita ed assunta tra gli obiettivi contenuti nel Piano del lavoro della CGIL.

La FLC indica quale obiettivo l’obbligatorietà della scuola dell’infanzia. Tale obiettivo si inserisce nella più generale richiesta di innalzamento dei livelli di istruzione che a parere della FLC e della Cgil deve condurre all’obbligatorietà del percorso scolastico sino al termine della scuola secondaria di secondo grado. 

Per queste ragioni riteniamo importante una iniziativa legislativa che si muove nella direzione di dare risposte a quella che abbiamo chiamato “emergenza infanzia”e sottolineiamo come molto significativi i seguenti aspetti contenuti nel disegno di legge:

  • il riconoscimento dei servizi 0-3 come diritto di tutti e non più come servizi a domanda individuale;
  • lo svincolo dal patto di stabilità;
  • l’obiettivo della copertura del 33% dei servizi educativi per la fascia 0-3 entro il 2020;
  • l’obiettivo della generalizzazione quantitativa e qualitativa della scuola dell’infanzia;
  • il superamento degli anticipi nella scuola dell’infanzia;
  • la copertura finanziaria con risorse ex novo.

Nello stesso tempo però riteniamo che il percorso parlamentare debba servire per cambiare alcuni aspetti della legge che risultano ambigui o non completamente coerenti con il quadro ordinamentale e con le notevoli differenze che esistono tra il segmento 0-3 e il segmento 3-6. Per queste ragioni affermiamo nella memoria che la realtà della  scuola dell’infanzia, in una legge che si proponga un intervento di sistema, va debitamente riconosciuta, considerata e valorizzata, nella sua specificità e complessità.

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