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Attribuzione incarichi dirigenziali 2022/2023: il Ministero avvia il confronto con i sindacati

Chiediamo omogeneità nazionale e trasparenza dei criteri in tutte le fasi delle operazioni. Per la mobilità interregionale ribadiamo la necessità di considerare anche le sedi dimensionate dalla legge di bilancio 2022.

02/06/2022
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Lo scorso 1° giugno 2022, nel corso di un incontro in videoconferenza, il Ministero dell’Istruzione ha presentato alle organizzazioni sindacali dell’Area Istruzione e Ricerca la nota annuale per gli USR che dà il via alle operazioni di attribuzione degli incarichi dirigenziali per l’a.s. 2022/2023.
La materia, oggetto di confronto nazionale ai sensi dell’art. 5, comma 3 lettera g) del CCNL Area Istruzione e Ricerca 2019, ha subito una recente modifica normativa che, in deroga temporanea al limite fino al 30% dei posti vacanti e disponibili fissato dall’art. 9 del CCNL Area V 2010 per la mobilità interregionale dei dirigenti scolastici, ha portato la percentuale al 60% dei posti, prevedendo l’assenso anche da parte dell’USR di destinazione.

La bozza di nota proposta alle organizzazioni sindacali conferma i criteri di assegnazione e l’ordine prioritario delle operazioni di mobilità previsto dal CCNL Area V 2006-2009 (conferma su richiesta al termine del triennio, assegnazione di nuovo incarico a seguito di riorganizzazione dell’ufficio dirigenziale, conferimento di nuovo incarico mutamento in pendenza di incarico triennale, mutamento per casi eccezionali, mobilità interregionale) e, come già avvenuto lo scorso anno, ribadisce l’indisponibilità delle sedi temporaneamente normo dimensionate ai sensi del comma 343 della legge di bilancio 2022 (tra 500 e 600 alunni) per l’attribuzione degli incarichi dirigenziali e per la definizione del contingente dei posti riservati alla mobilità interregionale.

L’amministrazione, rappresentata dal direttore generale Filippo Serra, ha invitato le organizzazioni sindacali a esprimere le proprie valutazioni sulla nota, sottolineando la necessità di procedere tempestivamente alla sua pubblicazione.

Nel suo intervento la FLC CGIL ha chiesto che siano individuati criteri omogenei su tutto il territorio nazionale, eliminando la possibilità che i direttori degli USR prevedano criteri aggiuntivi o diversi da quelli definiti nel confronto avviato.
Ha inoltre richiesto che i dirigenti attualmente in servizio in istituzioni che per i prossimi due anni scolastici risulteranno normo dimensionate ai sensi del comma 343 della legge di bilancio 2022 possano permanere nella sede fino alla scadenza dell’incarico triennale e che venga precisato nella nota che essi hanno la possibilità e non l’obbligo di partecipare alle operazioni di mutamento di incarico.

Relativamente alle operazioni di mobilità interregionale, la FLC CGIL ha ribadito la richiesta di ricomprendere nella percentuale del 60% anche le sedi normo dimensionate prive di titolare, già avanzata in sede di informativa sugli organici e di inserire nel contingente dei posti vacanti e nelle percentuali riservate alla mobilità interregionale anche le sedi lasciate libere da dirigenti che ottengono la mobilità in altra regione.
Al fine di rendere più trasparenti le operazioni di mobilità interregionale, che quest’anno si prevede riguardino più di un migliaio di dirigenti scolastici fuori regione giunti al termine dell’incarico triennale, la FLC CGIL ha chiesto che siano individuati da ciascun USR e comunicati ai sindacti criteri oggettivi di accoglimento delle istanze ricevute e che l’eventuale mancato assenso in uscita o il mancato accoglimento delle richieste di mobilità in entrata nella regione siano comunicati tempestivamente al dirigente interessato e siano opportunamente motivati.

La FLC CGIL ha infine chiesto che sia tempestivamente resa nota dall’amministrazione la collocazione delle scuole nelle fasce nazionali previste a partire dall’a.s. 2022/2023 in tempo utile per le operazioni di mobilità, sottolineando la necessità di un impegno da parte del Ministero a individuare le risorse necessarie ad evitare che l’equiparazione della retribuzione di parte variabile su tutto il territorio nazionale possa provocare la diminuzione degli attuali livelli retributivi dei dirigenti scolastici.

L’amministrazione ha aggiornato il confronto al prossimo 7 giugno per poter valutare le richieste formulate dai sindacati.

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