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Avvio anno scolastico 2012-2013: l'analisi dei Dirigenti scolastici della FLC CGIL

Spending review , dimensionamento e interventi del MEF sulle relazioni interne alle scuole complicano la gestione delle istituzioni scolastiche autonome senza apportare alcun beneficio al loro funzionamento e alla qualità dell’istruzione.

21/09/2012
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Il governo e l’amministrazione disconoscono la situazione delle scuole con interventi che ancora una volta sono privi di positivi e concreti effetti sul miglioramento del funzionamento delle scuole e incrementano invece le difficoltà e aggravano le condizioni di lavoro dei dirigenti scolastici.

La Struttura Nazionale di Comparto dei Dirigenti scolastici della FLC ha approvato il 19 settembre 2012 un ordine del giorno che analizza lo stato della scuola italiana e richiede una decisa inversione di rotta per non compromettere la qualità dei servizi resi dal sistema di istruzione pubblico statale e invita i dirigenti scolastici alle mobilitazioni indette dalla FLC CGIL.

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Ordine del giorno della Struttura Nazionale di Comparto
dei Dirigenti Scolastici FLC CGIL
19 settembre 2012

La Struttura Nazionale di Comparto dei Dirigenti Scolastici FLC CGIL, riunita a Frascati il 19 settembre 2012, ha valutato la situazione delle scuole e le condizioni nelle quali si svolgono le attività di istruzione e di formazione ed ha analizzato le responsabilità  e carichi di lavoro della dirigenza scolastica.

La dirigenza scolastica, con un organico ridotto complessivamente di oltre il 20% rispetto all’anno scolastico passato, subisce un notevole aumento dei carichi di lavoro e un peggioramento delle condizioni in cui si trova a gestire scuole più grandi, più articolate e complesse, si fa carico di gestire oltre 1000 scuole che hanno conservato l’autonomia ma sono prive del dirigente e del direttore dei servizi, deve implementare rilevanti processi di innovazione ordinamentali e didattici e deve assicurare la qualità e la continuità di servizi di istruzione continuamente compromessi dal taglio del personale e dalla sua continua mobilità.

Tutto questo avviene in un contesto nel quale il rinnovo dei contratti è stato bloccato impedendo così l’adeguamento delle retribuzioni colpite dall’inflazione e dalla crisi economica e la necessaria modifica della parte normativa dei contratti di lavoro. Particolarmente grave è la situazione della dirigenza scolastica che continua a vedere una intollerabile differenza salariale con le altre dirigenze pubbliche e una iniqua e ingiustificata differenza salariale interna che colpisce i dirigenti che sono entrati in ruolo con i due ultimi concorsi ordinari.

Ancora manca, nonostante le sollecitazioni unitarie, la distribuzione dei fondi per le contrattazioni integrative regionali 2012-13 relative alla retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti che doveva essere fatta entro il 31 luglio 2012 e questo rende incerto perfino un elemento essenziale della retribuzione.

Circa 850 neo dirigenti hanno iniziato a svolgere le loro funzioni in un contesto difficile e senza il necessario supporto di formazione e sostegno per incapacità dell’amministrazione di assicurare formazione, consulenza e sostegno adeguati.

L’analisi della Struttura di comparto sull’inizio di anno scolastico ha evidenziato come si registrano grandi problemi vecchi e nuovi sia relativamente alla gestione organizzativa delle scuole sia per quanto riguarda gli aspetti economico finanziari.

In tutte le regioni si registrano ritardi sul completamento degli organici docenti (ancora incompleti e soprattutto inadeguati in particolare per il sostegno e per la lingua straniera nella scuola elementare) e ATA (a causa delle misure introdotte dalla “spending review” sui docenti inidonei e in esubero). Sulla gestione delle supplenze temporanee il grave ed incomprensibile ritardo del MIUR nell’ ”allineamento” delle graduatorie delle scuole risultanti dal dimensionamento produce per tutte le scuole difficoltà nella stipula dei contratti. Le misure introdotte a luglio sulla “dematerializzazione” dei rapporti con le famiglie ed il personale e sui registri, senza finanziamenti, formazione ed il necessario supporto all’innovazione, hanno prodotto incertezze e difficoltà.

