Valutazione dei dirigenti scolastici: per l’a.s. 2018/2019 sarà priva di effetti sulla retribuzione di risultato e non obbligatoria
Firmato il 4 marzo al MIUR l’Accordo che, per il terzo anno consecutivo, tutela le retribuzioni dei dirigenti scolastici dagli effetti di una valutazione tutta da rifare. Riconosciuta la necessità di regolare il procedimento di valutazione nelle relazioni sindacali.


Nel corso dell’incontro svoltosi il 4 marzo al MIUR sul tema della valutazione dei dirigenti scolastici 2018/2019, è stato raggiunto un Accordo tra l’Amministrazione e i responsabili nazionali dei dirigenti scolastici di FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA RUA, SNALS e ANP con il quale è stata riconosciuta l’assoluta inadeguatezza della procedura di valutazione scaturita dalla Direttiva 36/2016 e si è convenuto che, in attesa dell’apertura del confronto sindacale previsto dal CCNL in via di certificazione, per l’a.s. 2018/2019 la valutazione che l’amministrazione vorrà mettere in campo non sarà obbligatoria e non avrà ricadute sulla retribuzione dei dirigenti scolastici.
Si tratta di un risultato che premia la grande determinazione con cui, come FLC CGIL, abbiamo contrastato la Direttiva 36/2016 sulla valutazione dei dirigenti scolastici firmata dalla ministra Giannini e la sua applicazione nelle Linee Guida allegate al DM 971/2016.
L’Accordo del 4 marzo riconosce, nel merito, che le nostre riserve non erano dettate da preclusioni ideologiche ma supportate dalle motivazioni che in questi 3 anni tutti i dirigenti scolastici hanno più volte espresso:
- la valutazione è basata essenzialmente sull’esame di documenti che non parlano del lavoro del dirigente scolastico,
- l’applicazione degli obiettivi desunti dal RAV all’incarico del dirigente rappresenta una forzatura inaccettabile, stante l’impossibilità di collegare le azioni professionali del dirigente alle variazioni dei risultati di apprendimento degli alunni;
- i colloqui a distanza o in contesti diversi da quelli in cui il dirigente opera non consentono ai nuclei di valutazione di apprezzare la complessità del suo lavoro;
- la mancanza di un solido contingente ispettivo nazionale reclutato attraverso pubblici concorsi e le modalità con cui è stata effettuata la selezione dei nuclei non hanno garantito la terzietà e l’indipendenza indispensabili ad una valutazione oggettiva, trasparente ed equa.
Anche per l’a.s. 2018/2019 i dirigenti scolastici continueranno dunque a percepire la retribuzione di risultato collegata alla fascia di complessità della scuola di servizio, in attesa dell’apertura del confronto con le organizzazioni sindacali finalizzato al varo di una procedura affidabile, in grado di leggere la specificità del lavoro del dirigente scolastico, nel contesto in cui ogni giorno egli è chiamato ad operare.
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