
Disegno di legge scuola: aggiornamento dei lavori parlamentari
Modifiche marginali che non intaccano l'impostazione aziendalista e non risolvono i problemi della stabilizzazione dei precari.


Il testo del Disegno di legge governativo sulla scuola è in discussione alla VII commissione della Camera. Si stanno apportando alcune modifiche che sembrano, ad una prima lettura, non cambiare nulla della sostanza del provvedimento.
Anche dopo il grandioso sciopero del 5 maggio con le traboccanti manifestazioni che si sono tenute nelle maggiori città del Paese.
Finora non sono stati affrontati gli argomenti più scottanti: la chiamata diretta e gli albi territoriali, le nuove prerogative “assolutiste” del dirigente scolastico, lo stralcio della questione precariato tramite decreto legge, l’organico funzionale, l’erogazione premiale erogata ai docenti migliori da parte del dirigente, l’assenza del personale ATA, il 5 per mille, gli sgravi fiscali alle private, l’infinito numero delle deleghe in bianco, l’intromissione della legge nelle materie contrattuali, un piano di finanziamenti per garantire il diritto allo studio.
Le modifiche che la commissione ha approvato riguardano sostanzialmente la redistribuzione delle prerogative fra Consiglio di Istituto, Collegio dei docenti e dirigente scolastico nell’elaborazione del POF e del Piano triennale dell’autonomia.
Cambiamenti millesimali che spostano il potere di indirizzo dal Consiglio d'Istituto al dirigente scolastico, l’elaborazione del POF dal dirigente scolastico al Collegio dei Docenti, l’approvazione dal dirigente scolastico al Consiglio di Istituto.
Questi cambiamenti, se almeno prendono atto che gli Organi Collegiali non possono essere ridotti a meri organi di consulenza del dirigente scolastico, tuttavia non riescono a nascondere le intenzioni di fondo del governo: spostare la centralità del discorso dalla didattica all’organizzazione, dalla docenza alla dirigenza, promovendo la scuola della gerarchia. Infatti, a dettare gli indirizzi è il dirigente scolastico e i due Organi collegiali che, nell’elaborazione del POF oggi hanno un ruolo paritario (il Collegio elabora e il Consiglio d'Istituto adotta), diventerebbero subordinati l’uno all’altro (il Collegio al Consiglio d'Istituto), ma entrambi sarebbero chiamati a discutere sulla base degli indirizzi del dirigente scolastico.
Come dire, che la fonte del diritto è il dirigente scolastico e gli organi collegiali possono lavorare entro quei confini.
Sempre nello stesso stile, nel senso di voler dare qualche contentino, sono stati introdotti alcuni riferimenti, che prima non c’erano agli ITP e agli ATA per precisare funzioni che questo personale potrebbe svolgere nell’ambito del Piano nazionale per l’innovazione digitale e la didattica laboratoriale. Infine è stato abrogato l’intervento sull’apprendistato e la delega sul riordino degli organi collegiali.
Nei prossimi giorni pubblicheremo ulteriori aggiornamenti anche alla luce degli incontri con il Partito Democratico e di quello, sollecitato unitariamente, con il Governo.
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