Anche la situazione finanziaria delle scuole si presenta molto negativa; è infatti caratterizzata dal permanere di enormi residui attivi nei bilanci della stragrande maggioranza delle scuole per i quali non è stato avviato il necessario (magari anche  progressivo) ripianamento dal parte del MIUR, non sono stati assegnati i 4 dodicesimi dei fondi per il funzionamento promessi dalla circolare del MIUR per il 2012 e permane la situazione di sottofinanziamento delle scuole che ha caratterizzato gli ultimi anni. Migliaia di nuove scuole, risultato del dimensionamento, vedono aggiungersi l’assenza di risorse finanziarie ai gravi problemi determinati da una riorganizzazione per la quale non è stato fornito alcun supporto da parte dell’amministrazione.

Sulla già grave situazione pesano il blocco della liquidazione dei fondi contrattuali prodotta dagli errori del MIUR e del MEF nella determinazione dell’IRAP e le incertezze determinate per tutte le scuole dalla necessità di stipulare nuove convenzioni di cassa alle quali il sistema bancario non è più interessato a causa del passaggio, il prossimo 12 novembre, di tutta la liquidità delle scuole alla gestione attraverso la “tesoreria unica”.

La sottrazione alle scuole, oramai completata, di tutta la loro liquidità per contribuire alla riduzione della spesa pubblica si traduce in un aggravio dal punto di vista gestionale, con conseguenti ritardi nei pagamenti, e nella riduzione dell’autonomia delle scuole, continuamente costrette a sottostare al potere dell’amministrazione centrale (MEF e MIUR) che esercita un potere autorizzatorio e di erogazione delle somme che condiziona la gestione finanziaria delle scuole.

L’attuale gestione della Direzione Generale del Bilancio del MIUR, non ha ad oggi affrontato alcuno dei problemi delle scuole, continuamente coinvolte in una estesa conflittualità conseguente al mancato pagamento dei lavoratori, e continua invece a produrre ostacoli e rallentamenti alla gestione delle risorse finanziarie delle scuole. Il passaggio a “tesoreria unica” estenderà i problemi di utilizzo dei finanziamenti, perfino di quelli autonomamente acquisiti come i contributi delle famiglie, i fondi erogati dagli Enti Locali e i fondi comunitari e regionali.

Il Ministero dell’economia, in questo quadro di difficoltà per i dirigenti, invece di semplificare e sostenere la loro attività, introduce ulteriori difficoltà ed incertezze con atti come la Circolare 25 della Ragioneria Generale dello Stato sui modelli di relazioni per la contrattazione che tenta l’ennesima invasione di campo sull’autonomia contrattuale dei dirigenti. Si tratta di una circolare con riferimenti normativi superati che propone un approccio ideologico alle relazioni sindacali finalizzato ad una gestione autoritaria e non condivisa delle prestazioni previste dal rapporto di lavoro. Un approccio che non tiene conto nemmeno della modifica del D.Lvo 165/2001 recentemente apportata dalla “spending rewiev” nel  senso di riconoscere la sostanziale differenza fra organizzazione degli uffici e gestione del personale necessaria a far funzionare gli stessi uffici.

A questa sbagliata e perfino dannosa impostazione che traspare nelle indicazioni allegate alla circolare 25 occorre rispondere, come sempre, con l’attenzione a organizzare bene il lavoro necessario a raggiungere obiettivi di qualità, di efficacia e di efficienza e a costruire in modo condiviso le regole per l’utilizzo del personale a livello di istituzione scolastica.

La situazione della scuola italiana e la sua decisiva funzione per il futuro hanno bisogno di altro.

Non servono annunci di ulteriori innovazioni del sistema scolastico che richiedono approfondimenti, confronti e partecipazione dei soggetti competenti e interessati, non serve scaricare improbabili e inapplicabili innovazioni senza porsi il problema delle formazione e delle risorse necessarie per realizzarle. Occorre invece attenzione alle condizioni di esercizio del diritto all’istruzione e si devono ripristinare le condizioni perché le scuole autonome e i lavoratori, per primi i dirigenti scolastici, possano svolgere con serenità e certezza il proprio lavoro.

La Struttura Nazionale di Comparto dei Dirigenti Scolastici FLC CGIL è impegnata a cercare tutte le possibili soluzioni ai problemi che stanno vivendo le scuole autonome ed i dirigenti scolastici, anche programmando diffuse iniziative di confronto ed invita i colleghi a partecipare alla mobilitazione dei lavoratori di tutto il comparto della conoscenza indetta dalla FLC CGIL per ottenere una decisa inversione nelle politiche del governo.

Frascati, 19 settembre 2012

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