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Carta del docente: l’informativa ai sindacati sulle novità di utilizzo della card

Il nuovo DPCM apporta delle modifiche utili per migliorare la fruibilità, ma restano le farraginose sequenze del sistema e l’ingiusta esclusione di alcune componenti scolastiche.

22/11/2016
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Si è tenuto il 21 novembre al MIUR presso il Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali, un incontro di informativa sull’attuazione della Carta del docente per l’anno scolastico 2016/2017 secondo quanto previsto dalla legge 107/15.

La Card, come è noto, è assegnata ad ogni docente di ruolo ed è finalizzata a sostenere le spese individuali di aggiornamento e formazione negli ambiti e secondo le modalità previste dalla legge stessa e dai decreti applicativi.

Le principali novità

È in corso di perfezionamento un nuovo DPCM che, analogamente a quello del 23 settembre 2015, avrà il compito di disciplinare la fruibilità da parte dei destinatari interessati. La procedura si presenta totalmente modificata, sia nell’accesso che nella rendicontazione, con qualche positivo superamento rispetto allo scorso anno.

Da rilevare subito:

  • la possibilità di “recuperare” le spese sostenute dal 1 settembre al 30 novembre 2016, cioè in assenza di accessibilità del sistema, con un sistema di rendicontazione cartacea simile a quello precedente
  • l’integrazione delle quote eventualmente non utilizzate nell’a.s. 2015/2016 in aggiunta ai 500 euro previsti per l’anno in corso. È previsto che questo provvedimento vada a regime.

La card verrà “assegnata” a tutti i docenti con contratto a tempo indeterminato, compresi i docenti in formazione neo-immessi, i docenti inidonei, in comando/distacco/fuori ruolo, i docenti delle scuole italiane all’estero e quelli delle scuole militari.

Non sono stati inclusi gli educatori, nonostante la sentenza favorevole del TAR Lazio a seguito del ricorso presentato dai sindacati scuola.

La parte preliminare della procedura prevede l’autenticazione del beneficiario con l’identità SPID, operazione già possibile attraverso uno dei quattro “Identity Provider” autorizzati. È implementata la comunicazione ai soggetti in questione affinché siano nelle condizioni ottimali per rispondere al flusso di richieste previsto (alcune difficoltà di Poste Italiane, ad esempio sono state recepite).

Una volta acquisite le credenziali (username e password, utili ai vari servizi online della Pubblica Amministrazione) a partire dal 30 novembre prossimo sarà possibile entrare sulla piattaforma Cartadeldocente.istruzione.it e, previa registrazione, consultare l’elenco degli enti/esercenti/siti intermediari/grande distribuzione accreditati a vendere beni o eventi che rientrano nelle categorie previste.

Questi gli ambiti:

  1. Formazione e aggiornamento (corsi, lauree, master…)
  2. Libri e testi, anche in formato digitale
  3. Mostre ed eventi culturali
  4. Musei
  5. Cinema
  6. Teatro
  7. Spettacoli dal vivo
  8. Hardware e software.

Dal 28 novembre e poi a seguire, gli enti/esercenti/siti intermediari possono registrarsi su apposita piattaforma, indicando in quale ambito inseriscono i prodotti/servizi in vendita; l’elenco viene quindi progressivamente aggiornato offrendo un campo sempre più alto di opportunità.

Al di fuori di questo circuito non si rende disponibile effettuare alcuna spesa col sistema della Card.

Il docente visualizza il proprio “borsellino elettronico”, prenota il buono equivalente all’acquisto da effettuare che genera un codice (o un barcode) spendibile in formato cartaceo o da smartphone, e controlla il saldo disponibile dopo gli acquisti con una serie di operazioni pressoché istantanee e, a detta dell’amministrazione, anche molto semplici. 

Il nostro commento

Abbiamo criticato aspramente l’esclusione degli educatori dalla Card, anche per le motivazioni che sono state addotte.

Riteniamo positivo che il nuovo DPCM apporti le modifiche circa la possibilità di recupero delle quote non spese l’anno precedente, così come esprimiamo soddisfazione che sia stata recepita una nostra forte richiesta, e cioè che si sia individuato un sistema che non costringa all’intenso lavoro aggiuntivo di rendicontazione il personale di segreteria che, tra l’altro, rimane ingiustamente escluso dai benefici del provvedimento.

È di certo importante anche il fatto che non vi sia una scadenza per l’acquisizione dell’identità SPID e la registrazione in piattaforma di enti/esercenti che intendano aggiungersi all’elenco.

Constatiamo che, a differenza dello scorso anno, il MIUR ha ritenuto proficua l’occasione di confrontarsi con i sindacati senza limitare gli interventi alle sole FAQ, foriere di equivoci più che di chiarimenti: una richiesta tante volte fatta presente e sollecitata ad ogni incontro.

Non abbiamo potuto fare a meno, tuttavia, di sottolineare come l’intera procedura del sistema-Card sia complicata e rischi di ridurre le disponibilità di acquisto, anziché estenderle al maggior livello possibile.

Rimaniamo contrari al diniego circa l’utilizzo delle somme su strumenti specifici, elettronici/di laboratorio, musicali, materiali d’arte, direttamente legati alla professionalità del docente e quanto mai importanti per il suo aggiornamento. Anzi, abbiamo chiesto che il DPCM si faccia carico di tale problematica visto che anche le FAQ dell’anno passato davano un’apertura in questo senso.

Siamo fermi nella convinzione che tutto il personale della scuola (precari, educatori, ATA) abbia diritto alla Card per gli stessi motivi che vengono riconosciuti ai docenti di ruolo, e su questa strada continueremo una difesa ad oltranza in ogni sede legale.

Infatti, abbiamo presentato tre ricorsi: i primi due insieme agli altri sindacati scuola contro l’esclusione dei docenti precari e gli educatori, il terzo come FLC contro l’esclusione del personale ATA.

Ribadiamo, ancora una volta, che il sistema-formazione è individuale e collettivo al tempo stesso, con profonde ricadute nella comunità scolastica di tutti; per questo motivo occorre riprogettare i percorsi in modo meno settoriale, tenendo insieme diritti, doveri, opportunità e riportando nella dimensione condivisa del contratto di lavoro e dei poteri collegiali le giuste norme di riferimento per docenti, dirigenti e Ata.

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